martedì 4 giugno 2013

"Non vale più indignarsi per il razzista Borghezio" di Michele Fusco




No. Indignarsi per Borghezio con una ventina d'anni di ritardo sulla tabella di marcia non vale. Non vale nulla, assolutamente nulla. L'ultima notizia che lo riguarda ha del comico: lo hanno espulso non dal Parlamento Europeo, come sarebbe giusto e democratico, ma semplicemente dal gruppo che gli dava riparo istituzionale, il fantomatico Efd (Europa per la libertà e per la democrazia) la cui ideologia, leggo da Wikipedia, pencolerebbe tra euroscetticismo, conservatorismo nazionale e populismo di destra. Sostanzialmente il nulla. Braccia rubate ai campi di pomodori. Tra gli italiani, oltre ai deputati della lega Nord, c'è anche il mitico Magdi Allam con il suo «partito» Io Amo L'Italia. Ma vai a lavorare. 

Secondo «Europa per la libertà e la democrazia», Borghezio avrebbe superato il segno dopo aver detto che il nostro ministro Kyenge «è una bongo bongo, nominarla è stata una scelta del cazzo...» Nei giorni scorsi ci aveva provato a sfangarla, buttandola sulla malatraduzione dall'inglese. Comico, neanche mister Bean. Sentite le sue parole: «Mi autosospendo per tutelare la Lega e l'Efd in attesa di fare piena chiarezza sulle frasi pronunciate sul ministro Kyenge. Dopo una riunione del gruppo ho chiesto un rinvio per tradurre in inglese il testo integrale dell'intervista. Sono tranquillo, la vicenda si risolverà entro un mese». 

Peraltro, qualche giorno fa Borghezio si era ulteriormente distinto parlando con Giuseppe Cruciani ma non alla Zanzara, bensì su Panorama. Per carità di patria non vi neghiamo le perle dell'intervista. Si definisce «un po' nazista un po' fascista», bello no?, poi rigetta l'etichetta di «razzista» (ma va'?) per virare su un più rassicurante «differenzialista», infine ritorna fortunatamente in sè con un paio di sane convinzioni. La prima: «Preferisco che la massa dei neri resti a casa sua». La seconda, compendio della prima: «Il meticciato è un obbrobrio perchè inquina la differenza tra le etnie».

Questo qui, nel senso di Borghezio, lo abbiamo allevato noi. E’ figlio nostro, figlio della nostra terra, non di una terra lontana, proprio della nostra. Non si può saltare sul carro del vincitore (che non c'è) quando in Europa si accorgono di chi è veramente. Questo qui è un figlio di primissimo letto Umberto Bossi, di Bobo Maroni, di Calderoli, di Speroni, di Castelli, ma anche di tutti quelli che con la Lega hanno fatto alleanze, molto spesso la destra, ma non esclusa la sinistra in tempi un po' più lontani. Ma ve lo ricordate quel filmato ignobile in cui puliva con il disinfettante i sedili di uno scompartimento del treno dove si erano sedute delle donne nigeriane?

Questo qui, come altri razzisti in giro per il mondo, va mandato a casa per sempre. 

michelefusco2013@yahoo.it 

3 commenti:

  1. Io quando l'ho conosciuto sembrava un lord scozzeso

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  2. Era quell'eleganza interiore che lascia il segno

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  3. .."Va mandato a casa" ? Bisognerebbe togliergliela la casa. Altrochè!

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