giovedì 29 gennaio 2015

"Metafisica" di Gaetano Altopiano


Incuriosito da un “post” pubblicato su un social il cui tema è “come aumentare una bassa autostima”, entro dentro e leggo: c’è un’apertura sulle cause della mancanza di autostima e conclusioni sulle tecniche di superamento. Inutile sottolineare quanto siano scontate, sia l’una che l’altra. Sto per chiudere. Poi ci ripenso. Qualcosa improvvisamente attira la mia attenzione. Scorro più in basso e leggo la chiosa: surreale è dir poco. L’autostima per godersi la vita (La mente è meravigliosa), e fino a qui niente di nuovo. Sentite ora: Ti consigliamo: -1) personechepossono.com (come aumentare la propria autostima GRATIS). -2) come si prepara lo spezzatino di manzo (salepepe.it). -3) Video-spanx , le mutande delle star (cnlive.it). 

"Vota Grillo Vota Grillo Vota Grillo" di Francesco Gambaro

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lunedì 26 gennaio 2015

"Europa unita" di Gaetano Altopiano

Questo libro di neppure 150 pagine, è l’eccezione stessa tra tutti i libri: non c’è niente di più sostanzioso e di più indipendente. Ciò che nel titolo viene chiamato idolo è semplicemente ciò che fino a oggi si chiamava verità. Crepuscolo degli idoli, in altre parole: è finita con la vecchia verità…”

(Non sono parole di Tsipras, ma di Nietzsche. Il libro è ECCE HOMO, Crepuscolo degli idoli: come si filosofa col martello)

"Dedicato al mondo stupido di FB" di Francesco Gambaro

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domenica 25 gennaio 2015

"Una banda di dilettanti" di Gaetano Altopiano


Mai come ieri pomeriggio l’associazione faccia/parola mi aveva dato tanto la nausea. Mi sono, improvvisamente, sentito un coglione e ho dovuto consultarmi con un esperto prima di fare un passo che poteva essere decisivo: cancellarmi, o essere molto più selettivo nei contatti; verificarli giornalmente e ogni volta che qualcuno scrive una cazzata radiarlo immediatamente. Un lavoraccio. Il dramma dei social network, dice l’esperto, tranne le dovute eccezioni, è esattamente questo: una volta entrato l’utente si sente in obbligo di dire e condividere qualcosa, e di fatto è così. E’ inevitabile, pena l’illogicità dell’azione. La parola, però, oltre ad avere il suo valore originario (organizzarsi per esprimere un concetto), qui, assume anche un potere irresistibile: far colpo su una platea (che, nella quasi totalità dei casi, non si ha mai avuto). Poiché il potere del fascino è insito in alcune nature e in altre no, a prescindere dalle “procurate” azioni, tentare di far colpo, alla fine, risulta del tutto inutile. Anzi, spesso è solo ridicolo e imbarazzante, dato che perlopiù si ha a che fare con dilettanti. A volte è persino disgustoso: quando leggi ciò che hanno scritto e guardi le facce. 

"Je suis Carlà" di Francesco Gambaro

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venerdì 23 gennaio 2015

"Prudenza" di Gaetano Altopiano

Se abbiamo l’uso della parola è solo perché occorreva capirsi senza che il resto della natura potesse capirci. Dovessimo smetterne l’uso, torneremmo allo stato animale. Eppure usare poche parole, o, addirittura, tacere del tutto, viene considerato sinonimo di prudenza non certo di bestialità. Come è possibile? Le due teorie si ammettono perfettamente: la prudenza, infatti, è la prima caratteristica delle bestie.


"Bufera a Palermo" di Francesco Gambaro

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martedì 20 gennaio 2015

"Il sacrificio di Achille" di Gaetano Altopiano

Quando il tentativo di ottenere uno sconto, messo in campo non solo per il presunto risparmio, quanto, ancor peggio, per il misero gusto di averla spuntata, sfocia nella più insopportabile insistenza, c’è il rischio di cancellare in pochi minuti tutto l’impegno speso per dare di sé quell’aria da “signore” che tutti, indistintamente, desiderano possedere: bei vestiti, visi accuratamente rasati, affettazione. Chi, a un certo punto, non resiste a una limatura sul prezzo, preferendola alla riconoscenza di una commessa cui ha evitato imbarazzo, corre un pericolo da codice rosso: l’intera futura memoria bruciata in un colpo. Esiodo, Omero, Pindaro – Patroclo, Agamennone, Ulisse, tutto l’impianto mitologico buttato nel fondo del cesso. Inutile ogni studio classico, inutile la conoscenza del greco, inutile il sacrificio di Achille, cui fu chiesto se preferisse vivere a lungo ma senza gloria, o avere vita breve e famosa per le imprese che avrebbe compiuto. 

"Sull'arresto del nord" di Francesco Gambaro

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sabato 17 gennaio 2015

"Assunzione del falso" di Gaetano Altopiano

L’assuefazione all’assunzione secolare del “falso” non poteva che condurre a una vera e propria mutazione genetica. Questa è la generazione del precipizio, e siamo alla fine: tra meno di vent’anni nessuno sarà più in grado di distinguere la verità. Definitivamente. Spiegabile perché la diffusione dell’oscurantismo adesso ha subito quella che si temeva essere la spinta decisiva. Si ringrazi il dio della comunicazione. E’ ipotizzabile, allora, secondo la teoria dell’evoluzionismo, che tutto ciò fosse stato previsto e Madre Natura avesse già preventivato un simile destino: sia preclusa alla massa il discernimento della verità. Tentando di chiarire, provate a considerare l’esempio che segue. Se in una società dove si viva di sola arte, di un originale (un quadro mettiamo, intitolato “la verità”) si faranno mille copie (in successione) ognuna recherà una variazione che progressivamente finirà col dare un solo risultato: la copia numero mille sarà tutt’altra cosa dall’originale. Segue che il suo acquirente, troppo lontano dalla possibilità di un confronto, comprerà il quadro intitolato “la verità” convinto che il soggetto sia fedele al suo titolo: questa è la verità, si dirà soddisfatto (in realtà non ha comprato che un falso, per giunta il peggiore e quanto di più lontano dal desiderio del concetto che lo ha spinto all’acquisto). 

domenica 11 gennaio 2015

"Bocca asciutta", di Gaetano Altopiano


Non sia mai che io lasci un amico a bocca asciutta. Ma poi, sapete, ci sono amici e amici e alcuni sono ancor più che amici: sono fratelli. Potrei mai lasciare un fratello a bocca asciutta? Mai e poi mai, cazzo. E poi, volendo spaccare il capello, alcuni fratelli sono più che fratelli: sono addirittura sorelle. Chi tra di voi avrebbe il coraggio di abbandonare una sorella? Nel caso, infine, che la sorella fosse una sorellina, si entrerebbe nell’ambito dell’assurdo: impensabile non provvedere alle sue bisogne. Il problema, però, si presenta quando l’assurdo si sublima al suo grado superiore: il surreale. L’ipotesi (terribile) di una sorellina che sia figlia unica ma che in voi abbia al medesimo tempo un fratello. Come soccorrerla?

"Morte per aria" di Francesco Gambaro

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venerdì 9 gennaio 2015

"L'alibi" di Gaetano Altopiano


Premura e cordialità non mi vanno più a genio. Quella che qualcuno definisce “insofferenza senile” è in realtà una nuova presa di coscienza, una scelta di vita guadagnata sul campo. Noto infatti che la maggioranza non mi saluta, che ognuno evita gli altri, che, come me, un gran numero desidera andare per la sua strada allontanandosi dal resto del mondo. Mi va a pennello. E’ delizioso non avere a che fare con gli altri e finalmente posso starmene in solitudine forte del fatto che adesso ho persino un alibi: sono stati loro a cominciare.

"Dopo Blow up" di Francesco Gambaro

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giovedì 8 gennaio 2015

"Fama e talento" di Gaetano Altopiano


Piuttosto maligna l’affermazione usata quando vorremmo che qualcuno che ammiriamo avesse avuto destino migliore (dove, manco a dirlo, per destino migliore intendiamo solo maggiore remunerazione): “un talento sprecato”. Come se non sapessimo che talento e notorietà sono cose diverse e raramente convivono nello stesso soggetto poiché tra le due manca il nesso causale (la fama, infatti, è quasi esclusivamente frutto del caso). E’ il nostro naturale trasporto verso il denaro che ci rende così sottili: anche il talento un tempo non era che una valuta. 

mercoledì 7 gennaio 2015

"Le mani di Moravia" di Francesco Gambaro

Le Mani di Moravia

le mani di albertoSono sconvolto. Reagisco imprecando alla caduta di connessione. Avevo promesso al mio amico Carmelo di non imprecare più. Non solo. Di scrivere un saggio su “Giusto non imprecare”. Già l’avevo dedicato a Amalia Guglielminetti, già ero alla pagina 170 di questo mio saggio libero, già mi sentivo Lucio Battisti a un passo dalla storia. Non sono un uomo tranquillo. Però, per fortuna, lento. Reagisco con quello che Pascal chiamava l’esprit d’escalier. Il mio francese è imperfetto, ma anche l’inglese, e l’taliano pure: (infatti manca la i, che fa molto dislessico) ma me ne faccio una ragione perché, due punti, anche io sono imperfetto. Tranquillamente non so accettare la morte della connessione, impreco. Se si ferma il computer è andropausa? Reagisco in modo sconsiderato, molto metafallico, mi dico.  Voglio fare male a qualcuno che mi ha fatto male. Subito. A tamburobattente. Il computer. Sono sconvolto. Il computer non mi dà la possibilità di gestire il mio tempo metafallico. Lo so che è una kosa ma, è una kosa che gestisce il mio tempo. La mia badante temporale, Caterina, la cameriera robot che mi comanda di non fare entrare più in casa le mie amanti. Devo spegnerla, mi dico. Devo spegnerlo con il mio ditone magico. Invece è lei o lui, insomma quella kosa che spegne me. Perché ho scritto lui come Alberto (ve lo ricordate). Facile, perché le mie mani, come quelle di Alberto, non trovano niente di più facile né di più normale che carezzarlo.
p.s. dai, adesso svegliati, è stata una brutta giornata, non mettermi paura. svegliati svegliati svegliati
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"Due birre in un solo bicchiere" di Francesco Gambaro

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