martedì 30 settembre 2014
lunedì 29 settembre 2014
"La prima parte del discorso" di Gaetano Altopiano
“Lasciare
il mondo meglio di come l’abbiamo trovato”. Frase moltissimamente equivoca. Per
la stragrande maggioranza ha solo un significato ecologico: non sporcare, non
sprecare l’acqua, combattere l’inquinamento, cose di questo tipo. Lo stesso
vale per ladri e assassini i quali, come i primi, vorrebbero ripulire il mondo
(lasciandone uno più netto) ma non in senso strettamente naturalistico. Il boia
penserà che lasciare un mondo migliore sia solo compito suo, e anche Bin Laden
la pensava allo stesso modo. Potremmo continuare abbastanza a lungo.
Ricordiamo, invece, un’ultima importante categoria: quelli che, una volta
sentita la frase, si concentrano solo sulla prima parte: lasciare il mondo.
domenica 28 settembre 2014
"Cappelli" di Gaetano Altopiano
Il desiderio di ogni ragazzo haredi (ebrei
ultraortodossi) è quello di poter possedere un cappello Borsalino.
Mai uno di loro andrebbe a capo scoperto, in segno di rispetto verso
Dio, e a Mea Sharim, quartiere di Gerusalemme, la mitica griffe tiene
un negozio frequentatissimo. Armadi a muro riempiono le pareti: pile
e pile di cappelli, solo cappelli, e tutti di un unico colore. Il
nero. Ma in decine di modelli diversi, uno, probabilmente, per ogni
diversa yeshiva. Gli chabad, per esempio, li usano con la testa più
bassa, i lituani più alta, e uno che vuole sembrare rispettabile
indosserà sempre un cappello alto e largo. Altra cosa che non
sapevo è che a un ebreo taglieranno i capelli per la prima volta a
tre anni, e mai prima di allora, che a tredici comincerà a coprirsi
la testa e che mai e poi mai potrà toccare una donna che non sia sua
parente. Nemmeno per una stretta di mano.
sabato 27 settembre 2014
"Terital" di Gaetano Altopiano
Capirete, ora, con quanta grazia il signor Paolo
Conte riuscì a trasformare una cosa insignificante in un vero e
proprio evento sensoriale col solo uso della parola. Fu illuminato.
Lo rese alle nostre orecchie incredibilmente convincente e
plausibile, oltre che emozionante, tanto che da allora è largamente
dimostrato che si usa collegare al rumore del cellofan quello del
terital e quello a immagini di corpi nudi che sbocciano.
(Incipit di “Bartali”, Paolo Conte, da Un gelato
al limon: farà piacer un bel mazzo di
rose e il rumore che fa il cellofan…)
venerdì 26 settembre 2014
"Lo sprone" di Gaetano Altopiano
Avesse ragione Yeats, potrei spararmi. Confido
invece nell’errore, non che lussuria e furia, ma anni e leggerezza mi facciano
scorta nella vecchiaia. Leggere tutto il tempo della mia anzianità. Come potrei
sennò? E, ancor più, proprio quei libri che non ho mai voluto leggere, che
furono sconfinati per la mia poca pazienza e che da giovane non mi sembrarono tanto
assillanti: L’uomo senza qualità, L’Ulisse, Il ramo d’oro, Paideia, Il tramonto
dell’occidente. Nella campagna dove io mi ritirerò, nove filari di fave avrò, e
sentirò la quiete delle stagioni, mai come prima, nella profonda intimità del
cuore. Tutto questo mi resterà, allora, per spronarmi a cantare.
giovedì 25 settembre 2014
"Ritratto di famiglia in un esterno" di Gaetano Altopiano
Staticità. Fila di formiche a nord nord-ovest, gechi
in agguato, ragni. Carlo Conti a volume spento sul canale 1 del
digitale terrestre. Macchie di vino e materia organica sparsi su
tovagliato di fattura locale. Famiglia che divora nature morte.
(collezione privata della Signora Rizzo, mia suocera, esterno – osservazione registrata il 24 settembre alle 20 e 30 a cena servita)
(collezione privata della Signora Rizzo, mia suocera, esterno – osservazione registrata il 24 settembre alle 20 e 30 a cena servita)
"Le invasioni barbariche 2" di Gaetano Altopiano
La natura dei miei parenti rivela la grossolanità più sconfortante. A nulla serve provare a dissimulare, aver studiato, avere girato un po’ il mondo, sono uno fotocopia dell’altro. Giocassimo a scacchi, non ci sarebbe storia: conoscerei con incredibile anticipo tutte le mosse dei miei avversari. Tutte pessime mosse, naturalmente. Il fatto è che quando si tratta di leggere la schiatta tradisce l’origine: “noli me tangere”. E non si scappa. Tutti, indistintamente, hanno preteso una copia di SESCION che né hanno letto né leggeranno.
mercoledì 24 settembre 2014
"Importanza di una virgola" di Gaetano Altopiano
Un rimprovero a tutti quelli che non hanno mai saputo
usare la punteggiatura. Una dedica, invece, a quelli che pur
sapendola usare hanno omesso di farlo, considerandola del tutto
inutile se non addirittura un vero e proprio ostacolo. A entrambi,
però, un monito: tale Corrado Weber, incisore di professione in
Ginevra, fu condannato al rogo proprio per il cattivo uso di una
virgola. Il nominato aveva inciso una bella stampa raffigurante Gesù
tra i discepoli sotto la quale aveva inciso anche il Padrenostro. La
preghiera cominciava così: Padre nostro, che sei nei cieli, sia
santificato il tuo nome. Il Concistoro, esaminata la stampa, la
ritenne colpevole di errore contro la verità, poiché mettendo la
punteggiatura come Weber aveva fatto la frase “che sei nei cieli”
risultava un’infima proposizione incidentale, invece di essere
specificissima e determinativa; cioè senza virgola prima del che. Lo
scrivente, per questo, pretendeva affermare che Dio può non essere
nei cieli, commettendo eresia.
(da Quadrivio laico, di Horacio Quiroga)
"No selfie 2" di Gaetano Altopiano
Speravamo
che i nostri figli avessero molto capito, ma a quanto pare: millenni
di studio della natura umana dritti dritti nel cesso. Plaff. Lasciare
traccia, sempre, comunque, altro che “vivi nascosto”. Noi, che
abbiamo omaggiato tombe del neolitico scavate in buche di terra, e
recitato un Requiem aeternam stringendo la mano alle nostre mogli
commossi per tanta inarrivabile discrezione (Venezia, solo una
macchia di alloro, solo un nome scolpito sul marmo), desiderato
annullarci in moltitudine e sparire con la dignità dei cani. Non
potevamo che sottoscrivere il disgusto per questa abitudine: lasciare
traccia, sempre, comunque.
martedì 23 settembre 2014
lunedì 22 settembre 2014
"Piccola legenda a Golden hour di Gaetano Altopiano" di Francesco Gambaro
“Da quel momento incominciò il
grido, che durò tre giorni, senza arrestarsi, così tremendo che non
si poteva ascoltarlo neanche dietro le porte chiuse, senza sentirne
orrore... Per tutti quei tre giorni, durante i quali per lui il tempo
era scomparso, egli si dimenò dentro il sacco nero, dove l'aveva
ficcato una invisibile, invincibile forza... Sentiva che il suo
tormento era nell'essere risucchiato dentro quella buca nera e, ancor
di più, nel non potervi penetrare... All'improvviso una forza
sconosciuta lo colpì nel petto, nel fianco, gli soffocò il respiro
con accresciuta energia; ed egli precipitò nella buca. Laggiù, in
fondo alla buca, s'illuminò qualcosa... E il dolore, si chiese,
dov'è andato? Dove sei, dolore? Si mise in ascolto. Ah sì, eccolo.
Non importa, resta pure lì! Cercò la sua solita paura della morte e
non la tyrovò. Dov'era? Ma quale morte? Non c'era nessuna paura,
perché non c'era neanche la morte. Invece della morte c'era la
luce.” da 'Morte di Ivan Il'ic” di Lev Tolstoj
“Riprese a respirare, ma ormai
c'era qualcosa di diverso in lui che non sapeva definire. Seppe che
stava aspettando qualcosa, una specie di conoscenza, ma gli sembrava
di avere tutto il tempo del mondo.” da 'Stoner' di John Williams
"Golden hour" di Gaetano Altopiano
(la vita fugge et non s’arresta una hora/et la
morte vien dietro a gran giornate – Francesco Petrarca)
Non c’è alcun “momento magico”, dice il Dr.
Bryan Bledsoe , entro il quale si potrà salvare il paziente critico.
L’ora d’oro è un mito e sembrerebbe mancare di solide basi
scientifiche. Ma per Adams Cowley, chirurgo militare e capo del
centro traumatologico della clinica universitaria del Maryland non
era così: “Vi è una golden hour tra la vita e la morte. Se si è
stati traumatizzati in modo critico si hanno meno di sessanta minuti
per sopravvivere (e per intervenire). Forse si potrà non morire
proprio in quel momento, ma dopo giorni, o settimane più tardi, ma
qualcosa è successo nel delicato equilibrio dell’organismo che è
ormai irreparabile”.
"Perché ossequio le repliche del commissario Cordier" di Francesco Gambaro
http://francescogambaro.wordpress.com/
domenica 21 settembre 2014
sabato 20 settembre 2014
"Dietro/davanti/dietro" di Gaetano Altopiano
Una tesi talmente banale che non credo alle mie
orecchie. La domanda non è da meno, in effetti: quanto conti la
bellezza (fisica) nella politica. Lui arranca, fa tutto un discorso,
si ravvia più volte i capelli (com’è solito fare), ma arriva da
nessuna parte. Non convince. E’ al microonde. Sa di niente. Dice un
sacco di cose ridicole che comprovano che è un uomo spompato.
“Dietro al successo delle donne politiche (le belle però) c’è
sempre un uomo,” dice. Anche davanti, aggiungo io. Professò, oh
professò…ma che ti succede?
(Vittorio Sgarbi intervistato a Porta a Porta)
venerdì 19 settembre 2014
"Le invasioni barbariche" di Gaetano Altopiano
Essere violentati in autobus non farà certo piacere,
ma è pur sempre un fatto eccezionale, magra consolazione, sì, ma
almeno questo. Prenderle in casa propria, invece, è un vero dramma,
è cento volte peggio: smacco alla potenza 2. Oltre alla sconfitta
fisica si ha la conferma che qualcuno ci vuole male, e da tempo.
Premeditazione, in sostanza: c’è chi è convinto di potervi
inculare franco destinazione. Si aggiunge la sconfitta morale.
Stanchi delle continue vessazioni io e mio fratello Ciccio, dunque,
abbiamo deciso di passare all’azione. Un contrattacco preparato nei
minimi dettagli, ma che in sostanza si fonda su un’unica mossa
esclusiva: travestirci da pezzi di merda e calare in città.
giovedì 18 settembre 2014
"Una web cam filosofica" di Gaetano Altopiano
Stamattina,
su mia richiesta, una certa signora finalmente mi manda una foto del
culo. Tutto eccitato apro la posta, mi tremano quasi le mani, ma
appena clicco rimango di stucco. Merda. L’immagine è troppo
ravvicinata, sproporzionata, questa vuole fare la toca ma è solo
un’incompetente: ha zummato troppo sul buco e il risultato è
mostruosamente preciso. Che cacchio è questa cosa? E’ un maledetto
particolare. Anatomia umana, per giunta delle migliori. Pagina
vattelappesca del tomo del cazzo di proctologia di pincopallino.
Tirato fuori dal contesto e prepotentementeingrandito così, quel
ricettacolo di piacere non sembra più quello che mi aspettavo, ma
quello che è. Così imparo.
mercoledì 17 settembre 2014
"Trip intercondominiali" di Gaetano Altopiano
Sappiate
che anche se il viaggio resta pur sempre, e soltanto, una banalissima
azione, ogni destinazione conduce a modificazioni del respiro che
potrebbero esservi fatali (in Tibet, ad esempio, appena sbarcati vi
fanno stendere per terra per attenuare lo choc da mancanza di
ossigeno). Si aspetti il peggio, dunque, pure il viaggiatore più
modesto: alterazioni della pressione osmotica avvengono a qualunque
latitudine, e anche a brevissime distanze. Si può passare da una
capacità respiratoria di 5.8 litri, al fiato corto, persino andando
dal vicino di piano.
martedì 16 settembre 2014
"Sordità 4" di Gaetano Altopiano
Parlare
con Edoardo (mio figlio) non è semplice. Farmi capire, addirittura
complicato. Stamattina, ad esempio, mentre sorbiamo caffè come
vecchi amici e l’argomento è di suo interesse. Parliamo la stessa
lingua, condividiamo lo stesso tetto, ci legano legami indissolubili.
Eppure. Sarà sordo?
(A
proposito del fatto che dopo un mese che rompe i coglioni per avere
riparata la macchina, finalmente, sborsando parecchi euri, ieri sera
gliela riporto a casa. Lui felicissimo. Stamattina però decide di
andare in moto)
lunedì 15 settembre 2014
"Sordità 3" di Gaetano Altopiano
Il
bello del tu come stai, io come sto, che mi dici di te, che ti dico
di me, la tua famiglia, che tempo c’è, che porta a distanze
galattiche, milionidichilometrioltreilquielà, e ancora di più, la
cosa inaspettata, che mai avresti potuto, più che qualcosa, molto,
moltissimo, l’abisso, un’enormità, niente, scricchiare le
orecchie, morire a milano, era destino, l’onore vostro, oh vostro
onore, che sapete ha lo svantaggio di essere inevitabile, vedevo
l’uomo venire incontro al mio tram, l’appuntamento, non ho
frenato, fatto di proposito, non c’era alternativa, era il destino,
all’improvviso ero sordo.
domenica 14 settembre 2014
sabato 13 settembre 2014
"Gli appuntamenti" di Gaetano Altopiano
Quest’uno pensò
a una faccia che non conosceva. Mai vista, si disse. Guardò nel
proprio archivio personale e ripetè a voce alta: mai, sono sicuro.
La immaginò mentre sorbiva la terza tazza di tè e il quarto
bicchiere d’acqua (non contemporaneamente, ovviamente). Ne azzeccò
il colore degli occhi, la forma del naso, il taglio di capelli e
persino la chiocciola dell’orecchio. Lo stesso succedeva, però, a
quest’altruno. Pensava pure lui a una faccia d’uomo che non
conosceva. E si diceva: non l’ho mai vista, sono sicuro, mai, ma
com’è che mi viene in testa? Era un secolo buio e il sole spuntava
solo due volte l’anno, la strada in cui si davano appuntamento,
infatti, era nera e terribile.
venerdì 12 settembre 2014
"Ancora in margine a un articolo di Maurizio Crippa sul Foglio di ieri" di Francesco Gambaro
http://francescogambaro.wordpress.com/
giovedì 11 settembre 2014
"Sordità 2" di Gaetano Altopiano
Pensavo di
rettificare il finale del cric precedente (Sordità, con Hopkins e
Foster protagonisti) ma mi sarei imbarcato in un’impresa disperata:
dimostrare che, in quella frase, affermazione e negazione non erano
due contrari. Che cazzo me ne frega? Ho preferito così metterci una
pietra sopra e dedicarmi all’alcol. Che, come tutti sanno, oltre
alle canoniche altre buone qualità ha anche quella di rendere sordi.
E in caso di ipoacusia già presente, di rendere ancora più sordi.
Totalmente, direi. Tanto da non sentire più niente. Stadio ideale ma
inutile alla speculazione.
"Sordità" di Gaetano Altopiano
Mangiare polvere. Poi, mangiare
gallette. Poi, a quasi cinquantadue sentire Hannibal Lecter che dice: “la
risposta non è in quelle scarpe di seconda scelta,” riferendosi agli
scarponcini di Jodie Foster e a proposito della di lei infanzia sconvolta dalla
perdita dei genitori (del padre in particolare). Il trauma ha reso la
poliziotta quanto di meglio l’amministrazione penale poteva sperare: un
funzionario furbo e determinato. Ma alle 21e30, qualche minuto dopo, mi trovo
davanti a un curioso dilemma: Hopkins ha detto “la risposta non è in
quelle scarpe di seconda scelta o la risposta è in quelle scarpe di
seconda scelta”? Il senso cambierebbe, e c’entrerebbe niente lo choc infantile
con la capacità professionale della Foster/agente FBI. Non mi ricordo più. Che
i traumi favoriscano certe capacità ormai però è sancito: la sordità, ad
esempio, è indispensabile alla speculazione.
"In margine a un articolo di Gianni Bonina su Manlio Sgalambro" di Francesco Gambaro
http://francescogambaro.wordpress.com/
mercoledì 10 settembre 2014
"Cklebnikov alle ottoettrenta" si Gaetano Altopiano
Solo due mammiferi,
in natura, possiedono escrescenze fatte di cheratina (la sostanza di
cui sono fatti i capelli): l’uomo e il rinoceronte. Il resto ha
corna su base ossea. Senza eccezioni. Chlebnikov, di sicuro,
conosceva questa analogia singolare e non a caso scrisse quella
meraviglia che si intitola La legge delle
altalene, che oggi
scopro avere anche basi scientifiche. In quella, per l’appunto,
signori della terra sono riconosciuti unicamente ora l’uomo, sì sì
sì, ora il rinoceronte.
"Iosif Brodskij alle diciottoetrenta" di Gaetano Altopiano
Oggi disinfestazione.
Finalmente. Mangiato due ostriche, pane integrale, prosciutto crudo, bevuto un
bicchiere di vino. Piccola discussione con mia moglie a proposito di certe
spesucce che lei, ovviamente, ritiene indispensabili. Euro 2000. Voli low cost,
alberghi last minute, tempo e temperatura del fine settimana. Tutto verificato.
Guardo dalla finestra e vedo solo un filo di fumo. Concludo: non ho voglia di
scrivere. Non ne ho mai avuta. Ossia: “Anche se è un corvo, di profilo, ogni
uccello nel cuore è un canarino. Ma la volpe, quando azzanna la gola, non
distingue il sangue del tenore.”
martedì 9 settembre 2014
"The waste land in Ficarazzi" di Gaetano Altopiano
Mister Jo, famoso
fruttivendolo, aveva un forte raffreddore, nondimeno passa per il
miglior negoziante di Marineo e dintorni nel suo ramo. Salutandolo,
mi stringe al suo solito col rito stracotto del doppio bacio. Spero
non mi attacchi l’influenza, penso cinicamente: ho fatto
Ficarazzi/Aspra Aspra/Ficarazzi a passo sostenuto (Km. 4 per 2)
stamani, e sono abbastanza sudato e ricettivo. Città irreali quelle,
sotto il cielo azzurro di questa mattina d’estate, ciclisti,
maratoneti, corridori, si riversavano sul Ficarazzelli Bridge in così
tanti che io mai potevo pensare che morte tanti ne avesse disfatti.
"Belle più belle" di Gaetano Altopiano
Il desiderio di
restare piacenti, che aumenta inevitabilmente col passare degli anni,
sembra faccia netta distinzione di sesso e di latitudine: le
americane sarebbero le più interessate all’articolo. Dipende, con
grande probabilità, dalla loro natura civettuola poiché fin da
bambine (più che in altre parti del mondo) sono istruite ai concorsi
di bellezza e al travestimento. Direi, alla possibilità che esista
una chance supplementare: essere belle, più belle se volete, grazie
al trucco estetico. Dai banali cosmetici alla chirurgia più
temeraria, poi, passano solo una decina d’anni. Non è raro
incontrare ventenni che hanno già seno, glutei e zigomi rifatti.
Disposte a patire degenze dolorosissime pur di essere belle, o più
belle se volete.
lunedì 8 settembre 2014
domenica 7 settembre 2014
sabato 6 settembre 2014
venerdì 5 settembre 2014
"Involvement" di Gaetano Altopiano
Clienti selezionati
al Caffè Berlino, roba di gran classe. Vi chiedono la tessera, ah no? E la
vogliono perfetta, senza smagliature, proprio pari pari alla frontiera inglese.
Massima garanzia di serietà, senz’altro. Qualità, qualità, questo il motto. Non
tutto però è come sembra: quella che vi sembra una cuccagna, appena entrati, si
rivela in realtà un luogo tragico. Si beve a occhi bassi, si mangiano
bocconcini di roba, ci si trucca per depistare e ogni Lei vi guarda come se
ogni momento potrebbe essere l’ultimo. La cosa più sconfortante è che riescono
a coinvolgervi.
"Un cane filosofo" di Gaetano Altopiano
Suoni senza
significato il mio cane ne conterà a decine, se solo sapesse contare. Noi gli
parliamo come fosse un bambino: curuzzo, ciccino, miluzzo (si chiama milo), ci
siamo capiti. E ci mettiamo pure il tono, parliamo sottovoce, proprio come
fosse un cucciolo d’uomo. Suppongo che la parola “amore” l’abbia sentita decine
di volte e per quello che mi risulta questa parola per lui non significa
niente. Un suono come un altro, niente a cui corrisponda un pasto. E’ votato
alla Teoria meccanicista.
"Settima vertebra" di Gaetano Altopiano
Ma come te la immagini,
tu, una fitta alla schiena? Senti il dolore, ovviamente, e al contempo localizzi
il punto dove hai avvertito l’insulto, cioè, determini quasi scientificamente grado,
posizione e pericolosità dell’incidente. Volendo immaginare, invece, quello che
accade in quei centimetri della tua carne a cosa riesci a pensare? A un fulmine,
a una coltellata, a una scarica elettrica perlopiù, forse anche a uno strappo.
Immaginare però decine di little people
che azzannino contemporaneamente la vertebra n. 7 è impensabile.
(Little people,
piccoli personaggi di 1Q84 di Murakami Aruki)
giovedì 4 settembre 2014
"Beato chi non predica né fa politica e chiude gli occhi" di Francesco Gambaro
http://francescogambaro.wordpress.com/
mercoledì 3 settembre 2014
martedì 2 settembre 2014
"Senzacoda" di Gaetano Altopiano
Tranne
che in rarissimi casi non si ha notizia di uomini con la coda. Al
massimo una minima protrusione, presente fin dalla nascita, che ha
più del ridicolo che del mostruoso. Nulla di scientifico, dunque, in
affermazioni di questo tipo: l’autosuggestione, unita alla
regolarità della pratica (esercizi di pressione sullo sfintere,
emulazione dello sforzo dello stitico), col tempo produrranno un
discreto prolungamento della vostra spina dorsale. Tutte invenzioni.
Rischiate piuttosto un’ernia inguinale o, dolorosissima
alternativa, fuoriuscita delle emorroidi. Non avrete benefici
aggiuntivi: siete nati senza coda e senza coda rimarrete.
lunedì 1 settembre 2014
"Coppia esemplare" di Gaetano Altopiano
“La sposa deve
essere bellissima, perfetta. E anche buona.” Rimango di stucco e
guardo mia moglie che come me non capisce.
(Wedding TV,
canale Sky, ore 22/23 di un paio di sere fa)
"Riceviamo e pubblichiamo 10 (facce da cesso) di Francesco Gambaro
http://francescogambaro.wordpress.com/
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