Sappiate
che anche se il viaggio resta pur sempre, e soltanto, una banalissima
azione, ogni destinazione conduce a modificazioni del respiro che
potrebbero esservi fatali (in Tibet, ad esempio, appena sbarcati vi
fanno stendere per terra per attenuare lo choc da mancanza di
ossigeno). Si aspetti il peggio, dunque, pure il viaggiatore più
modesto: alterazioni della pressione osmotica avvengono a qualunque
latitudine, e anche a brevissime distanze. Si può passare da una
capacità respiratoria di 5.8 litri, al fiato corto, persino andando
dal vicino di piano.
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