mercoledì 29 aprile 2015

"Uomini tenaci" di Gaetano Altopiano


Rigore, caparbietà, persino stoicismo, direi, nel cantante Vasco Rossi da Zocca (MO) hanno quasi del proverbiale: dimostrato perché abbia così tanti seguaci. Come può pensare di risolvere un’equazione senza soluzione? Eppure, diventando esempio per migliaia di appassionati, lui insiste fino all’assurdo: “Voglio trovare un senso a questa vita anche se questa vita un senso non ce l’ha.” 

"Certe volte la neve" di Francesco Gambaro

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domenica 26 aprile 2015

"Platone (l'equivoco)" di Gaetano Altopiano


Ho letto il “Convivio” talmente tanto di quel tempo fa da avere dimenticato che il tema del dialogo non fosse altro che l’eros. Mi capita tra le mani stamattina e, giuro, per me è come fosse un libro nuovo di pacca. E di fatto lo è. Ricordavo si parlasse di una scampagnata tra amici, tema? L’amicizia a scopi terapeutici: ingozzarsi e sbevazzare, nella piena strafottenza del mondo. Mi sbagliavo. L’ennesimo concetto distorto: l’ennesima delusione. 

"Riceviamo e pubblichiamo da Costantino Chillura" di Francesco Gambaro

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sabato 25 aprile 2015

"I f(i)umi dell'alcol" di Gaetano Altopiano

L’importanza sociale dell’acquavite passa sottaciuta. La materia è delicata e, giustamente, vista la dotazione cerebrale si preferisce scoraggiarne l’uso piuttosto che divulgarne le proprietà miracolose. Nondimeno, dal suo consumo è dipeso più di quello che pensate. La sua influenza sul mondo è stata determinante: Gange è il dio del fiume dell’India, è figlio dell’Indo e della ninfa Calauria. Essendo sbronzo s’unì a sua insaputa con la madre. Al risveglio, disperato, si buttò nel fiume chiamato fino a quel momento Cliaro. Esso prese dipoi il nome di Gange.


"Dove ci si può mastuprare oggi a Palermo" di Francesco Gambaro

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venerdì 24 aprile 2015

"Lettera aperta agli opinionisti" di Gaetano Altopiano

Un’opera di ravvedimento accurata, regolare e ripetuta nel tempo, in meno di sei mesi (così mi hanno assicurato) potrebbe portare al successo: sentirsi nominati a esprimere un opinione, questo il tema. Facendo adeguata pressione, ossia, rendendo domestica (finalmente) la vostra naturale tendenza al vaniloquio, esattamente come avete fatto coi vostri muscoli per scopi salutistici, e senza mai averne avuto ripensamento, potreste riuscire (finalmente) a togliervi dai coglioni.


"Quel giraparola dei pesci sul Canalgrande di Sicilia: qui si mangia" di Francesco Gambaro

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domenica 19 aprile 2015

"Capricciosa con bufala" di Gaetano Altopiano


Non riesco a giustificare certi comportamenti. Di regola, viste le mie fisime, dovrei considerare quanto meno singolare chi sceglie di abbandonare la comodità della propria casa per andare nella bolgia. Eppure, puntualmente, in giorni come il venerdì, il sabato o la domenica, proprio come la maggioranza mi avventuro tra la moltitudine in assordanti convivi. Il seguito è un copione che conosco a memoria: la notte rinnego quello che ho fatto e giuro di non cadere più nella trappola. Il week-end successivo, però, ricomincio. Peggio dell’eroina.  

"I bambini ci rompono i coglioni" di Francesco Gambaro

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sabato 18 aprile 2015

"Venite in Tunisia" di Francesco Gambaro

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"Viva Samantha Cristoforetti" di Gaetano Altopiano


Sono talmente un tifoso del “Foglio” (di sicuro uno dei migliori giornali d’Italia) che oggi non posso evitare di farmi il sangue acqua, e plaudire il cric del Gambaro. Carissimo direttore Cerasa, ma tu, gli articoli dei tuoi giornalisti, li leggi proprio tutti? Con gli autogol di Camillo Langone, carissimo direttore, non vai da nessuna parte. Peggio del peggio del peggio del peggio. Che caduta di stile. Fosse successo in America lo avrebbero mandato a calci in culo, a ‘sto tizio, altro che sfottò da due lire: mancanza di decoro, ecco, si chiama così la nostra emergenza sociale. 

"Controlangone (ultima puntata)" di Francesco Gambaro

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venerdì 17 aprile 2015

"Per Sesto Properzio" di Gaetano Altopiamo

Un posto dove mancanza di bellezza non nuoce, non è casa nostra. La nostra casa è la residenza dei re, non di buffoni. Nessuno - dico nessuno - venga mai a farci visita se intende il contrario. Non è benaccetto.


"Venne Ingmar Bergman" di Francesco Gambaro

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mercoledì 15 aprile 2015

"La carne ragiona 2" di Gaetano Altopiano


Una serie di meccanismi, a prescindere dalla volontà cosciente, si attivano autonomamente qualora la nostra incolumità sia minacciata. Senza che lo si desideri una ferita si rimargina, il sistema immunitario contrasta le infezioni, il fegato si riproduce e anche lo svenimento, ad esempio, non è altro che un sistema involontario utile ad assumere posizione distesa, la migliore per non far mancare sangue al cervello. Si è dotati, in sostanza, di un sistema di protezione che governa senza la nostra regia: pensate al salvavita di un contatore elettrico, per capirci, o, ancora meglio, al limitatore di un motore a scoppio. Non c’è dubbio, allora: la nostra biologia riconosce il pericolo, nonostante questo venga sempre e soltanto da “fuori di noi”. Lo classifica, ne prevede il danno, mette in campo soluzioni volte a contrastarlo. E tutto senza l’ausilio della ragione. Incredibile. Come se di fronte all’invasione di un popolo sconosciuto per mezzi, capacità e potenza, fossimo già perfettamente edotti sulla strategia difensiva da adottare. 

"Iris", di Francesco Gambaro

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domenica 12 aprile 2015

"Il pugno" di Gaetano Altopiano

Potenzialmente pericoloso, e unico nella sua natura, il “pugno” risulta invece essere nella quasi totalità dei casi un puro artificio. Soltanto idealizzato come strumento di offesa: nella realtà, niente di più inutile in una società definitivamente asservita. Qualcosa di simile alle corna dell’alce irlandese, inspiegabili per la loro palese diversità da ogni regola evolutiva: crescevano a dismisura e senza alcuna relazione col resto del corpo dell’animale. Un oggetto senza senso. 

"Accetta" di Francesco Gambaro

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lunedì 6 aprile 2015

"Equinozi" di Gaetano Altopiano

Per sole 48 ore ho rischiato di nascere in uno dei due unici giorni dell’anno in cui sulla terra ogni cosa si equivale, giorno e notte: il 23 settembre (l’altro, ovviamente, è il 21 marzo). Solo a pensarci mi viene un brivido. Io, nascere il giorno dell’uguaglianza generale. Non me lo sarei mai perdonato.


"Ibidem" di Francesco Gambaro

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domenica 5 aprile 2015

"Domamde legittime 4" di Gaetano Altopiano

Per capire realmente quali straordinarie, illimitate possibilità ha il nostro cervello non occorre andare tanto lontano: possiamo verificarlo ogni giorno. C’è un’azione che per la sua apparente banalità mi risulta essere passata inosservata ai fini di uno studio. Essa avviene senza l’ausilio dei cinque sensi ma attraverso qualcosa che ricorda pressappoco il sistema “radar” dei pipistrelli di cui sappiamo, a oggi, l’uomo essere privo. Guardando dritto davanti a me, senza aver mai misurato l’altezza di un gradino, né la “pedata”, né ancora inclinazione e lunghezza della rampa della scala, né avere calcolato la velocità del mio moto rispetto al piano di appoggio che accoglierà a cadenza regolare l’impatto del mio corpo in movimento, com’è possibile, mi domando, quando faccio le scale di corsa, che il mio cervello faccia alzare il mio piede né più né meno che l’altezza necessaria per evitare l’impatto e con tale repentina e precisissima azione?


"Papa Francesco e il Gruppo 63" di Francesco Gambaro

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sabato 4 aprile 2015

"L'unica possibile" di Gaetano Altopiano


Non ho alcun bisogno di far sapere agli altri quanto oggi io sia di malumore. Né, d’altronde, ne ho il minimo desiderio. A cosa servirebbe? Il vuoto, per quanto abbia funzione spaziale, non è altro che un intervallo fra due rette. Non se ne ricava nulla. Piuttosto è proprio nella discrezione che si rivela il gentiluomo: lo stile come istinto, il silenzio come unica possibile condivisione. Concludo: Il sacrificio come regola di vita.   

"Senza sedie" di Francesco Gambaro

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venerdì 3 aprile 2015

"Risveglio muscolare" di Gaetano Altopiano

Quello sporco mucchio di milioni di euro del debito greco non è che uno zero rispetto a quanto la Germania dovrebbe alla Grecia in termini di eredità culturale. Frau Merkel, però, fa orecchio di mercante. Senza la filosofia greca la cultura tedesca non sarebbe stata altro che una discarica: la Germania non avrebbe mai potuto avere filosofi come Kant, Schopenhauer, Hegel e Nietzsche, né, tantomeno, compositori come Beethoven e Wagner.


"Questo è un mondo per giovini (hommage à Max Aub)" di Francesco Gambaro

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