lunedì 31 luglio 2017

COME SOTTO LA DOCCIA di Francesco Gambaro



Qualcosa mi spingerebbe a chiudere con un commento la serata talk. Una articolessa brutale e spicciativa, una mia foto di giornata. Ricordo allora l'atto di imperio di Pippo Montedoro che mi obbligò sul belbello di una partita, a spegnere televisore e luci: ora guarda il tetto, goditi gli atomi carichi di elettricità che friggono impotenti, la cascata di fosfeni che dal tetto scompaiono oltre il pavimento e ti liberano la testa.

domenica 30 luglio 2017

RITARDATI SLITTAMENTI DELLA SPIRALE di Francesco Gambaro





Chi è Dario? Nelle sue iscrizioni appare come un fervente seguace della religione monoteistica di Zaratustra. Fu un valente statista che riorganizzò profondamente il sistema persiano di amministrazione dell'impero ponendo mano anche ai codici delle leggi civili e penali. Le sue modifiche riguardarono, in modo particolare, il commercio degli schiavi, le leggi sulle testimonianze, i prestiti, la corruzione e il diritto di faida. Chi è Dario? Il primo che dettò, cuneo dopo cuneo nel 500 a.C., l'urgenza ciclica della guerra purificatrice.

IL RESPINGENTE E LE DUE ANIME di Gaetano Altopiano









Il tirannico susseguirsi degli avvenimenti. Puoi farci niente. Giuro, vostro onore, di aver letto prima il capitolo 29 de Lo scrutatore d’anime – di aver poi pulito la copertina delle Poesie di T.S. Eliot da alcune macchie di sangue e di aver criticato la traduzione della Terra desolata fatta da Roberto Sanesi (meglio Praz). Giuro che, giorni prima, poco dopo aver fatto visita a un ammalato, avevo letto “quel bambino che si appresta a morire”. Una frase. Apprestarsi a morire, vostro onore: non riesco a darmi pace. Giuro di aver letto poi “bravo R. è bello leggerti”. E 48 like, eccellenza. Poi, ricordo di aver bevuto tanta birra. Di essermi apprestato a vomitare l’anima senza riuscirci.  

sabato 29 luglio 2017

(L'OCCHIAIA. 35.”L’oleandro fiorito 3”) di Elio Coniglio


Ad una certa ora del giorno, quasi tutti i giorni, Qualcuno - un uomo di mezz’età, schivo e silenzioso - sbuca da una delle tante vie confluenti nella via e un passo alla volta, trascinandosi dietro un ingombrante scranno di lucente plastica bianca, arranca fino all’oleandro fiorito. Quando è stanco di danzare attorno all’albero, si lascia cadere sulla sua sedia posizionata già alla giusta distanza, incrocia le braccia sul petto palpitante, piega di quel tanto che basta la testa su una delle spalle e fino al tramonto, indifferente alla polvere frammista a polline, foglie ingiallite e petali vizzi che un traffico veicolare fracassone e insolente gli sbuffa contro, si dà con lo sguardo alle schizzinose stelle vangoghiane oramai di stanza vicino alla biforcazione di un ramo…  

STORIE DEL SIGNOR JFK (93) di Francesco Gambaro




Dopo la grande febbre il grande gelo. La temperatura precipita. L'appropinquarsi della fine che JFK immaginava ghiaccio bollente - arancinetta di neve svedese infarinata e immersa per pochi secondi nell'olio in tempesta - è invece catatonismo irreversibile. Già il fantasma di Buster riesce a spostarsi più veloce, coprendo specchi e fissando l'orologio. JFK misura la temperatura a ritmo proditorio ma, a ogni anticipo, la sentenza impietosa: 35,7, 35 e mezzo, 35,1, 34.7, 34. JFK scommette che quel prudore ai polmoni sia dovuto al formarsi di cristalli allotropici sulla crosta pleuritica. Presto non respirerà più. Quando, questa mattina, dalla finestrella alta del suo bunker, salta una ranocchia spelacchiata. Ella s'era verisimilmente persa. Per un petit balzellò al centro della stanza. Poi, senza cognoscer tremore, s'assise davanti lo scranno ospedaliero ove eretto giaceva lo scolpito di JFK. Fu amore a prima vista. Dal che esso stesso scolpito, lentamente tramutossi in egli, riprendendo a sudare.

venerdì 28 luglio 2017

SULLE RIVE DEL TONTO (12) di Francesco Gambaro



Linea 101. Un controllore si avvicina. Ha un anello che sembra la fibia delle cinture dei cow-boy. Comincia a palparmi. Con la vilpelle irritata grido bussola. Il tram si ribalta. Le ruote girano a vuoto come da pale di ventilatore appena spento. E' il giorno dei Morti e dei giocattoli. Chiedo al bar un pacco di Mangiatorelle con regalo. Torno sul tram. Tolgo la mano che ancora palpa la vilpelle dei miei pantaloni-barbie, ingolfo la bocca del controllore di arachidi Cameo. La 101 si ricapovolge e riprende la corsa. Ha il muso anni cinquanta-seccato. Seccato perché? chiedo all'autista che è una lucertola. E senza aspettare le spezzo la testa di gomma.


giovedì 27 luglio 2017

LA MARMORA di Francesco Gambaro




Via La Marmora, ore 10. Una leggera fola di maestrale carezza le nari e riporta in vita secchielli e sabbia di Mondello. Il profumo dell’ambra solare universale delle spiaggianti palermitane, già scese dall’autobus con bambini attaccati al prendisole e mariti ancora a sudare in ufficio, in fila da Alagna per le ciambelle di mezzogiorno. Fa tenerezza la giovane signora pallida che, all’incrocio con via Marchese di Roccaforte, sceglie da un’indianino la cornice rosa per il suo smart. Poco mare quest’anno, proibitivo il prezzo dei bellissimi fenicotteri-salvagente rosa. Alzando gli occhi una nuvola, a forma della faccia pizzuta del generale Alfonso Ferrero della Marmora, è strisciata dal bimotore rosa di Zapriskie Point, guidato dal fuggitivo Mark.

mercoledì 26 luglio 2017

martedì 25 luglio 2017

MARE DELLA TRANQUILLITA’ di Gaetano Altopiano




Anche soccorrere un attacco di febbre è impegnativo nel caso ci si trovasse da soli e senza assistenza di esperti. Alcune volte addirittura agghiacciante. Un corpo adulto in preda alle convulsioni è certo uno tra gli “spettacoli” terrificanti e garantirgli aiuto, perciò, doveste essere gli unici in quel momento, un’esperienza piuttosto intensa; sebbene questo aiuto alla fin fine non può che limitarsi a tentativi di tranquillizzare l’altro e ad aspettare che i farmaci antipiretici facciano effetto. Ma questo è il punto 1: come tranquillizzare l’altro, come farlo star fermo, mentre vi sfugge dalle mani e tira con se aghi, cateteri, flebo, sparato verso il gabinetto? E questo il punto 2: come tranquillizzare voi stessi? 

MESULID di Francesco Gambaro




Questo mio vicino di letto è rumeno, si chiama Vasyl Cosma. Tra catetere e intubazioni sparse sono sette le fuoriuscite artificiali del suo corpo. Mi è scoppiato lo stomaco, mi spiega in perfetto italiano. I medici, che hanno operato di ulcera il morituro, con quei sette tubi l’hanno tirato alla vita. Zoppicavo, non potevo andare a lavorare, il dolore al piede era insopportabile. Sul frigorifero una mattina di due mesi fa, ho visto la scatola di Mesulid di mia moglie. Ho provato con una pillola e dopo una mezz’ora il dolore è passato. Di nascosto, per due mesi, ne ho prese due o tre al giorno. Il dolore passava e io lavoravo. Poi il botto.

lunedì 24 luglio 2017

MEDICINA D’URGENZA di Gaetano Altopiano




Il semplice fatto - assai naturale in verità - che qualcuno possa risolvere un sudoku prima di me mi infastidisce: negli altri sport non sono tanto invidioso; ma in merito a speculazioni logiche non sopporto la minima inferiorità. Proprio questo, però, dimostrerebbe la superiorità della mia intelligenza: aspirare unicamente a mete inutili. Vivere di teorie. Sguazzare nel concettuale e lasciare che siano gli altri a occuparsi delle questioni pratiche. E non sarebbe ancora neanche tanto grave se non per un problema che, giornalmente, si ripropone in modo ossessivo: il mio sostentamento.

domenica 23 luglio 2017

giovedì 20 luglio 2017

TANTO I BEATLES QUANTO I ROLLING STONES

https://francescogambaro.wordpress.com/2017/07/20/noi-amavamo-tanto-i-beatles-quanto-i-rolling-stones/

mercoledì 19 luglio 2017

S.S.S. di Gaetano Altopiano







Esseri equivoci e irascibili. Ma questi si incontrano (nei caffè). Non riesci a definirne i contorni - a spiegartene risposte e reazioni - a imbastire uno straccio di strategia difensiva - che già mutano aspetto camuffandosi (Sotto Sorprendenti Spoglie – nei caffè). E’ un attacco continuo. L’Austria infatti è pronta a chiudere il Brennero in 24 ore anche se i Tardigradi (classificati nel 1777 da Lazzaro Spallanzani), nella variante marina conosciuti come “orsi d’acqua” e delle dimensioni tra il decimo di millimetro e il millimetro e mezzo, sopravviveranno a tutto. Gli esseri più longevi e resistenti in assoluto tanto da riuscire a digiunare per 30 anni e da resistere a temperature inimmaginabili. Il Tardigrado Hypsibius dujardini è inoltre delizioso e elegante e rappresenterebbe, a queste condizioni, un’ottima alternativa demografica. Irrisolto un dubbio: come si fa a controllare un digiuno trentennale su scala tanto ridotta?

STORIE DEL SIGNOR JFK (92) di Francesco Gambaro




Chi può capitare qui a quest'ora, si lamenta JFK. Non certo Charles Bukowski. Invece sembra proprio Charles Bukowski dietro il cancello, accanto la sua BMW nera come prova. JFK scuote la testa e non risponde. Il tempo di ricoricarsi e il campanello lo inchioda di nuovo. JFK scuote la testa, sbircia di nuovo dal piccolo oblò dell'unica palpebra sveglia. La vista non è più il suo forte ma all'altra punta del viale, dietro le sbarre, c'è proprio Charles Bukowski, con la mano alzata a reggere una pinta di birra. JFK scuote la testa e questa volta la picchia sull'apricancello: proprio oggi, il mio primo giorno di astinenza. E, aspettando che Hank raggiunga la porta, svuota in gola la sua prima Franziskaner del nuovo corso. 

martedì 18 luglio 2017

SULLE RIVE DEL TONTO (11) di Elio Coniglio



Vediamo apparire Francesco proprio da dove non ci saremmo mai sognati giungesse. Benché spinto da un animoso aliseo tusano ha un passo corto, indolente, mesSicano. Perciò, la prima cosa di lui a raggiungerci è un sorriso affettuoso strappatosi dio solo sa come dallo scrignuto groviglio non incolto di barbe, capelli e sopraciglia berbere. Un solo attimo dopo sentiamo la sua voce, una voce che ha il respiro capriccioso di chi ormai da diverse vite ama raccontare e, raccontando, raccontarsi. Parola dopo parola la sua lingua si accende, s’infiamma, incendia il circostante. E come noi, anche l’adolescente un po’ troppo cresciuto seduto al tavolo accanto, senza quasi accorgersene, scorda le golosità e le due pagine fitte di numeri che ha sotto il naso e finisce per ormeggiarsi con le orecchie tese a paletta dentro le sue storie… Un luminello sonnacchioso di luce pomeridiana palermitana, stancannoiatomarcio di saltabeccare tra i rumori assordanti della vicina piazza, s’intrufola nella saletta vetrata, ruba qualcosa dalle nostre labbra poi sgattaiola via lontanolontano giusto mentre noi, nell’imminenza degli ‘Abbracci’ e degli ‘A presto ‘, interrogandoci l’un l’altro non riusciamo ad immaginare chi o cosa potrà mai riempire il vuoto incolmabile che lascerà in questo luogo la nostra assenza…  

lunedì 17 luglio 2017

IL GECO CORRE MA QUALE IL SUO DESTINO di Francesco Gambaro




A zampe larghe, sulla la scrivania di abete, spaventandosi e sostando su ogni nodo imbrunito, poi sale sulla pagina di un libro giallooleoso, come lo sono, lo furono i libri della collana Medusa Mondadori. Si ferma: legge qualche riga “nel frattempo, a ogni sua parola, ella faceva un passo avanti strisciando sul ventre e infine gli s'arrampicò malinconicamente in braccio”. Non può prendere le distanze. Avrebbe voluto essere un drone e spaziare dall'alto per una lettura completa, avere degli occhiali panici. Scende dal libro, si riflette sul display del computer, scivola sul filo delle sue reminiscenze e scompare a pelo. 

domenica 16 luglio 2017

A TAVOLA CON VAN EYCK di Francesco Gambaro



Oggi, soltanto i più piccoli editori curano stampa, carta, cucitura, rilegatura all'americana, fragranza olfattiva, riproduzione di immagini, refusi. Ritrovarsi in mano un libro Mondadori e sfogliarlo, oggi, è come aprire il proprio portafoglio, nemmeno personalizzato dal sudore. Piccoli editori come Skira, per esempio, di cui vò pasteggiando “Il mistero Arnolfini” di Jean-Philippe Postel, hanno in pancia molte di quelle qualità unite a una scelta di particolari della famosa tavola di Van Eyck. Certo ancora lontani dall'inarrivabile collana Astra Arengarium, della Electa degli anni Cinquanta. La patina argentata e fosforescente ce la sognamo però l'irraggiungimento tipografico è compensato dal racconto di un quadro del 1494 e di un pittore che, forse per la prima volta, dipinse la maternità sotto la specie di una donna col pancione.


sabato 15 luglio 2017

HELLO EVERYONE di Francesco Gambaro




Scrive Pietrangelo Buttafuoco: “Basta con 'signori e signore', la metropolitana di Londra si adegua all'imperativo ideologicamente corretto e sostituisce l'annuncio con 'hello everyone', una cosa tipo 'salve a tutti'. La decisione è stata presa per non urtare chi – dovendo scegliere tra le varie identità di genere – non sa se essere signora o signore, donna o uomo...”. Justin Trudeau, giovane e illuminato e sinistro premier canadese, ha fatto di più, ha proposto (non ricordo se è già diventata legge), di aggiungere una casella nella carta d'identità dei suoi connazionali: una x sulla terza casella 'x' dopo quelle di 'm' e 'f ', che vuol dire nè maschio né femmina. E noi qui a chiederci se un coglione sulla spiaggia di Chioggia, con la bandana e il palchetto zeppo di fregi fascisti, meriti la galera o una risata.

venerdì 14 luglio 2017

200 cc DELLA NOSTRA SCALA di Gaetano Altopiano





Nell’infinitamente piccolo il tempo non esiste. 10 alla meno 44 secondi (Tempo di Planck) è la formula della misura più piccola oltre la quale non si ottengono più informazioni, ovvero, oltre la quale non esiste più il tempo. Ma nell’infinitamente piccolo non esiste neanche lo spazio. 10 alla meno 33 centimetri (Lunghezza di Planck) è la lunghezza minima misurabile, la più piccola che la fisica sia riuscita a determinare, oltre la quale, quindi, lo spazio non esiste più. Purtuttavia scoperte tanto fondamentali ci dicono ben poco riguardo la nostra realtà, dove Spazio e Tempo (alla nostra scala) hanno significati diversi. Nessuno di noi due dubiterebbe del fatto che il tempo esista e che eserciti un’influenza: bere il terzo negroni, infatti, è stato un evento successivo al primo e al secondo negroni bevuto e non si scappa. Il solo fatto di enumerarli già lo dimostra. E la saturazione glicemica (raggiunta con cc. 200) lo conferma: non è avvenuta con l’assunzione del primo bicchiere ma di quello + uno + uno. Lo spazio, poi, esiste eccome: a occhio e croce una lunghezza interminabile fino al tassì. 
STORIE DEL SIGNOR JFK (91) di Francesco Gambaro

Di rado JFK sale in paese con la sua Fiat 1100, le coppe ancora cromate ma il motore a stantuffo sdentato. Purtroppo in salita tossisce così forte che, talvolta JFK è costretto a fermarsi e scendere per farla ristabilire. A sua volta JFK approfitta e anche lui scatarra: due vecchi ottantaquattrenni, anche se la 1100 ne dimostra di meno. Risalendole in groppa riesce comunque a non farsi scappare viparelle e bisce che col caldo lugliesco traversano la strada disorientate, stupidamente irridenti i lisci pneumatici della 1100. Al ritorno è un'altra storia. Ballonzolando in folle sui dossi, la storica auotevettura prende vantaggio sulle ossa bucherellate dall'osteoporosi di JFK. A ogni dosso la testa salta sul sedile posteriore e JFK, costretto ogni volta a riprenderla con la mano destra per riposizionarla, rischia frontali baciamenti.


giovedì 13 luglio 2017

mercoledì 12 luglio 2017

SULLE RIVE DEL TONTO (10) di Francesco Gambaro




  • Al margine?
  • C'è il margine.
  • Allora cosa vedo?
  • Cosa vedi?
  • Si, cosa vedo?
  • Vedi quello che vedo io: broccoli.
  • Può darsi.
  • E tu, invece?
  • Non sembrano broccoli.
  • Hai visto che non hai visto?
  • Al margine?
  • Al margine.
  • Cosa vedo?
  • Sì tu cosa vedi?
  • Un uomo che trascina con una corda una valigia.
  • Tà?
  • No, sembra Elio.
  • E i piedi, i piedi li vedi?
  • Quali piedi? 

martedì 11 luglio 2017

lunedì 10 luglio 2017

ROMANO VS SANGUINETI di Francesco Gambaro

https://francescogambaro.wordpress.com/2017/07/10/romano-vs-sanguineti-per-il-compleanno-delle-onomatopee/

sabato 8 luglio 2017

PREAMBOLI TRE (I Fotografi) di Francesco Gambaro




Santi non digeriva la ricotta. Quel giorno, in campagna, si costrinse alla ricotta appena cagliata per cortesia di ospite verso il suocero di un amico. Poi l'amico fu a sua volta costretto a fermare l'auto molte volte lungo la strada del ritorno. Scendeva per rimettere con la Olympus al collo. Fotografava solo mucche, portatrici sane del suo scombussolamento intestinale. L'amico insinuò che rimettesse apposta.

giovedì 6 luglio 2017

INTRAMOENIA (Costantino della Gherardesca) di Francesco Gambaro



Per esempio, sapevate che il sultano dell'Oman non ha eredi? Per capire la rilevanza strategica di questo Paese a sud della penisola araba, basta guardare una cartina: dallo stretto di Hormuz, a nord di Dubai, passa buona porta delle petroliere che riforniscono il pianeta Terra. Non ci vuole molto a capire che stiamo parlando di una marea di soldi. Ebbene, seduto su questa montagna d'oro c'è il buon Qabus bin Said Al Said, che ormai va per gli ottanta. Nel pieno rispetto della tradizione di famiglia, Qabus è salito al trono rovesciando suo padre (proprio come questi aveva fatto con il nonno di Qabus) ed è in carica da quasi cinquant'anni. Eppure, nonostante tutto il tempo a sua disposizione, il sultano non ha mai avuto figli. Intorno a lui, e al suo inimmaginabile capitale, sta sgomitando da un pezzo una corte di zii, cugini, nipoti e altri gradi di parentela così lontani che sono convinto che potrei infilarmici anche io.

Costantino dellla Gherardesca, Punto, Rizzoli 2017 

mercoledì 5 luglio 2017

CAPELLI CHE NON ALLUNGANO di Gaetano Altopiano

          



Scoprire che uno dei libri preferiti da Philip K. Dick era Winnie-the-Pooh mi ha dato ulteriore conferma del fatto che il “genio” ha sempre un background felicemente infantile. Ipotesi che coltivavo da tempo. Gli uomini che scrivono come Dick  - non quelli che inventano la lampadina o scoprono il vaccino contro la pertosse - non possono avere referenti concreti ma che si scompongono e ricompongono in modi che la realtà di ogni giorno in genere preclude. E questo non tanto (non solo) per le invenzioni che riescono a imbastire, quanto per la bravura che hanno nel raccontarle. Una struttura del possibile allargata all’inverosimile, anche nella proposizione: la fiaba, terreno edificabile non più soltanto in gioventù. Dove non raramente si affonda in sabbie mobili che non ci affogano mai, si scalano salite in discesa o si precipita da altezze su pavimenti dove non ci si schianta mai. Ma dove è possibilissimo anche stringere una mano senza averla stretta affatto. E avere bottiglie che non si svuotano, capelli che non allungano. 

PREAMBOLI DUE ( I Giudici) di Francesco Gambaro




Se si aggiusta il ciuffo con la mano destra a destra, è un uomo normale. Se lo aggiusta con la mano destra a sinistra è un frocio. Così giudicano i giudici. Ma i giudici, da che lato si aggiustano il ciuffo ogni volta che emettono una sentenza?

martedì 4 luglio 2017

PREAMBOLI UNO (Gli Architetti) di Francesco Gambaro




Clotilde aveva un sogno. Illuminare le stanze facendo a meno del sole e dell'elettricità. Progettava la sua stanza da letto come le appariva quando dormiva. Con la luce ma senza luce. Aveva begli occhi e un sorriso che luccicava.

lunedì 3 luglio 2017

STORIE DEL SIGNOR JFK (90) di Francesco Gambaro




La formica testarossa è caduta da un ramo dell'albero di limone sul tavolo. JFK, sulla sdraio, è distolto dalla lettura. Decide di godersi comunque lo spettacolo. Allunga la mano per cogliere il limone più maturo e osserva la formica correre lungo il circuito del tavolo. La sua mano, ancora mezzo addrmentata, arriva a cogliere il limone più vicino e meno maturo. La formica testarossa prova tutto il circuito, torna tante volte indietro senza trovare vie di fuga. Dove si trova? Un albero di limoni aveva scalato. JFK sbuccia con le unghie il suo frutto verdissimo dalla parte più gialla e comincia a succhiarlo fingendo di tifare a bocca piena. La formica testarossa continua la gimcana sul tavolo di lavagna, cercando un punto di sporgenza e di speranza. Il tavolo è piccolo, però ha i bordi bombati. Il coraggio tuttavia le manca. A ogni precipizio punta le zampe posteriori per lanciarsi. Troppo alto. Sceglie finalmente il lato del tavolo che volge al rosmarino, saranno 20 centimetri contro 75, potrebbero bastare per non finire all'inferno. Si lancia. No, non è vero, non si lancia, torna indietro scuotendo la testa rossa. JFK con l'indice, acido di limone, la punisce.

sabato 1 luglio 2017

SULLE RIVE DEL TONTO (9) di Elio Coniglio




Insonnia invincibile, annichilente! L'aria è spessa, pesa sulle palpebre. Sotto i balconi, al riparo dal nevischio, tre ragazzine civettano. Dalla bettola sale l'aspro di un vino novello. E un grosso martello batte le pance lallerellone di cento campane allineate su un molo roso dai marosi... l'aria ora frana. Mi sveglio: è ancora notte! ma ho il sole negli occhi e non posso aprirli! 

INCONTRI di Gaetano Altopiano







Sperate di evitare la confidenza in ogni sua manifestazione, partendo dai vostri propri peli pubici e finendo alle conoscenze. E oltre che nel rispetto dei limiti e nel vivere in case isolate sperate che in tema di “dichiarazioni” vi limitiate sempre all’essenziale: si è sempre vulnerabili, a prescindere da quanto si sia diplomatici. E un pensiero - o un’azione - complicate dalla reazione di interlocutori inappropriati rischiano di essere espressi male, o, molto più tragicamente, di essere interpretati male, e possono diventare pericolosi a voi stessi, i più inappropriati tra tutti i possibili interlocutori. Limitatevi all’indispensabile dunque. Sarebbe meglio. Del resto - ci pensate? - non è poi tutto questo grande sforzo starsene in silenzio laddove temperatura e tasso d’umidità vengano in aiuto. Il guaio è che a queste latitudini è praticamente impossibile vivere in luoghi dove non vi si incontri. 

I BAMBINI DI VENZANT di Francesco Gambaro



Bene, noi abbiamo la Senna. Voi che avete? L'Oreto? Ennoi il giardino verde di Venzant. E voi? Mioddio quanto sono belle le rose di Venzant. Qui abbiamo le stesse albe grigie di Verlaine. La malinconia a colazione. Tovaglioli su cui disegnare e il sorriso caldo di un croissant. Finiti i tempi della famiglia e dell’odio rosolato al limone e delle cotolette milanesi con contorno di spaghetti. I bambini non inseguono più lo scuolabus. Li riciliamo nel tepore della nostra dolce kakà flambè. Prima, ci affacciamo sul muricciolo della Senna per fare un po’ d’aria. Poi torniamo sul prato di Venzant per liberarli i cadaverini. Mioddio, come faranno a essere così belle le rose di Venzant. Ma voi che state ancora a fare sull'Oreto? Venite qua, forza, spicciatevi e concimate. Le rose erano tutte rosse e l’edera tutta nera e l'uomo parlava da solo accucciato sul greto del fiume Oreto.