Bene,
noi abbiamo la Senna. Voi che avete? L'Oreto? Ennoi il giardino verde
di Venzant. E voi? Mioddio quanto sono belle le rose di Venzant. Qui
abbiamo le stesse albe grigie di Verlaine. La malinconia a colazione.
Tovaglioli su cui disegnare e il sorriso caldo di un croissant.
Finiti i tempi della famiglia e dell’odio rosolato al limone e
delle cotolette milanesi con contorno di spaghetti. I bambini non
inseguono più lo scuolabus. Li riciliamo nel tepore della nostra
dolce kakà flambè. Prima, ci affacciamo sul muricciolo della Senna
per fare un po’ d’aria. Poi torniamo sul prato di Venzant per
liberarli i cadaverini. Mioddio, come faranno a essere così belle le
rose di Venzant. Ma voi che state ancora a fare sull'Oreto? Venite
qua, forza, spicciatevi e concimate. Le
rose erano tutte rosse e l’edera tutta nera e l'uomo parlava da
solo accucciato sul greto del fiume Oreto.
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