mercoledì 29 novembre 2017

APEIRON di Francesco Gambaro




Perché la temperatura delle mani è diversa, amore mio? Ho la destra ghiacciata e la sinistra bollente. Le tue natiche invece equipollentemente fredde. Con quale mano dovrò molestarle? Anassagora o Empedocle? La destra simile di Empedocle, o ti piacerà la sinistra dissimile di Anassagora. Senti io ci provo con tutt’e due ma tu, tu dimmi amore mio, se hai la sensazione di due uomini in uno.

STORIE di Giuseppe Zimmardi


All’aeroporto. Indiano sessantenne arzillo, cappellino con visiera, gilè con cartuccera, borsello, pantaloni tirolesi e moglie in sari che lo guarda, orgogliosa.

LA MACCHINA di Alfonso Lentini



Queste sono le istruzioni per far sorgere e tramontare il sole. Custodiscile, così come ho fatto io, insieme alla Macchina, senza rivelarle a nessuno se non alla persona che ti è stata più cara quando sentirai di essere in punto di morte. Ogni mattina dovrai raggiungere la collina ad est della città portando la Macchina sottobraccio, avvolta in una coperta perché nessuno la veda. Per arrivare più in fretta, potrai prendere il bus n. 7, che passa prestissimo e di solito è quasi vuoto, oppure potrai andarci con il piccolo eli-scooter a propulsione nucleare che teniamo in garage o con l’asinello che sonnecchia nella stalla. Dipende dai periodi storici.
Giunto in cima alla collina, toglierai la coperta e vedrai comparire la Macchina: una cosa nera che sembra un vecchio cubo di legno un po’ scassato, una scatola piena di ingranaggi, rocchetti, molle e bilancieri; ma non chiederti come funziona. Ai lati della scatola vedrai due grosse manovelle, una gialla e una rossa. Attento a non fare confusione. Se giri quella gialla, farai sorgere il sole, se giri quella rossa lo farai tramontare.
Per far sorgere il sole dovrai indirizzare la Macchina verso l’orizzonte e girare la manovella, ma dovrai girare piano per non provocare strappi alla superficie del sole che è fragilissima. Il disco solare apparirà come se fosse sollevato da un filo, tirato verso l’alto da qualche gigantesca canna da pesca. Quando vedrai che si stacca dall’orizzonte e comincia a reggersi da solo nel cielo, rallenterai il movimento della mano sino a fermarti del tutto perché il disco solare, ormai sveglio, continuerà da solo a percorrere il suo moto celeste.
Verso l’ora del tramonto farai la stessa cosa, ma muovendo la manovella rossa. Adagio adagio vedrai che il disco calerà verso il basso, sfiorerà l’orizzonte sino a venirne inghiottito.

Appena il sole tocca la linea del tramonto, nel cielo si sprigiona quella fantasmagoria di riflessi e coloriture che tutti siamo abituati a vedere. È per via dell’attrito del sole col filo dell’orizzonte. Anche in questa operazione dovrai stare molto attento, un piccolo errore potrebbe provocare graffi e incrinature ai bordi del disco col deprecabile risultato di modificare gli effetti di luce e calore dell’astro che, a significazione dell’Altissimo, enallumina noi lo jorno.

martedì 28 novembre 2017

SPOSI-6 di Giuseppe Giraldi

perché stare insieme è come avere una supercoscienza che è la nostra Criptonite
che è anche una cosa come un’altra 
perché quando parla con le sue amiche mi sento di un altro pianeta   un supermostro che a nessuno verrebbe in mente di sposare
nessuno ha detto di lei che è simpatica
quando mi dice che non faccio mai le cose che mi chiede le chiedo un esempio e perché non capisco mai quando mi fa gli  esempi 
a volte mi spiace guardarla
meritiamo e ci accontentiamo e perché sembra di prendermi cura di lei peggio di come lei si prende cura di me
lei si prenderebbe qualcuno/qualcosa  che non sa dove andare
perché io so che qualcuno /qualcosa
proprio non vuole andare
poi alla fine trova SEMPRE qualcosa che le sta bene addosso mentre io invece  Più Perseguitato da quelle che non vanno
 è più leggera di me infatti le molle del divano si sono rotte dal mio lato
ho preso l’aereo e lei no
l’elicottero e lei no
prendo le multe e lei no
non ha la patente ed io non prendo un autobus dal 2001
non ci ricordiamo mai come si chiama quell’attore che ha fatto quel film che ci piace tanto
grazie alla mia straordinaria capacità di zapping riusciamo a seguire due film in una sera
le storie d’amore dei film sono:
o più divertenti o più drammatiche
uno stesso film sembra avere due finali
una poesia sembra avere finalmente
la stessa versione
la maggior parte dei discorsi li finiamo ancora prima di cominciare
non ci serve niente e perché Dopo tre anni scopriamo che ci serve un altro armadio e che le case rimpiccioliscono  
abbiamo visto che quando una goccia di  pioggia colpisce il polline degli abeti  fa una fumata gialla
perché ci sono cose che non mi chiederebbe mai … 
abbiamo sempre una scusa per quello che avremmo dovuto fare   
ad un certo punto tutti abbiamo la tendenza a fregarci con le proprie mani
c’incoraggiamo anche se non ci conviene  
non le ho mai fatto un regalo che non le piacesse
non abbiamo il pollice verde  ma abbiamo una  pianta che miracolosamente sembra viva da sei mesi    
perché spesso m’ interrompe 
e ci sposiamo
perché    poi       in due  
non si finisce mai di dire   quello che si voleva dire 

ALTRI INCIPIT (Arben Dedja) di Francesco Gambaro


 Arben Dedja, Morgue, in Amputazioni prolungate, Besa Editrice, 2014


STORIE di Giuseppe Zimmardi


Perché i posacenere erano svuotati, i piatti puliti e i letti rifatti e allora lui capì della visita.

in altre di Gaetano Testa


 in altre si bagnano
altre dagl' inferni
dall'altro escono
che v'entrano così
dello stesso colore
che riescono in altri
inferni e corrodono
come che sia tanto
quanto le deforma
l'altre rinfrescano

(le grida esasperate
del delinquente
non ancora sazio)