Il computer non ci sta.
Avvinto dalla trama corre più veloce delle sue mani tramanti. Quando l’Autore
si accascia sulla tastiera si imbufalisce, anche se dicono che i bufali non si
imbufaliscono mai. Il mouse si gonfia come un rospo e, a colpi di spallate,
scosta la testa pensante dell’autore dalla tastiera, facendo peraltro precipitare
a terra l’intero corpo deceduto. Non quello rimasto nella memoria precognitiva
del computer che, infatti, prosegue a digitare tutta la notte. Scrive, per
pietas, insieme all’autore deceduto, un finale che l’autore non potrà mai sottoscrivere. Non sarà un successo ma una storia compiuta. Il computer
non scalpita dentro il sacco degli ingombranti. E’ secco. A zampe al cielo come
un carterus fulvipes, un poveraccio fitofago, uno
scarabeo nero, finisce senza gloria nel tritacarne del camioncino dei rifiuti
indifferenziati.
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