domenica 30 novembre 2014
"Se Sia vi entri in casa e felicità sia" di Francesco Gambaro
http://francescogambaro.wordpress.com/
sabato 29 novembre 2014
venerdì 28 novembre 2014
giovedì 27 novembre 2014
"Numero zero" di Gaetano Altopiano
Ha sempre dell’incredibile scoprire la differenza
che rivela di sé un corpo visto da lontano e da vicino: l’occhio vede due cose
assolutamente diverse. E sono diverse infatti. Un naso visto al microscopio, ad
esempio, non è più un naso ma solo la materia di cui è fatto. Lo stesso non
possiamo dire dei numeri, che, essendo concetti astratti, non potranno mai
essere sottoposti a simili analisi. Il numero uno, quindi, non potrà mai essere
altro che un numero uno. E questo anche per qualsiasi altro numero. Tranne che per lo zero, l’unico che al tempo stesso è solo
quello che è ma sempre diverso da quello che è. Non c’è uno zero che sia uguale
all’altro.
mercoledì 26 novembre 2014
martedì 25 novembre 2014
lunedì 24 novembre 2014
domenica 23 novembre 2014
sabato 22 novembre 2014
"Studio medico" di Gaetano Altopiano
Presenzialismo
cimiteriale in una sala d’aspetto. Niente, a parte che ombre.
Nessun cliente (paziente è più corretto). Dalla finestra del terzo
piano si vede il traffico scorrere pressappoco con queste misure
(espresse in metri): meno 9 in altezza, più 20 in larghezza, più
300 in lunghezza. Sembra che il volume del prosencefalo umano sia di
1100 / 1300 centimetricubi, per soldoni, cioè, che potrebbe
contenere 1 / 1,3 litri di un qualsiasi liquido presente in natura.
Vino, acqua, sidro. Uno qualunque. Quanto normalmente consumato in un
pasto, o in due. Non di più. Tra traffico e prosencefalo, però, non
c’è alcuna relazione, né ce n’è con lo studio medico, che del
resto è chiuso da anni. Almeno apparentemente.
venerdì 21 novembre 2014
giovedì 20 novembre 2014
mercoledì 19 novembre 2014
"L'incendio" di Gaetano Altopiano
Aprire
un cassetto e ritrovare un assegno. Mastrandrea Domenico, lire
38.000, anno 2000, non trasferibile. ‘U zu Micu. E che ci fa
st’assegno qua? Un giorno che adesso mi è impossibile datare con
esattezza mi trovai per cena a casa Gambaro, a Camarretta, Tusa. Un
focolaio di incendio, a una trentina di metri dalla casa, provocò il
fuggi fuggi generale. E’ noto che la proporzione di ogni reazione è
variabile e che una supposta sproporzione è vista solo da chi, per
l'appunto, vive diversamente gli eventi, magari anche in modo
inopportunamente drammatico. Se poi la sproporzione risulta essere
condivisa dalla maggior parte delle persone finisce che la reazione
giustamente proporzionata non può che essere quella errata. Secondo
la legge dei grandi numeri. Che nella fattispecie non importava
affatto a ‘u zu Micu, del quale ricordo distintamente le risate
mentre andava incontro alle fiamme.
"Mario Monicelli, Carlo Lizzani e altri" di Francesco Gambaro
http://francescogambaro.wordpress.com/
martedì 18 novembre 2014
lunedì 17 novembre 2014
"Diversità di vedute" di Gaetano Altopiano
La proporzione di ogni ragionamento è variabile. E
non senza conseguenze. Lo stesso ragionamento, insomma, che condurrebbe cioè
sempre allo stesso risultato (a -10° c’è freddo per esempio), può risultare
distorto, al rialzo o al ribasso, in virtù di fattori che hanno poco a che fare
con la ragione ma molto con l’impensabile. L’umore, una sgridata, un colpo di
vento, un calo glicemico, la mancanza d’acqua. A volte, sottostimando, si
rischia di avere reazioni che gli altri possono considerare inappropriate: a
-10° c’è freddo ma io esco lo stesso senza piumino. Oppure, sovrastimando, di
essere scambiati per degli esagerati: un’erezione per un lembo di coscia piuttosto
che per un corpo nudo in spiaggia. La verità sta nella condivisione della
proporzione: non si è mai né temerari né esagerati, solo diversi.
domenica 16 novembre 2014
"Ambiguità" di Gaetano Altopiano
Capisco quanto sia
ambiguo lo studio di Ingegneria Edile-Architettura (si chiama proprio
così, ambiguamente così). Si è, a fine corso, identicamente
ingegneri e architetti. Naturalmente solo per la branca edilizia. Lo
scopo era quello di creare architetti con cognizioni tecniche e
ingegneri con cognizioni artistiche fondando una sola figura. A
dimostrazione della totale incompetenza architettonica degli
ingegneri che progettavano case e della medesima incompetenza, ma
tecnica, degli architetti che progettavano case. O dell’incompetenza
di chi ha rimodulato l’ordinamento universitario convito di fare il
bene delle due categorie ma fallendo miseramente persino il conio di
un nuovo nome. E’ senz’altro
così lo suppongo.
sabato 15 novembre 2014
"Senza titolo" di Gaetano Altopiano
…
Ho il timore di avere dimenticato qualcosa. Mi guardo
allo specchio. Controllo le tasche. Guardo la scrivania, il pc,
un’ultima occhiata. Ma che è? Ripasso mentalmente le ultime cose
che ho fatto: è tutto a posto, c’è tutto, ma intanto la
sensazione mi assilla. Ricominciamo. Guardarsi allo specchio,
controllare le tasche, guardare la scrivania, il pc, ripassare in
testa le ultime cose che ho fatto. Il titolo, cazzo.
venerdì 14 novembre 2014
giovedì 13 novembre 2014
mercoledì 12 novembre 2014
"Deflagrazioni" di Gaetano Altopiano
Fabbricai
la mia prima bomba nel ‘78. In realtà fu anche l’ultima e non si
trattava neanche di una bomba vera. Solo una bottiglia di latte
Stella mezzo piena di benzina e uno straccetto che fungeva da
miccia. Una scarsissima, ma proprio scassatissima, molotov che non
riuscì manco a prendere fuoco. “Diversamente abile”, diremmo
oggi. Il primo concetto compiuto, invece, in tema di esplosioni,
l’avevo formulato già qualche anno prima dopo uno schiaffone
consegnatomi da mio padre per motivi scolastici: avevo capito che al
lancio di un oggetto potenzialmente pericoloso seguiva
inevitabilmente un effetto deflagrante. Fu solo intorno agli anni 90
però che conobbi il significato algebrico di una “bomba” e certo
non per merito di Gregory Corso né per tutti i possibili riferimenti
bellici. La fruttivendola di Via Umberto I a Marineo che si diceva
avesse ben 3 amanti oltre al marito: due tette da guinness dei
primati. Mi capitò di sfiorargliele e mi illuminai: contatto /
energia x velocità = propagazione cinetica del calore x 2.
martedì 11 novembre 2014
"Traguardi" di Gaetano Altopiano
Arrivano
primi quelli che parlano a braccio. Poi, quelli che fanno orecchio da
mercante, quelli che a naso pensano di capire e quelli che hanno
fiuto per certe cose. Seguono certi che a occhio stimano le misure e
altri che hanno l’orecchio musicale, alcuni che a pelle riconoscono
le persone e altri ancora che sempre vogliono dare una mano. C’è
poi un pollice verde, due mani d’oro, una lingua di serpente, un
dente avvelenato, un occhio di riguardo, un pelo nell’uovo, un
bernoccolo per certe cose e uno che fa da spalla, uno che fa sangue,
uno che ha un piede nella fossa, uno che invece è una roccia e uno
che fa lettera muta. Gli ultimi sono una faccia di bronzo, due teste
di cuoio, uno che non ha peli sulla lingua e uno con uno stomaco di
ferro.
lunedì 10 novembre 2014
domenica 9 novembre 2014
"Sogni e misfatti" di Gaetano Altopiano
Siccome tutti i
protagonisti dei nostri sogni soggiacciono a un’unica regia, la
nostra, la mattina non possiamo che svegliarci esausti. Dare voce e
compiti ad ognuno è un lavoraccio. Assegnare le parti, far
coincidere luoghi e situazioni, fare in modo che i dialoghi abbiano
un senso, tentando, alla fine, di creare una storia che sia più
avvincente possibile. In più occuparsi di scenografia, montaggio,
luce, suono. E questo tutto tutto da soli. Risultato? Ovvio, ogni
sogno è quasi sempre un fallimento, se non addirittura un evento
angosciante: ci sfugge tutto di mano, le ambientazioni si distorcono
e non c’è uno dei protagonisti che non finisca coll’infischiarsene
della parte e recitare per cazzi propri. Stanotte, ad esempio, ho
cercato disperatamente di far dire a uno dei miei figli “sì papà”.
Quello invece non faceva che ripetere “dammi i soldi dammi i soldi
dammi i soldi”. Mi sono svegliato distrutto.
sabato 8 novembre 2014
"La scala della necessità" di Gaetano Altopiano
Non sono a corto di
idee. Sono solo a corto di desideri. Che poi non è nemmeno esatto,
ecco, trovato: giustissimamente non ho nessuna voglia stamattina.
Mentre prendo un caffé penso, perciò, alla vecchia regola della
classificazione dei bisogni. A scuola, in economia, ci insegnarono
questo, una legge tanto sciocca che allora mi lasciò di stucco per
la sua incredibile banalità: la scala dei bisogni. Che poi
suddivideva le necessità in primarie, secondarie ecc. Nel caso
qualcuno non avesse chiaro, ad esempio, che quando si ha lo stimolo
cacare è più urgente di mangiare, se si ha sete passeggiare è meno
urgente che bere, respirare necessario in assoluto più che
immergersi in apnea.
venerdì 7 novembre 2014
giovedì 6 novembre 2014
mercoledì 5 novembre 2014
"Proposizioni" di Gaetano Altopiano
Il
mondo è tutto ciò che accade,
scirve Ludwig Wittgenstein. Fissando al tempo presente, e solo a
quello, la proposizione 1 del suo Tractatus logico-philosophicus.
Senza sbagliare di una virgola. Se il mondo è tutto ciò che accade,
allora, l’unico mondo è quello che ci sta accadendo. L’unico
possibile. Che, se considerato come unico possibile, è per forza di
cose anche un mondo inevitabile. Il
mondo,
infatti, continua Witt, è
anche la
totalità
dei fatti
(proposizione 1,1). Desiderando essere obiettivi, dunque, dobbiamo
smettere di lamentarci e fare un passo avanti andando oltre le
critiche inutili di cui abbiamo un po’ tutti le scatole piene:
perché, ad esempio, scandalizzarsi di un cartello con sopra scritto
“qui si noleggiano borse Chanel a euro 50 a settimana”? Questo è
il mondo. E' inevitabile. Difatti alcune signore entrano subito.
martedì 4 novembre 2014
lunedì 3 novembre 2014
"In difesa della debolezza" di Gaetani Altopiano
Quando
in un ménage a deux la moglie è molto più bella del marito, se non
l’unica dei due a essere bella, creare pettegolezzo è inevitabile.
Se poi, oltre a non essere adeguatamente bello, “lui” ha anche
un’aria un po’ comica e servile, si assiste a una congiura vera e
propria: ogni maschio che ne abbia voglia si sentirà autorizzato a
provarci. E infine, tra tanti, qualcuno riuscirà certo a far
tombola. Bene. Confesso che vista così, la cosa, non suscita in me
il minimo interesse: l’effetto è solo un sordido tentativo di
copulare, che non necessita di alcuna indagine tanto mi è chiaro. La
causa, però, merita un approfondimento. Domanda: è veramente la
bellezza di lei, o non piuttosto la bruttezza di lui a stimolare il
pretendente? Magari se questa “lei” fosse libera, cioè non
parametrata al compagno, non sarebbe altrettanto allettante. Anzi, è
quasi sicuro. E ancora: forse non è veramente la prorompenza di lei,
quanto invece la tragica dimissione di lui a provocare il
corteggiatore. Potrebbe? Io vado per la seconda ipotesi. Se così
fosse saremmo di fronte né più né meno che a un atto umanitario.
Una difesa della debolezza contro la tirannia della bellezza. Ma
maschio pro maschio. Ricordo, a supporto, che uno dei verbi più
usati nel lessico del dongiovanni, infatti, è “castigare”,
riferito al trattamento riservato all’amante.
"Cachemere" di Gaetano Altopiano
La faccia di
Brunello Cucinelli. I modi di Brunello Cucinelli. Gli abiti di
Brunello Cucinelli = Paolo Hendel coi capelli. Paolo Hendel sulla
scena. Paolo Hendel che spara cifre astronomiche. Una cosa però:
Cucinelli è uno dei pochi industriali del made in Italy di lusso a
non sfottere il cliente (al contrario di Prada, della Valle,
ecceteraeccetera, che predicano bene e razzolano male = cifre
astronomiche per prodotti fatti in Romania). Le sue cose sono fatte
esclusivamente in Italia, da personale italiano, con prodotti
italiani.
(Reporter,
Raitre, ore 23 di ieri sera)
domenica 2 novembre 2014
"Yahoo" di Gaetano Altopiano
Quello rimane a guardare a bocca mezzo aperta. Gli
altri si aspettano qualcosa, ma un sibilo tra il risucchio salivare e
il singhiozzo incipiente è tutto ciò che riesce a produrre. Pensava
che Yahoo fosse solo una delle società pilota di internet, non che
in realtà la parola avesse origini molto antiche. Gli Yahoos,
infatti, sono personaggi inventati da Jonathan Swift nei Viaggi di
Gulliver. Ma lui che non è né vivo né morto, né alto né basso,
né magro né grasso, né caldo né freddo, che cosa poteva saperne?
sabato 1 novembre 2014
"Reazione a catena 3" di Gaetano Altopiano
A
causa dello studio di una certa teoria che supporrebbe l’assoluta
erroneità della pratica della cremazione dei corpi a discapito del
processo di corruzione che equivarrebbe in termini biologici né più
né meno che alla gestazione del feto umano ma in un processo di
dissolvenza considerando quella teoria l’esistenza umana veramente
finita solo calcolando oltre alla vita anche la gestazione e il
disfacimento, provo a documentarmi sulla decomposizione cadaverica .
Errore. Fotografie a dir poco raccapriccianti. Nausea e vomito, mio
malgrado, meglio avrei fatto a occuparmi d’altro. “Un clic,
dopotutto è un colpo di pistola.” Dice mastro Ciccio. “Allo
stomaco” aggiunge mastro Gaetano.
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