Verrà stabilito
abbastanza presto che la Statistica è una “scienza” tra le più inutili: serve
solo a fare conteggi che non dicono niente, o quasi, ma che anzi distorcono la
realtà con effetti disastrosi su chi, magari tra 50 anni, dovrà rileggere quei
dati e utilizzarli. Potremmo per 8 anni registrare estati caldissime, per stare
in argomento con le temperature di questi giorni, con punte massime di 45 gradi
e minime di 30, e alla nona e decima estate avere massime di soli 20 gradi e
minime di 15 che abbasserebbero la media degli ultimi dieci anni da 37,5 a 33,5
riportando a livelli normali (in media) estati che invece erano state
caldissime. Un dato che riletto e interpretato a distanza avrà modificato la
storia raccontando il falso. La Statistica consegna dati surreali: bambini fino
a 5,9 anni che soggiornano gratis; italiani che nel 2065 vivranno più di 85,7
anni; giorni trascorsi in vacanza dai tedeschi 45,8; italiani sopra i 6 anni
che quest’anno dichiarano di non aver letto neanche un libro 33 milioni.
giovedì 31 agosto 2017
mercoledì 30 agosto 2017
MAGNIFICO CONTRONATURA di Francesco Gambaro
Odore di vernice, di vernice
blu, di stanze blu, di pareti che non odorano di verde, di edere blu, di
orizzonti scomparsi, solo trompe l’oeil in dissolvenza, dalla materia a una nuvola
di un profumo chimico, anti zuolo, antiumano, zanzareno. Magnifico contronatura.
martedì 29 agosto 2017
QUEGLI EXTRACOMUNITARI DI TEXANI di Francesco Gambaro
Venissero al Centro
Sperimentale di Prevenzione Calamità Naturali di Ischia a mettere giudizio e a
temere di più l’antieuropeista Trump che il nostro Gentiloni.
lunedì 28 agosto 2017
IL BUIO 3 di Gaetano Altopiano
Vista
nel modo a-prospettico ogni conclusione può essere inappellabile.
Non contano le premesse. Nei casi a-prospettici di omicidio, per
esempio, le fasi sceniche non vanno verso un punto centrale e non si
succedono ma avvengono simultaneamente, e non un personaggio spunta
in ritardo sull’altro ma tutti intervengono nel medesimo istante
confondendosi nella scenografia e rendendo impossibile definire ogni
ruolo, proprio per la mancanza d’azione: la vittima può essere
l’assassino e l’assassino la vittima, o entrambi sia l’uno che
l’altro o addirittura entrambi né l’uno né l’altro e
poliziotti e spettatori, in quei casi, vivono nell’ossessione di un
delitto che in effetti potrebbe non risolversi mai ma che in realtà
è risolto in partenza dato che ogni prova, perennemente, è sotto
gli occhi di tutti. Compreso la possibilità che non ci sia alcun
delitto.
ALICUDI di Francesco Gambaro
Arrivati
che ancora non si vede meta la scecca si ferma. I miei sospetti sul
perchemmai chiamano mulattiere questi sdruccioli princhi rampicanti
si focalizzano in Adriana. Adriana, così dice di chiamarsi la mia
scecca, alza testa orecchie e occhi a indicare la fine della salita.
Aggiunge: la tua amica tedesca abita là, ciao. Raglia, giravolta e
intraprende prudente la discesa. Mi afferro a un cespuglio di capperi
per non scivolare. Il tramonto tramonta da più versanti dell'isola,
ubiquamente.
domenica 27 agosto 2017
sabato 26 agosto 2017
INVECCHIARE, PROBLEMA PER ARTISTI di Francesco Gambaro
https://francescogambaro.wordpress.com/2017/08/26/invecchiare-problema-per-artisti/
venerdì 25 agosto 2017
IL BUIO 2 di Gaetano Altopiano
Avrebbe
voluto, unicamente, vivere di conoscenza lieve. Era un diritto.
Conoscere le cose solo per conoscerle, non per capirle: ingollarle
come faceva coi rossi da taverna. Dissetarsi, non farne qualcosa di
diverso. Avrebbe voluto unicamente accoppiarsi, riprodursi,
combattere per il suo harem e generare progenie. Fare che conoscenza
e comprensione fossero tempi diversi, la seconda successiva alla
prima e affidata ai venti gelidi della montagna. Ma altri prima di
lui pretesero di capire e di spiegare e questa consapevolezza
risultò insopportabile all’uomo che perse novanta chili in un solo
anno. Il corpo rotolò sulla frana di ghiaia, esanime. Schiattò alla
fine della stagione.
STORIE DEL SIGNOR JFK (94) di Francesco Gambaro
Il signor JFK, in
visita da sua figlia, è nauseato dal fetore di città che scaturisce
dallo scarico condominiale e dai gabbiani che galleggiano, pluviali e
guardiani, a pochi metri dal portone. Uscire e poi rientrare è come
superare un checkpoint, il Muro di nuovo. Prova a tapparsi le nari
ma, alla sua età, non si controlla e scatarra. Non va bene così.
Tramite App, sua figlia gli modifica l'olfatto, registra il puzzo
sotto la voce gelsomino. Il signor JFK ora trova che il profumo di
merda è ancora più delicato e assoluto dell'acqua di Parma. Sta
ritto quando varca il portone, sembra proprio rinato mentre osserva
controluce la fuga di ali bianche. Esce e rientra assiduamente,
porgendo il naso a destra, porgendo il naso a sinistra, sfiorando
ogni volta il panama in ossequio alla signora portiera.
giovedì 24 agosto 2017
UN VIAGGIO IN METROPOLITANA di Gaetano Altopiano
La
secchezza è la migliore qualità di uno che vuole raccontare.
Dilungarsi in particolari che non attengono al corso della
narrazione (arredamenti, abbigliamenti, minuziose descrizioni
fisiche) è inutile, oltre che rischioso: il lettore, o anche
l’ascoltatore, rinuncia molto più volentieri di quanto si pensi.
Allorché si è costretti a un minimo di descrizione ambientale,
però, lo si faccia come accade nella realtà, dove un viaggio in
metropolitana dura il tempo necessario per guardare davanti a sé
immersi nei propri pensieri, e dove di rado ci si accorge di come
siano fatte le cose che ci circondano a meno che - in quel momento -
non debbano entrare a far parte della nostra vita in modo definitivo.
Epicamente.
mercoledì 23 agosto 2017
LA NON TANNUTA di Gaetano Altopiano
Nel
Mar Mediterraneo, Portopalo di Capo Passero, Siracusa, scoperta una
nuova specie di pesce:”Chlorurus rhakoura”, della famiglia dei
Pesci pappagallo, finora osservato solo nelle acque indopacifiche
dove peraltro è anche abbastanza raro (Ansa). Si tratta di 6
esemplari di una quarantina di centimetri rimasti impigliati nelle
reti di un peschereccio e attualmente allo studio degli zoologi meno
due - malauguratamente finiti sui banchi del mercato. L’ipotesi è
che siano stati trasportati dentro le acque di zavorra di una qualche
grande nave con malfunzionamenti nei sistemi di pompaggio, e non
sarebbe neanche il primo caso. Uno dei due non allo studio, venduto
al ristorante “da Enzo” a Marzamemi, spacciato per “Tannuta”
e del peso di circa unoeduecento, è stato consumato con contorno di
patate da delle amiche di mia moglie che con la mania di fotografare
i piatti al ristorante prima di consumarli (subito inviati su
WhatsApp ovviamente) hanno inconsapevolmente immortalato la rarità
che oggi io ho riconosciuto grazie al colore troppo scuro e alla
gobbetta troppo pronunciata, oltre che alla pinna dorsale
eccessivamente lunga e sfrangiata. Caratteristiche che di certo non
appartengono a una Tannuta.
SULLE RIVE DEL TONTO (16) di Francesco Gambaro
In
un centro commerciale a più piani, tra la folla. Lei pìù giovane
ma senza nome. Ci riconosciamo, a volte si avvicina con uno
spolverino, a volte con un trasparente leggero. Un bacio sulle labbra
e l'impressione di compiere una missione. Scendiamo per raggiungere
il mio ufficio, la mia borsa, il mio telefono. L'ascensore ci porta
all'ultimo piano, su un antico terrazzo poppato di vestagline e
mutandine. Lei, con un aggeggio verde, blocca l'ascensore e i
passeggeri restano chiusi dentro. Scendiamo sorvolando le scale. Mi
mostra, tirandola fuori dal suo vestito senza tasche, la collezione
di pennini stilografici, nessuno della stessa misura, tutti fuori
misura, stagnati a spillo. Fuori dal centro, e senza essere riusciti
a trovare il piano, la perdo di vista. La ritrovo accanto una
bancarella che sta provandosi degli occhiali. Si gira verso di me
facendo con la testa la gatta, gli occhi oscurati da occhiali di
legno trapezoidali. Rido di gusto e le dico, divertenti, forse un po'
impegnativi. Li toglie, rovista. In questo preciso momento io temo
con gioia dentro quale carne conficcherà i suoi pennini.
martedì 22 agosto 2017
lunedì 21 agosto 2017
LA SCOPERTA DEL PERADAM (finis) di Francesco Gambaro
https://francescogambaro.wordpress.com/2017/08/21/la-scoperta-del-peradam-finis/
domenica 20 agosto 2017
LA SCOPERTA DEL PERADAM (9) di Francesco Gambaro
https://francescogambaro.wordpress.com/2017/08/20/la-scoperta-del-peradam-9/
sabato 19 agosto 2017
LA SCOPERTA DEL PERADAM (8) di Francesco Gambaro
https://francescogambaro.wordpress.com/2017/08/19/la-scoperta-del-peradam-8/
venerdì 18 agosto 2017
SULLE RIVE DEL TONTO (15) di Elio Coniglio
Con un irritante zirrichio di gomme la ‘Cinquantamila’ si ferma sotto il malinconico pino mediterraneo cresciuto sul limitare del vasto piazzale, al momento, vuoto. Ho appena spento il motore quando noto sul cruscotto un lampeggiare insistente, ipnotico, sospetto… Sgrano gli occhi sulla chiave ancora stretta e forteforte tra indice e pollice poi, mentre li giro verso la spia capricciosa, sposto a casaccio la leva degli indicatori di direzione: finalmente la spia verde si spegne ma ora sul cruscotto rosseggia beffarda la spia della batteria! Prontamente riavvio il motore, ingrano la marcia e lancio la Simca a tutta velocità…. Solo più tardi, nel preciso istante in cui, per l’ennesima volta, la ‘Cinquantamila’ si riferma con lo stesso identico, irritante zirrichio sotto il solito albero, mi è chiaro che è lei a guidare me e non viceversa… Scendo dall’auto, vi lucertolo attorno testando con dei mirati calcetti sul battistrada la pressione di ogni pneumatico e un solo attimo dopo, imponendomi di non voltarmi verso il sensuoso turchese nuvolo della ‘Milletrecentouno’, allungo il passo puntando dritto verso l’ingresso principale della vicina stazione ferroviaria. attraverso senza problemi un metaldetector, quindi imbocco una lunga scalinata che, strozzata a intervalli regolari da pettorute barriere metalliche, scende giùgiù fino alla biglietteria, affollatissima. Ultimo di una interminabile fila, mi accorgo quasi subito d’essere il solo, tra i tanti in coda, a non avere bagaglio. Ma l’Occhio, irrequieto,, abbandona presto le sagome anonime di coloro che mi precedono, vola senza esitazioni verso l’esterno e sfarfalla per un bel po’ tra i binari prima di posarsi sull’acciaio brunito della locomotiva che, stanca d’aspettarmi, sbuffa fumo…
LA SCOPERTA DEL PERADAM (7) di Francesco Gambaro
https://francescogambaro.wordpress.com/2017/08/18/la-scoperta-del-peradam-7/
domenica 13 agosto 2017
LA SCOPERTA DEL PERADAM (6) di Francesco Gambaro
https://francescogambaro.wordpress.com/2017/08/13/la-scoperta-del-peradam-6/
sabato 12 agosto 2017
LA SCOPERTA DEL PERADAM (5) di Francesco Gambaro
https://francescogambaro.wordpress.com/2017/08/12/la-scoperta-del-peradam-5/
venerdì 11 agosto 2017
LA SCOPERTA DEL PERADAM (4) di Francesco Gambaro
https://francescogambaro.wordpress.com/2017/08/11/la-scoperta-del-peradam-4/
giovedì 10 agosto 2017
LA SCOPERTA DEL PERADAM (3) di Francesco Gambaro
https://francescogambaro.wordpress.com/2017/08/10/la-scoperta-del-peradam-3/
mercoledì 9 agosto 2017
LA SCOPERTA DI PERADAM (2) di Francesco Gambaro
https://francescogambaro.wordpress.com/2017/08/09/la-scoperta-del-peradam-2/
LA FALENA di Gaetano Altopiano
Da
un paio di giorni, aprendo il frigorifero, notavo una macchiolina
scura su uno dei ripiani: sarà un avanzo di qualche cosa, pensavo,
una pagliuzza, una crosticina di pane. La sera mi decido e prendo la
macchiolina scura tra le dita guardandola sotto la luce: è una
farfallina delle case, morta congelata, non so più da quanto tempo a
questo punto. Magari nascosta tra la frutta, o in un cespo
d’insalata. Di loro scopro non resistono a temperature prossime o
sotto lo zero, e infatti è proprio morta stecchita quando la metto
in un posacenere. Il posacenere accanto allo schermo del mio pc,
ossia, esattamente di fronte. Da dove meno di cinque minuti dopo la
farfallina si alza in volo roteando verso il soffitto. Post mortem.
martedì 8 agosto 2017
LA SCOPERTA DEL PERADAM di Francesco Gambaro
https://francescogambaro.wordpress.com/2017/08/08/la-scoperta-del-peradam/
lunedì 7 agosto 2017
LA POSSIBILITA’ di Gaetano Altopiano
In teoria, ogni volta che beviamo e ognuna che mangiamo andiamo incontro a una possibile morte. Si trova di tutto sciolto nei liquidi e nei solidi che ingeriamo: batteri, microrganismi letali, veleni, per non parlare del rischio meccanico legato all’ingestione vera e propria. Ma accade quasi mai, perché il nostro sistema immunitario e la nostra fisiologia sono praticamente perfetti. Tuttavia ogni volta andiamo incontro a una possibile morte. Cos’è dunque questa “possibilità”? Un fatto annoverabile tra quelli che potrebbero accadere sulla base della storia di fatti analoghi precedenti e dell’osservazione della pericolosità sull’uomo di quei batteri, quei microrganismi letali, quei veleni che in laboratorio hanno dimostrato esserlo con un certo numero di campioni su un dato più esteso. Praticamente solo il risultato di uno studio. Per i coltivatori del Neolitico, difatti, non esisteva la “possibilità”. E’ stata la conoscenza ad averla creata, non la natura.
LA LUNGA SCIA DEL SENSO DI COLPA DEI TEDESCHI di Francesco Gambaro
Dietro
la Iuventa sequestrata ci sono le ong tedesche, dietro le ong
tedesche gli attuali proprietari come la denazificata Maria
Furtwangler, attrice e imprenditrice miliardaria, sposa del
denazificato Hubert Burda, forse il più ricco magnate e editore
germano. Curare la facciata di ogni comunità affaristica è, come si
sa, un precetto d'immagine sotto la specie di pubblico e esibito
umanitarismo. I volontari dello Iuventa, come tutti i volontari, sono
buona gente, disinteressati anche a chi regge loro le spalle. La
Furtwangler, unica attrice cui nessuno può applicare lo sprezzante
anatema a Gustaf Grundgens nel Mephisto di Klaus Mann: vai via,
attore! (perché se è il re che gioca a fare l'attore, se è Nerone
il suonatore, bisogna abbassare la testa e tacere) la Furtwangler
dicevo, con queste azioni fuori-borderò continua a togliersi,
sassolino dopo sassolino, i sensi di colpa di un popolo che non ha
saputo dimenticare se stesso né quello che ha fatto, che sotto il
costume di scena, tiene ancora a cuccia il dobermann geneticamente
modificato che è in lui. E' facile sgamare i reviviscenti guerrieri
tedeschi se si considera il recente rifiuto di firmare il codice di
condotta italiano sui migranti. Temuti oggi come allora, quando,
prigionieri degli inglesi, dagli stessi venivano trattati con
militare riverenza. Degli italiani ne facevano strame, tanto che
ancora oggi, alcuni ex prigionieri preferiscono ricordare la guerra
piuttosto che il periodo di prigionia sotto i trinciamacina inglesi.
domenica 6 agosto 2017
UNA CAMICIA A QUADRI di Gaetano Altopiano
Si
è tanto parlato di rifugi antiatomici, ma ora non più. Negli anni
tra i cinquanta e i settanta ci fu un vero boom di istallazioni e in
stati come l’America fiorirono industrie specializzate. Ricordo di
averne visti in documentari tv anche abbastanza spesso. Tanta
richiesta nasceva dalla paura di un terzo possibile conflitto
mondiale che in anni come quelli, di piena guerra fredda tra Stati
Uniti e Russia e di proliferazione degli armamenti nucleari, si
rischiò davvero a quanto pare, ma che oggi sembra un fatto
lontanissimo e del tutto scongiurato. La scala scendeva fino a quota
meno 4-5 dal piano di campagna, si accedeva attraverso una botola
ermetica e si entrava in un mondo di cemento armato e umidità.
Scatole di conserve, taniche d’acqua, maschere antigas,
l’occorrente per scrivere, farmaci e batterie d’auto. Quello che
mi colpiva, però, non era tanto il luogo quanto l’uniformità dei
proprietari che conducevano il cronista nell’ispezione di quelle
camere stagne: indossavano tutti la stessa camicia a quadri e avevano
tutti lo stesso taglio. Tutti. Possibile che il regista non se ne sia
mai accorto?
ENTROPOLOGIA DELLA TAZZINA DI CAFFE' di Francesco Gambaro
Perché
i manici delle tazzine di caffé di uso giornaliero si rompono dopo
mesi, anni, lustri e mai il primo giorno di lavoro? La non
deperibilità della materia di cui sono fatte elude Kronos. Perché
diavolo dunque? Perché pur'essi tengono anema dentro. Un'anima
sensibile al nostro calo di attenzionalità, percepito come
umanamente ingrata disaffezione.
sabato 5 agosto 2017
SULLE RIVE DEL TONTO (14) di Elio Coniglio
Ancora
un'alba.
Le
mille ridondanti tagliole di un sogno ristagnano fra le marezzature
del guanciale.
L'occhiaia
di oggi è sputata uguale all'occhiaia di ieri.
Le
goccioline di pioggia stamane non fanno il tipico plif plof! Ma nelle
pozzanghere i soliti cerchi d'onde plumbee imprigionano le nuvole
afone del cielo agostano squarciato da lampi squillanti.
Passi
frenetici regalano fregole al pigro sentiero di foglie marcescenti
che, abbandonato dai più, si perde nel folto di un bosco vecchio di
giorni. Accompagnandolo senza chiedere nulla in cambio, ad un certo
punto della notte si giunge in una radura al centro della quale, tra
le stoppie, crepita un fumoso fuoco da bivacco. I gelidi pallori di
una luna assai occhiuta smacchiano i tavoli e le panche di pietra. E
in sordina, tra i rami più in alto, accordando ben benino le
orecchie, si sente il mormorio rossiccio degli aghi di pino.
Un
bruco smeraldino si contorce accanto a un filo d'erba secca: lo
divoro con gli occhi salvandolo, una volta per tutte, dagli assalti
corali delle formiche...
SUPERFICIALITA’ di Gaetano Altopiano
Possiamo considerare “intelligenza” e “intuizione” come sinonimi, dato che entrambe hanno a che fare esclusivamente con la comprensione, forti del fatto, inoltre, che della prima non esiste una definizione ufficiale nemmeno in campo scientifico (solo tentativi) e dell’altra, da sempre considerata una qualità innata, non si conoscono né origini né meccanismi. Sappiamo, però, che sono diverse, anche se la loro fenomenologia è ingannevole, e non cadiamo nell’errore di giudicare qualcuno solo perché a pelle ci sembra antipatico, ma ne cerchiamo le prove. Se lo facciamo è solo perché siamo “superficiali”. Altra qualità indefinibile. Perlopiù sconosciuta.
INTRAMOENIA (Josef Powrozniak) di Francesco Gambaro
https://francescogambaro.wordpress.com/2017/08/05/intramoenia-josef-powrozniak/
venerdì 4 agosto 2017
OSSIGENAZIONE CELLULARE di Gaetano Altopiano
Ma è possibile che ogni volta che infilo la porta di casa io debba beccarmi almeno una puntura di zanzara? Sul fatto pareri discordanti. C’è chi sostiene dipenda dalla mia ossigenazione cellulare: scarsa ossigenazione = emissione eccessiva di anidride carbonica, che i Culicidi sentono a decine di metri di distanza e che sarebbe il motivo principale delle loro fameliche incursioni. C’è però chi sostiene l’opposto: la mia buona ossigenazione sarebbe il motivo dei loro raid, poiché corrisponde a una scarsa (o normale) emissione di anidride carbonica che le tristi cercano disperatamente e che individuano tra centinaia di altri composti gassosi, doveste respirare anche a 40 metri di distanza. Peggio, ovviamente, se vi trovate sulla loro strada.
IL SENSO DI JFK PER LA POVERTA' (Infanzia di JFK) (94) di Francesco Gambaro
Si
ritrovò - per caso, durante le sue prime vacanze romane, con la
manina nella mano di suo padre che nemmeno sapeva, da turista incolto
e cocciuto, di essere finito in un museo, perdippiù il giorno
dell'inaugurazione dello show-action di un tale Michelangelo
Pistoletto – dentro il quadro che adorna polveroso la rimessa del
bunker. Questo tale stava a rimirarsi davanti bellissimi specchi,
grandi come una navata di cattedrale, quando tira fuori dal tabarro
un martello grosso così e comincia a colpirli, scheggiandoli e
distruggendoli a uno a uno. A'mbecille! sentì gridare dalla parte
del popolino. Arte povera der cazzo! dalla parte del pubblico
intellettuale. Vide lo scatto istintivo delle gambe dei guardiani
bloccarsi nell'indecisione. Poi, a ogni colpo, le urla di tanti
bambini, lanciati verso l'uscita con le braccia protese in cerca di
salvezza, anche dai genitori. Nel quadro si vedono solo loro,
inseguiti da una informe esplosione colore cobalto. I loro volti sono
invece molto realistici. JFK cerca di individuare il suo. C'era anche
lui che scappava, tra quelle bocche dilaniate dal terrore. Ma dov'è,
ma chi è l'infante JFK? Sembrano tutti maledettamente uguali.
giovedì 3 agosto 2017
COSA NON SI FA PER SENTIRSI PIU' IMPORTANTI di Francesco Gambaro
Sarebbero
15 ma, per lei, dieci. Non ci conosciamo, è la prima volta che lo
vedo. Sono costretto a dirgli grazie e rinuncio a opporgli il cinque
che di solito pago. PER LEI. Oggi mi sento più importante.
Reference
mood:
… urla
urla urla urla urla urla urla urla urla urla urla urla urla urla urla
urla
trovandosi
sempre molto simpatico. Tristan Tzara
SULLE RIVE DEL TONTO 13 di Gaetano Altopiano
Annaspo tra le foglie di un grande pioppocipresso sperando di fare chiarezza. Chi siete? Come vi chiamate? chiedo, ma esattamente non so a chi dei due io mi stia rivolgendo. Alzo la testa e misuro, 14 metri, guardo verso il confine e misuro, 70 litri, in cima in cima un sacco di plastica arenatosi dopo lo scirocco, in basso, radici che affiorano qua e là in cerca di frescura. Nessuna acqua qui. L’arsura finisce col prevalere su tutto: annaspo, sfoglio, forse persino grido, mi sveglio di soprassalto zappando con la destra sul materasso. Affiora un rivolo d’acqua. Bevo. Ma di quei due neanche l’ombra.
mercoledì 2 agosto 2017
2 GIUGNO 1946 di Francesco Gambaro
Domani voterò repubblica o monarchia? Mi piace sperare che con il mio voto cambierà la mia storia con Maria.
martedì 1 agosto 2017
TUSA 1 AGOSTO 2017 di Francesco Gambaro
88 anni portati regalmente. I vicini le gridano che si deve spostare. Lei dalla sedia, dalla terrazzina, dall'unico spicchio di ombra e di fresco li punta immota. Che c'ha da guardare? Perché è così sfacciatamente insolente? Questa, ve lo dico io, ha l'occhiu gravusu. Lei, una bambola di cera di 88 anni, non batte palpebre. Potrebbe essere cieca: invece non ci sente.
Iscriviti a:
Post (Atom)