lunedì 11 dicembre 2017

ASPIRATORI di Alfonso Lentini



Inghiottitore di rumore: creare silenziosità, succhiando ogni suono; perlustrare ogni angolo, ogni lato. Che non rimanga neanche una pagliuzza!

Macchina mangia-occhi: dirottatore di sguardi, ti arpiona allo schermo. Guardare là, e in nessun altro luogo. Tappare il mondo.

Apparecchio aspira-idee: ordigno molto robusto, così deve essere, e va tenuto ben saldo per il manico. Perché le idee, sentendosi in pericolo, oppongono una forsennata resistenza, si dimenano, si attorcigliano, si difendono colpendo ogni cosa all’impazzata con quelle loro codazze pesanti da alligatore folle.


STORIE di Giuseppe Zimmardi


Gianfranco, scende dalla metropolitana e tende la rosa presa al ristorante verso la prima ragazza carina che gli viene incontro. Il suo sorriso si trasforma in smorfia quando di scatto ritrae il braccio e la rosa. La radiosa meraviglia della ragazza sfiorata dal fiore permane oltre la delusione.

ABBECCEDARIO ARBITRALE di Giuseppe Giraldi


16/04/2014

Abbecedario  
A è sempre il simbolo di qualcosa
Dall’astronomia classe spettrale di stelle di colore biancoaventi temperatura superficiale compresa fra 7500 e 11.000 K alla musica  
la nona nota
fino alle autostrade alla biochimica e all'elettricità
Ampere
A bocca aperta
riposo fondamentale della lingua
in fenicio toro ed in greco alfa
l’inizio fino alla fine di zet-a
da ah ora mi ricordo ad ah lo sapevo già (riscoprendo il sepolto dell’aula fredda
ricordandola come prima lettera imparata a scrivere
A di albero sulla parete dietro la cattedra della prima elementare
ma anche A di abete e di aritmetica
la prima che t’introduce nell’altro mondo  
quello che trasmette anche a chi non conosci cose per intero o per metà del cammino di un’intera vita 
come l’unico giorno che ricordo mentre le altre 25  lettere
se ne sono andate di conseguenza come le possibilità  che diventano infinite
come il fatto scatenante che è stato leggere della morte per
avvelenamento da metalli pesanti di un dente cariato in oro del bisnonno
o per la protesi ad un'anca rotta in un incidente di dieci anni prima
così ho scritto
noi ripiegheremo mentre ogni dio cadrà
la linea di confine è il fatto scatenante
è curioso quando s’incazza ma stramente e non mi piace
Ah le stelle sono il seme di se stesse
il circolo polare artico un buon motivo per cui combattere
una formica si sacrifica per molto meno di una briciola


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la “A” è semplice ma può essere composta articolata ed indicare lo svolgimento di qualsiasi riferimento da prefisso privativo
o l’AB d’allontanamento   sull’abaca vegetale  in cavi marini o abaco calcolatore
a tabella d’esecuzione dei tiri a fuoco
come tavola degli antichi romani per esporre il vasellame
alla parte terminale di una colonna o balaustra che può essere anche una cimasa  o estremità
o d’abalietà la cui esistenza dipende da un altro
mentre Dio è credere all’aseità (cioè che si è fatto da sé
dai tempi dei tempi immemorabile (abantiquo
forse nell’abarico - punto della linea immaginaria in cui la forza gravitazionale della terra e della luna è nulla
mentre abasia è il disturbo dell’andatura
ed abate viene dall’aramaico abba (padre ed acqua (come del gruppo pop scandinavo
poi vediamo che ci sono un abat-jour nell’abaton e l’abaya con la quale è vestita la guida
dirigendosi verso una lampada nel sotterraneo sacro del tempio in sopravveste islamica femminile
(spiegando opere)  mi chiedo perché queste tre parole sembrano siano  collegate da un significato profano arbitrale

Scrivere - 2 di Gaetano Testa



scrivere é coitare senz'al­tro incentivo che l'es­serci della scrit­tura. é indizio crudelis­simo del­l'incompletezza dell'esserci.
co­s'ha la scrittura di tanto erotico? bisogna chiederlo a gli oc­chi. e gli occhi a me dicono che nella scrittura tro­vano l'intera umilia­zione del vedere - senso pieno di un nulla dal quale viene fuori un'e­nergia senzanome che porta ovunque ci sia qualcosa a cui perciostesso diventa ne­cessario dare un nome. - scrivere che é la sola cosa che faccio quando interrompo di farmi nella vita. e non mi piace. non mi può piacere. é un atto cen­sorio perento­rio che scancella se stesso mentre si viene svolgendo. si fa così l'espe­rienza del nonsenso di ogni simmetria. e della beffa che circonda l'esserci del numero. la cosa (lo scri­vere - l'arte la poe­sia...) perciò é bella (erotica) perché descrive il non­senso & la beffa - che sono signi­ficazioni che arrivano qui (nello scrivere) da universi imperativamente ignoti l'uno al­l'altro. (é micidiale che il ns universo pratico fatto di tanto scrivere e di tanta scrit­tura ostenti un'indifferenza - se non una vera di­menti­canza - brutale verso un tale corpo del suo stesso fare/essere).

STORIE DEL SIGNOR JFK (119) di Francesco Gambaro




Lei collasserà. JFK ricorda spesso questa sentenza del suo medico di famiglia quando, più di settanta anni fa, dichiarò il suo scheletro imperfetto: vertebre in sovrannumero, costole scomposte e sterno pollastro. Purtroppo questo sistema crollerà, se ne faccia una ragione. Il giovane JFK se ne fece una ragione e per circa settanta anni ha vissuto con l’enigma dell’improvviso crollo della sua architettura ossea. Improvviso è un’idea di tempo, relativa alla personalità invertebrata di JFK.

domenica 10 dicembre 2017

DOLOMIE PARLANTI di Alfonso Lentini


STORIE di Giuseppe Zimmardi


Un ragazzo e una ragazza si baciano nell'attesa della metropolitana in una lunga apnea che sembra continuare nei baci di un'altra coppia all'interno del vagone in corsa. Alla prima fermata lui scende e lei lo saluta a gesti oltre lo scivolare della bussola, dal finestrino e nella fuga delle luci in partenza. Mimano con gioia il loro segno d’intesa. Quando il convoglio prende velocità lei, si siede. Abbandona la testa sullo schienale del sedile. Nel suo viso né tristezza né gioia. Si è spenta. Tira fuori il cellulare. Intorno al display sono attorcigliati una quantità spropositata di elastici. Ci gioca.