La convinzione di avere poco
tempo ci accompagna per tutta la vita. Anche quella secondo la quale l’uomo non
sarebbe nato per mangiare carne. Ci si trascina, quindi, tra impegni mai del
tutto risolti, a forza di diete vegetali. Le tribù della Papua Nuova Guinea
mangiano regolarmente proteine animali (anche umane) e in particolare organi
importanti come il cuore o i genitali: sostengono così di acquisire la forza e
la virilità che in quell’organo erano contenute. Anche Umberto Veronesi,
dicendo “siamo quello che mangiamo”, sostiene la stessa cosa.
martedì 31 dicembre 2013
lunedì 30 dicembre 2013
"Umanità tre" di Gaetano Altopiano
Ombretta è una bambina di dieci anni e pesa a occhio e croce quaranta chili. Faccia rotonda, capelli neri. Non particolarmente carina, né intelligente, ha una voce sottile e insidiosa, sono almeno 300 hertz. Non sa giocare, mangia in continuazione ed è dispettosa: invitata, ha preteso che il nostro cane fosse chiuso in garage, genitori imbarazzatissimi. A malincuore, si è proceduto. Mia suocera, l’indomani, ci racconta di averla sognata: a vent’anni restava incinta di un cingalese, andava a servizio, le amputavano una mano, finiva la giovinezza battendo i marciapiedi.
domenica 29 dicembre 2013
"Umanità due" di Gaetano Altopiano
Un film che è una novità assoluta. Di più. Siamo a livelli superiori, ai massimi consentiti dalla sopportazione emozionale: i precedenti, porno compresi, per quanto illustri, non sono nemmeno paragonabili. Preparatevi, il tema è esplosivo: Nymphomaniac, di Lars von Trier, storia di Joe e dei suoi 50 anni di malattia, 240 minuti di noia che diventano più di 300 nella versione integrale. Un supplizio. In Italia, “coraggiosamente”, lo producono Ginevra e Lapo Elkann. Dovremmo tutti andare a vederlo. Essere solidali.
"Di Renzi di Cerasa e di come cadono le foglie" di Francesco Gambaro
http://francescogambaro.wordpress.com/
sabato 28 dicembre 2013
"Umanità" di Gaetano Altopiano
L’uomo addetto alla
segnalazione, nei cantieri stradali, è il Moviere: stop, via libera,
rallentare. Lavoro svolto manualmente ma anche, da un po’, solo un omino
meccanico che muove in continuazione una bandiera. In Spagna, ad esempio,
nell’88, visto personalmente: dove usavano rulli compressori larghi quanto le due carreggiate e dove
restammo per un’ora buona in colonna. Di quest’omino riconobbi utilità ma non
beneficio (dato che il fermo fu provocato dal fatto che si era inceppato a
bandiera rossa) e a mia moglie dissi qualcosa a proposito dell’attesa. Lei si
limitò ad ascoltare, non rispose. Fissava la mano del manichino che le sembrava
(disse) spaventosamente umana.
venerdì 27 dicembre 2013
"Sacrifici inutili, ma inevitabili" di Gaetano Altopiano
I cento migliori ristoranti d’Italia non sono i peggiori. E’ un dato. Mi chiedo, è veramente un’affermazione logica? Potrebbe, ma potrebbe anche non esserlo: il fatto che sia stato “qualcuno” a sancire questo primato fa la differenza. Difatti un ristorante qualsiasi, non necessariamente primo o ultimo di una qualunque classifica, potrebbe essere buono o non buono, migliore, appunto, o peggiore di altri. E’ solo il gusto personale che lo rende diverso. Ma il giornalisticogastronomico stabilisce un podio. I commensali prenotano, si sacrificano, a prescindere dalla verità.
giovedì 26 dicembre 2013
"Pagine memorabili (e amici insostituibili)" di Gaetano Altopiano
Grazie. Grazie per avermi fatto sapere che la mutazione del cromosoma 8 porta al “daltonismo” totale. Che in genere i daltonici sono meno di uno su trentamila, ma che a Pingelap sono il dieci per cento dell’intera popolazione. Che non solo non distinguono i colori, ma che addirittura non sopportano la luce tanto da uscire all’aperto solo al buio della sera. Pensa. Quello che mi ha lasciato di stucco è però sapere che, a sentirli dire, il chiaroscuro mostra loro variazioni di luminosità normalmente nascoste agli altri esseri umani. Che quella visione non teme confronti coi più accattivanti tra i colori. C’entrerà qualcosa “Film” e Buster Keaton?
(Judith Schalansky, Atlante delle isole remote, Bompiani, pagina 98)
mercoledì 25 dicembre 2013
"Michele S." di Gaetano Altopiano
Michele Strogoff avrebbe preferito viaggiare d’inverno, piuttosto che in luglio, per come in effetti gli accadde. Poiché, nonostante il freddo non sia certo preferibile al caldo, la neve è talmente abbondante da rendere le pianure della Siberia perfettamente uniformi e percorribili in slitta, mezzo che, come si può immaginare, poteva accorciare di molto quel viaggio. Nel caso non lo sapeste uccise il suo primo orso quando era appena un ragazzo. Oltre alle centinaia di altre bestie che si possono immaginare. Ma questo (tutto questo) non basta: nessuno crede più allo Zar o a animali come il lupo, l’istrice o il gatto selvatico. I miei figli rientrano alle sei del mattino, quando io mi alzo per il primo caffè.
"Giornale del 24" di Gaetano Altopiano
L’oroscopo di oggi gli consiglia: fase crescente, bel tempo, incontri inaspettati, soldi, gioco vincente, baci dai parenti. Auto da cambiare all’anno nuovo e amore a gonfie vele. L’uomo guarda nello specchietto e pensa: fase crescente, incontri inaspettati, soldi, gioco vincente, baci dai parenti. Auto da cambiare all’anno nuovo e amore a gonfie vele. Poi guarda la sua propria faccia che non lo convince. Più si avvicina, più questa non lo convince. Accosta la Fiat 500 e si spara. (Villabate, 23/12).
martedì 24 dicembre 2013
lunedì 23 dicembre 2013
domenica 22 dicembre 2013
"Il rasoio che motu proprio" di Nicola Di Maio
il
rasoio che motu proprio
disobbedì
alla mano e tranciò
di
netto tre quarti del mio baffo
(quello
destro) acrobata
assieme a un urlo
fece
un volo dentro il cesso
il
barbiere a consulto
sghignazzò
sdentato e greve
meditò
allargò le braccia
e
risoluto “tagliamo l’altro” disse
(riferendosi
al sinistro)
e
disse ancora: ad opera compiuta
e
a mio conforto: “senza baffi
mi
sembra più ragazzo glielo giuro”
e
infatti ora mi strizzo l’occhio
e
in questo specchio nudo
gioco
a dadi con me stesso
"Il misantropo tre (shi wueng)" di Gaetano Altopiano
Il maestro Shi Wueng pratica
il Kung Fu interiore. Sarebbe corretto dire “vive” il Kung Fu interiore, dato
che l’arte marziale è uno stile di vita, non banalissimo sport. Il piccolo Wueng a sette anni fece un sogno:
sognò che si sarebbe guadagnato da vivere praticando un’arte e a quattordici prese
i voti ritirandosi nel convento Shaolin, sui monti Songshan della Cina
settentrionale. Scelse di fare la tigre, poi l’orso e alla fine il leopardo.
Oggi è una scimmia: trascorre il tempo in meditazione, beve estratto di bambù e
non usa più la parola.
sabato 21 dicembre 2013
"Il misantropo due (io)" di Gaetano Altopiano
Volevo precisare meglio. Nel
tentativo (maldestro) di aggiustare le cose, di ridare dignità (?) o
(soprattutto) di salvare le apparenze, qualcuno reinventa le parole, ovvero le
definizioni, convinto che sia necessario se non addirittura indispensabile. Ci studia sopra e partorisce, letteralmente
dico: ma solo aborti di parole. Vuote e fasulle. Inutili, per esempio, a
rendere meno infelice la vita agli infelici. Questi signori, un tempo chiamati
giustamente “somari” oggi si definiscono “diversamente intelligenti”.
venerdì 20 dicembre 2013
"Il misantropo" di Gaetano Altopiano
Bello è: avere pochi rapporti con i propri simili. Bellissimo è: non averne affatto. Sei selettivo amico mio, ami solo il caffé di casa e sei ipercritico nei confronti degli altri. Non sopporti gli odori, detesti anche soltanto sentire parlare. Disumano direi. E te lo dico infatti. Forse dovrei smetterla di chiamarti amico, penso che la definizione adesso non ti si addica, non credi? Trovare un termine più adatto. “Diversamente amico”. Trovato.
giovedì 19 dicembre 2013
"Conservazione due" di Gaetano Altopiano
Scoperto finalmente il
segreto per rimanere giovani. Non basta soltanto lo sport, il divieto di fumo,
una dieta più o meno rigida: il rapporto tra trigliceridi e colesterolo (buono)
deve dare un valore inferiore a 2. Meglio se 1 - 1,50. Si è studiato infatti che in alcuni
soggetti, i diabetici per esempio, dove questo valore è invece molto più alto,
si ha invecchiamento precoce. Ovviamente anche cerebrale. Gli zuccheri, quindi,
presenti un po’ dovunque in natura, avrebbero un ruolo fondamentale nella
storia dell’evoluzione umana e regole come questa, se osservate, probabilmente
cambiano il corso della storia.
mercoledì 18 dicembre 2013
"Non muoiono mai" di Gaetano Altopiano
Niente ne sapevo
dell’allunaggio cinese, io continuo a lavorare alle ville e giardini del
comune, a farmi la mia vita e a sbevazzare come al solito (Taverna del tiro,
ndr). Tutto normale. Se può influire sull’andamento dei mercati? E che ne so,
non ci capisco niente di queste cose. Forse l’hanno fatto perché sulla luna c’erano andati i russi e gli
americani, prima, solo che quelli hanno fatto un gran rumore e questi ci sono
andati in assoluto silenzio. Certo, sti cinesi sono strani in effetti: pagano
solo in contanti, non possono fare figli, dormono in dieci nella stessa stanza
e spediscono i loro morti nei container. Mai visto funerali. E poi, cacchio, si
mangiano pure i cani.
martedì 17 dicembre 2013
"Conservazione" di Gaetano Altopiano
Il Gasometro di Via Remo
Sandron. Alle spalle dell’Ucciardone, se consideriamo il carcere dal suo
ingresso principale, proprio di fronte, se lo consideriamo dal lato
dell’ingresso dei magistrati. Uno scheletro, se lo guardiamo dal basso. Un
pozzo gigantesco se guardiamo dall’alto. Né più né meno che il colosseo, ma di
travi di ferro, visto nell’insieme. Archeologia urbana anni ’50. Enrico a
tavola domenica ore 13: i nostri corpi rimarranno integri e si conserveranno a
lungo, molto a lungo. Parliamo di secoli. La carne non subirà alcun mutamento e
rimarrà incorrotta. Merito di tutti i conservanti che abbiamo ingerito.
lunedì 16 dicembre 2013
"Satchmo (Bocca di sacco)" di Gaetano Altopiano
Giulio Verne a undici anni
scappò di casa. Soffriva di borborigmi, nondimeno scrisse “Vingt mille lieues
sous les mers” e inventò il capitano Nemo. Era il 1870. Io vidi per la prima
volta il Nautilus in Tivvù, non sul suo libro, nello stesso identico bianco e
nero delle pagine del romanzo, all’incirca un secolo dopo e con l’aggiunta
delle musiche di Satchmo Armstrong. Tra il ‘70 e il ‘75 direi, in una
indimenticabile, bellissima serie televisiva di film per ragazzi che si
chiamava “Avventura”. Mi viene la pelle d’oca. Non ricordo nemmeno se ci fosse
ancora il secondo canale. Questo, a proposito della scomparsa dell’ultimo
indiano d’America (13 dicembre 2013).
domenica 15 dicembre 2013
"(La mia)" di Gaetano Altopiano
See-through, trasparente:
quello che vedi e che non vedi. Materia fatta per studiarci dentro, atomi
supervuoti, quattordici chilometri tra l’involucro e il primo elettrone, vetro,
sostanze gassose, acqua, distillati. Una mano attraverso la quale intravedi le
ossa. Una bara di cristallo, mettiamo, la teca di una reliquia. Mezza bottiglia
di Vermentino, le calze di Dita von Teese o l’orecchia con tutte le sue
venuzze. Vetrine di negozio, carta velina, cellofan. Onde televisive.
Elettricità. Radiazioni. L’impronta digitale (la mia) sulla parte interna di un
cristallo.
"Per George Perec a 77 anni 9 mesi e 3198 giorni dalla nascita" di Francesco Gambaro
http://francescogambaro.wordpress.com/
sabato 14 dicembre 2013
venerdì 13 dicembre 2013
"Le vite degli altri" di Gaetano Altopiano
Piazza San Francesco Di
Paola, dicembre, Berlino Est. File di persone, uomini perlopiù, leggono i
giornali tenuti sottovetro. Mai visto prima. Si alternano a gruppi di cinque,
sei, sono davvero in tanti vedo le loro teste, nessuno compra. L’aria è gelida
come si fosse nel 66 – 67 e anche il colore del cielo, le auto, a guardare
bene, non sono che grigiore assoluto. Dal tabaccaio quasi mi aspetto il resto in marchi, televisore ben
piantato alla parete: affitti, telegiornale Rai, da adesso vanno pagati solo con
bonifico, la morsa antievasione dà un’ulteriore, salutare stretta. Bene.
Seguono prossimi giorni misure eccezionali stop. Prinz NSU verde, polizia in
borghese a comando: il soggetto esce adesso dal negozio tabacchi, presunta
direzione via Stabile, procediamo, passo.
giovedì 12 dicembre 2013
"Equazioni" di Gaetano Altopiano
Per quanto non sia affatto un amante del lotto, né tantomeno un giocatore, oggi rifletto. Un numero puntato su una qualsiasi ruota (si chiamano così ma ne sconosco il motivo) ha due sole probabilità di risultato: può uscire o non uscire. Nessun’altra. Le due probabilità sono perfettamente uguali, numericamente identiche, cioè cinquanta e cinquanta su cento e questo, ragionevolmente, dovrebbe incoraggiare chi gioca, ed è così infatti: si convince di un più che possibile successo. Nella realtà, però, le cose sono un po’ diverse. Il fatto che statisticamente una volta su due un numero potrebbe essere estratto vuol dire anche che potrebbe non essere estratto mai, e anche questo è noto al giocatore che, ragionevolmente, dovrebbe esserne scoraggiato ma nonostante tutto persevera. E’ convinto che “prima o poi” arriverà il suo momento. Pensiamo ora alle probabilità, appunto, in termini di “successo” o “insuccesso” e al gioco come evento che accade in uno spazio/tempo (il nostro). In questo contesto le due probabilità sono immodificabili da leggi fisiche, tranne nell’ipotesi di malafede, ovviamente. Non dipendono dal numero di tentativi del giocatore, né da altri fattori che non siano soltanto 'il caso'. Un caso che potrebbe non avverarsi mai. Insomma, l’equazione puntata / tempo = vincita (successo) non esiste. Il gioco avrebbe senso in una dimensione senza tempo: il giocatore non avrebbe ragione di sperare, poiché la speranza non esisterebbe, e il numero puntato, non dipendendo dal tempo in termini di evento che accade o può accadere, sarebbe estratto continuamente.
mercoledì 11 dicembre 2013
martedì 10 dicembre 2013
"Promozioni 2" di Gaetano Altopiano
Si dice che Matteo Renzi
abbia un rapporto consolidato con la premier tedesca. Si incontrano a quanto
pare, o lo hanno fatto diverse volte in passato. Se è vero bisogna ammettere
che questa signora ha un talento particolare nel riconoscere i vincenti. O c’è
sotto dell’altro?
lunedì 9 dicembre 2013
"Promozioni" di Gaetano Altopiano
Perché dovremmo fare altro se non quello che ci piace? Facile. Perché il piacere è il risultato di una selezione: ci arrivi empiricamente e solo dopo avere sperimentato anche il contrario. Il dispiacere. Non solo. Diciamo che il piacere è una serie di dispiaceri che gli sono stati indispensabili, un po’ come operai stanno a fabbrica, dieta sta a linea, sobrietà sta a ottime transaminasi. Promozione del contrario.
domenica 8 dicembre 2013
"La ragazza di Trieste" di Gaetano Altopiano
Non che io sia particolarmente sensibile ma guardare certe foto mi fa veramente effetto. Alcune, poche però, pochissime, scopro che addirittura fanno in me qualcosa di ulteriore: supereffetto. Hanno potere evocativo, di forte incantamento. Quella che ho visto oggi, per esempio (bianconero di Ferreri, Ben Gazzara e Bukowski), inaspettatamente mi ha fatto ricrescere i capelli, reso la pelle nuovamente liscia, mi ha rialzato persino di cinque centimetri. E’ incredibile l’effetto esercitato dall’amore, dall’innamoramento dovrei dire: di botto mi ricordo di una donna per cui stravedevo. Ornella Muti. Magnifica. Il film, ovviamente, è quello di Pasquale Festa Campanile protagonisti lei e Gazzarra. Aveva ventisette anni, io venti.
sabato 7 dicembre 2013
"Tre volte niente" di Gaetano Altopiano
Niente da fare. Nisba. La mia natura viene sempre fuori. Essere non qualcun’altro, certo, ma qualcos’altro, provarci almeno, in ogni discussione, nelle scelte, cercare di adattarmi a mondo e circostanze in previsione di possibili guadagni. Del tutto inutile. Devo ogni volta camuffare, dissimulare, mistificare, e questo con dispendio di energie che la salute non sopporta e che non portano ad alcun risultato, tanto che puntualmente la voglia viene meno e mi ritiro. Il tema è: avere torto o ragione. Anzi, avere torto o ragione? Un mestiere che non farei mai è l’avvocato, per esempio. Uno di quelli in cui, come a un militare, accade l’irreversibile: si smette definitivamente di essere ciò che si è e si diventa altro: avere ragione, sempre. Aule di tribunale, vita di tutti i giorni, studi professionali (perennemente, insopportabilmente, alle sei del pomeriggio).
venerdì 6 dicembre 2013
"Niente 2" di Gaetano Altopiano
Rispetto al fatto che avremmo potuto avere
duecentocinquantamilioni di facce diverse, più o meno lo stesso
numero di ipotetici caratteri, di diversi modi di pensare, di
ammalarci addirittura o di scrivere l’autografo, le nostre
possibilità di scelta sono davvero limitate: prendere o lasciare.
giovedì 5 dicembre 2013
"Niente" di Gaetano Altopiano
Non ho più buoni orgasmi. Non
quelli di una volta, intendo. Da ragazzo davvero sentivi il black-out con il
mondo, era come tranciare i cavi della luce: più il taglio era secco più eri
felice, non per il sesso soltanto, o per il puro piacere, quanto per la soddisfazione
di averla personalmente spuntata. Nel minuto seguente ogni azione ti era
impossibile, persino quella del pensiero. Per quel minimo, ma equilibrato,
soddisfacente spazio di tempo restavi finalmente inattivo. Tutto si
interrompeva e tu semplicemente godevi. Non eri in attesa, non speravi in
niente.
mercoledì 4 dicembre 2013
"Incidenti" di Gaetano Altopiano
Per capire alla perfezione un
concetto come “incidente”, provate a pensare a questo: Cate Blanchett viaggia
su una corriera in compagnia del marito (Brad Pitt), una strada che si
arrampica sul Grande Atlante, in Marocco. Lei si è assopita, la testa poggiata
al finestrino, l’uomo segue con gli occhi i tornanti sempre più alti. Sulla
cresta di uno dei rilievi, intanto, due pastorelli giocano col fucile del
padre. Un’arma da caccia grossa, precisa e potente, che l’uomo ha avuto in
regalo da un turista. Puntano verso il burrone, fanno finta, mirano al pullman,
ma il più piccolo all’improvviso spara. L’incidente non è altro che un “clang”
ovattato: il vetro che si buca. E’ il sussulto della donna; l’uomo che ancora
non capisce. Un rivolo di sangue (nemmeno tanto forte) che comincia a
colare.
(da BABEL, di Alejandro
Gonzalez Inarritu)
martedì 3 dicembre 2013
"Diete di silenzio" di Gaetano Altopiano
eMi piace quando tutti
smettono di parlare. E’ un momento d’oro. Quando le idee sono finite, le bocche
asciutte, le cose dette e ridette e ognuno rimane in silenzio. Un godimento
mistico, giuro. Nessuno, finalmente, deve più dire la sua, si è sollevati
dall’obbligo: uomini e donne acquistano dignità e anche lo spazio diventa un
luogo di preghiera, si è pronti infine a tacere. Al bar, per esempio, fateci
caso: c’è un attimo, ma appena uno, in cui si sentono solo i rumori della
natura, scarpe che scricchiolano, delle stoviglie, un colpo di tosse, ma
neanche l’ombra delle parola. Io sono ben disposto alla simpatia,
all’improvviso disponibile, a qualcuno in quel momento stringerei perfino la
mano.
lunedì 2 dicembre 2013
"Inaffidabilità" di Gaetano Altopiano
Certe volte il mio stomaco “digerisce durissimo ferro”*. Altre non vuole saperne, nemmeno un semolino o un passato di carote. Niente. Eppure, le mie abitudini sono quasi da caserma: regolarità di orari e di alimenti, poco vino, molto movimento.Vallo a capire. E’ come coi sentimenti, certi giorni volete bene a qualcuno, altri lo detestate, senza che quello abbia fatto in effetti niente di male e senza che voi, dalla vostra, abbiate avvertito alcun mutamento. Lo stesso vale per il lavoro, per il tempo: dover decidere, nessuna voglia, c’è il sole, piove. Oggi non è proprio giornata.
*(M.Moore, il Gerboa)
domenica 1 dicembre 2013
"Riccardo" di Gaetano Altopiano
Mi mostra una medaglietta e
un diploma. Terza liceo Convitto Nazionale, anno 2012, primo, dico primo,
dell’istituto. La scuola è quella di Corso Vittorio Emanuele a Palermo, e lui
solo un bambino allungato troppo (avrebbe detto la Munro ). Il primo tra duetrecento
ragazzi, capite? Pensavo fossero cose di
altri tempi e invece. Si legge: lo studente si è distinto per assiduità,
profitto e merito. Firma del Rettore e di due esaminatori. Riccardo ripone gli
oggetti in uno dei cassetti di un
mobiluccio all’ingresso. Si scende in trattoria. Non so se essere felice per
lui o per me.
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