Giulio Verne a undici anni
scappò di casa. Soffriva di borborigmi, nondimeno scrisse “Vingt mille lieues
sous les mers” e inventò il capitano Nemo. Era il 1870. Io vidi per la prima
volta il Nautilus in Tivvù, non sul suo libro, nello stesso identico bianco e
nero delle pagine del romanzo, all’incirca un secolo dopo e con l’aggiunta
delle musiche di Satchmo Armstrong. Tra il ‘70 e il ‘75 direi, in una
indimenticabile, bellissima serie televisiva di film per ragazzi che si
chiamava “Avventura”. Mi viene la pelle d’oca. Non ricordo nemmeno se ci fosse
ancora il secondo canale. Questo, a proposito della scomparsa dell’ultimo
indiano d’America (13 dicembre 2013).
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