venerdì 28 febbraio 2014

"Bilanci 2" di Gaetano Altopiano


A me i peperoni fanno schifo, ad esempio. Perché dovrei mangiare cose che detesto solo perché è quello che offre la piazza? Preferisco morire di fame piuttosto che avere nel piatto uno di quei cosi pericolosamente indigesti. Anche io comincio a starmi un po’ sul cazzo, ultimamente. Monotematico. Inutile. Proprio come un peperone.   

"La mia passione per le seppie" di Francesco Gambaro

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giovedì 27 febbraio 2014

"Bilanci" di Gaetano Altopiano


Non so di cosa parla esattamente quando mi dice: “il resoconto di una vita.” Una di quelle affermazioni che ti spiazzano. Penso che il resoconto sia una nota spese, una fattura o un quadernetto su cui pazientemente si sia annotato ogni bacetto scucito e ognuno incassato. Poi, però, penso si riferisca a un Bilancio, un documento molto più serio e complesso dove c’è attivo e passivo, beni ammortizzabili, profitti e perdite, stato patrimoniale, utile o perdita d’esercizio. Poi guardo la sua testa che si staglia contro uno sfondo che ha dell’incredibile. E capisco. Ecco il resoconto di una vita: Figura di donna con paesaggio marino.      

"Innamorarsi di un numero e non lasciarlo mai più" di Francesco Gambaro

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mercoledì 26 febbraio 2014

"Teoria della massa omicida" di Gaetano Altopiano


Si finisce sempre col voler somigliare a qualcuno. Non solo fisicamente, fosse anche soltanto nell’azione di zuccherare un caffè o pisciare in una latrina. E’ un processo inevitabile, lungo e faticoso, cui tutti si è soggetti ma dove il successo arride solo ai meticolosi, che però questa volta sono la moltitudine. Dalla semplice citazione all’acquisto di un paio di scarpe nulla va trascurato. L’omologo non rischia. Meglio essere larghi. Si direbbe solo un fatto di costume: essere uguale agli altri rende più forti, è comodo, non ci si lambicca tanto il cervello, e in un ipotesi ottimistica può condurre addirittura al successo. In realtà è un retaggio del Paleolitico: quando l’uomo mangiava la vittima a scopi mistici, convinto di rubarne le proprietà e di diventare qualcun altro. Un occidente che in futuro non tenda al vegetariano ci spaventa. In teoria dovremo temere la massa. 

"In difesa dell'ignoranza" di Francesco Gambaro Shapiro

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martedì 25 febbraio 2014

"Pronto?" di Gaetano Altopiano


E’ mai possibile che ancora nessuno abbia scoperto il modo per non perdere i capelli? Un rimedio vero contro la cellulite? Un sistema per allungare la minchia? La sostituzione della parola “Pronto?” con una che significhi veramente qualcosa?

"Chi ci rovina lavita lasette" di Francesco Gambaro

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lunedì 24 febbraio 2014

"Finis poloniae" di Gaetano Altopiano


Ieri ho rivisto Giulietta Tymoshenko. E’ terribile quello che è diventata dopo la prigionia: niente a che vedere con la donna bellissima che era appena quattro o cinque anni fa. Mi sarò fatto decine di seghe pensando a lei. La cosa che mi faceva impazzire erano i suoi capelli, quella lunghissima treccia bionda arrotolata sulla zona occipitale. Uno schianto. Da Kiev arrivò anche Victor senzacognome, 1995, un ragazzino di dieci anni spedito in Italia, insieme a tantissimi altri, a respirare aria pulita dopo il disastro di Cernobyl’. Tre settimane a casa dei miei cognati che subito si resero disponibili. Il giorno della partenza fu terribile: nessuno riusciva a trattenere le lacrime, come fosse davvero figlio o nipote nostro. Poi, il rientro nella città russa. Un’unica telefonata di ringraziamento (l’Ambasciata). Fine.  

"Che Carmelo Bene in punto di morte"

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domenica 23 febbraio 2014

"Tuberi" di Gaetano Altopiano


Questa mania di chiudermi nell’autocommiserazione mi ha reso più pericoloso di quanto pensassi. Sarebbe meglio dire ingiusto, o intransigente, o, magari, addirittura “crudele con me stesso”, volendo dare a ogni cosa il nome adeguato e esser precisi. Ma “pericoloso”, per quanto sciocco e inutile come aggettivo (è solo una pre-qualifica), nel caso devo riconoscerlo appropriatissimo. E’ quello che più si avvicina al concetto di “cattivo”. Parola che non avrei voluto nominare. Al posto di pronto soccorso, dove stanotte i miei mi hanno portato d’urgenza, questa parola mi ha dato la nausea, tanto spingeva forte per uscire: ferite da taglio, emorragia, attaccatura del polso e avambraccio sinistro. Lei, l’infermiera, cercava di essere gentile in tutti i modi, fingendo persino di non sentire gli insulti. Era meglio non si immischiasse: mi era odiosa senza che ne avessi motivo, anzi. Più riconoscevo la mia imbecillità, più sentivo il bisogno di offenderla. Al punto che la donna esplose e rivolgendosi al medico disse che ne aveva abbastanza. Mentre io, finalmente, sentivo le palpebre più pesanti, e il braccio farmi un po’ meno male. ”Benedetto il fuoco della mia inferiorità” pensavo concentrandomi. E a mio padre, al suo difetto fisico. E a mazzi di Begonie, tra i miei tuberi preferiti. 

"Sepolti & cremati" di Francesco Gambaro

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sabato 22 febbraio 2014

"Racconti straordinari 2" di Gaetano Altopiano

La Mosca, ordine dei Ditteri, famiglia dei Muscidi, genere Musca, nel tipo comune è un insetto di circa 8 millimetri. Ha forma tozza, è alata, e ha un apparato boccale succhiatore privo di mandibole. Vive in tutto il mondo e predilige il caldo. E’ molto diffusa all’interno delle abitazioni umane dove prolifera nutrendosi dei resti dei commensali. Depone le uova a mucchietti e in dieci giorni passa dallo stato di larva a quello di individuo adulto. E’ anche vettore di germi patogeni, veicolo di trasmissione di malattie che vanno dalla Tubercolosi al Carbonchio.


Zoologia: M.comune, M. degli asparagi, M. delle barbabietole, M. cavallina, M. della carne, M. delle ciliegie, M. del formaggio, M. della frutta, M. olearia, M. tse tse.


Tecnica: in Fonderia, piccole pallottole di argilla, stucco o materiale plastico; in Mineraria, piccolo aggregato di minerale.

(Fonte Treccani)

"Citazione da Mao Tse-Tung

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venerdì 21 febbraio 2014

"Racconti straordinari" di Gaetano Altopiano

Il potere della suggestione è incredibile. Pensate che uno Yazidi, membro di una setta Trans-caucasica, non riuscirebbe a uscire da un cerchio disegnatogli intorno finchè qualcunlo (che non sia lui) non venga a cancellare il disegno. Se si costringe lo Yazidi a uscire con la forza, questo cade in catalessi e si riprende solo se riportato all’interno del cerchio. Lo stato di catalessi dura fino a tredici ore. Lo racconta Georges Gurdjieff, di Aleksandropol’, in “Incontri con uomini straordinari”, 1960.


"Le rose di Vensant" di Francesco Gamparo

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giovedì 20 febbraio 2014

"Consulto " di Emanuele Diliberto


"I solitari" di Gaetano Altopiano


In materia di relazioni sociali, siamo gli unici ad avere la libertà di azione. Gli unici in tutto il regno animale: un pinguino, per fare un esempio, non si sognerebbe di allontanarsi dalla colonia per intraprendere una carriera in solitaire. Non credo sia dovuto solo alla nostra maggiore intelligenza. Fosse così nessuno seguirebbe esempi fallimentari come quello del matrimonio o delle società commerciali. E’ che noi, semplicemente, spinti da un “superdesiderio”, un bel giorno decidiamo di restare o di partire, di riprodurci o di restare sterili anche senza la minima ragione. Senza seguire più alcun ordine naturale. Per questo a una certa età meriteremmo la forca. 

"I piatti di ceramica di Santo Stefano Camastra" di Francesco Gambaro

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mercoledì 19 febbraio 2014

"Silvan" di Gaetano Altopiano

E’ raro che un “bambino prodigio” diventi anche un adulto prodigio. In genere questi esserini, per quanto ci abbiano stupito, finiscono disintegrati come ogni altro anonimo del pianeta. Questo perché il prodigio non regge la misura col tempo: l’uomo non vede l’ora di liberarsene. Provate a pensare a un Silvan (mago emerito) che in ogni istante della sua vita produca incessantemente giochi di prestigio. Un incubo.


"Sempre più cinico Diogene" di Francesco Gambaro

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martedì 18 febbraio 2014

"Hobrama" di Emanuele Diliberto


"Differenze fondamentali" di Gaetano Altopiano


La storia dei quattro (o cinque) ragazzi che abusano di una compagna di scuola nella provincia lombarda o ligure (tanto che importa) come “notizia” non ci ha colpito più di tanto. I quattro finiscono in gattabuia e da lì in una comunità di recupero. Ottimo. Quella che ci colpisce, invece, è la giornalista del tg4 che non riesce a non specificare il tipo di abuso subito dalla povera ragazza: rapporto orale. E’ più forte di lei, e lo comunica all’intera nazione. Perchè si distingua, naturalmente, da quello manuale, vaginale, anale, ascellare, che sono tutt’altra cosa. 

"Born in the water" di Francesco Gambaro

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lunedì 17 febbraio 2014

"Dialoghi esemplari e costruttivi" di Gaetano Altopiano

Chigurh: Ben fatto. Non la mettere in tasca, amico, è il tuo portafortuna.
Il vecchio: E dove vuole che la metta?
Chigurh: Dove ti pare, ma non in tasca, si mescolerebbe con le altre e diventerebbe una moneta qualunque.
Silenzio.
Chigurh: E di fatto lo è.




(da Non è un paese per vecchi, dei Fratelli Coen)

"Peperoncino boys" di Francesco Gambaro

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sabato 15 febbraio 2014

"Investitura" di Emanuele Diliberto


"Facce" di Gaetano Altopiano

Nella materia biologica di alcuni, qualche cosa non va. Mi spiego. Tutto sembra essere proporzionato, armonioso, sincronizzato in termini di crescita avvenuta, braccia, gambe, capelli, cervello pure, ma non la faccia. Quella no. Alcune sembrano non fare parte del corpo cui appartengono, ma essere lì per errore. Come la faccia di un cinese nel corpo di un italiano, per esempio.


"Turner in the sky" di Francesco Gambaro

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venerdì 14 febbraio 2014

"Anopluri" di Gaetano Altopiano


Nessuno va mai da nessuna parte. Non si è mosso nessuno. Mai. Rimangono tutti qui, e prolificano. Generano figli e i figli altri figli. E questi ancora figli e figli. E dovessero muoversi, lo fanno solo per finta o se ne vanno soltanto in giro. Dopo un poco ritornano, e non ripartono. Hanno una loro specifica dottrina: vivere del sangue altrui e diffondere malattie che i medici scambiano sempre per altro. Dura così da un tempo incalcolabile, e non hanno la facce che vi aspettereste, ma quelle che mai avreste potuto pensare: quella, quella accanto, l’altra a destra lì nella sedia in alto, e quell’altra. Quella che cerca di darsi arie che non ha. Pidocchi.    

"Arrivo" di Emanuele Diliberto


"Tremate tremate i porci son tornati" di Francesco Gambaro

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giovedì 13 febbraio 2014

"Giovanardiane" di Emanuele Diliberto


"Sospetti" di Emanuele Diliberto


"Staffetta" di Emanuele Diliberto


"Un ago" di Gaetano Altopiano


Mi sono misurato con cose più grandi di me: il futuro e la disperazione. Io, che ero nato migliaia di anni fa, creato per vivere nelle savane, per non sapere mai enumerare, adorare gli spiriti dei boschi e per sconoscere persino i processi della digestione, sono l’unico che ora comprende l’enormità del tempo. I miei arti superiori sono i più abili della natura e con essi fabbrico il mio destino. Ho costruito l’ago, ad esempio, e il quaderno dove scrivo le mie impressioni. Lo tengo stretto in una mano mentre mi avventuro nel crepuscolo del venerdì.

"Le ose" di Francesco Gambaro

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martedì 11 febbraio 2014

"L'irreale" di Gaetano Altopiano

Dice Confucio: Ogni ospite, nel ricevere il primo calice, assuma un’aria grave, nel ricevere il secondo, però, un’aria deferente e felice. Dice anche che se in coscienza non pensi di avere sbagliato non c’è da sentirsi inquieti, né avere alcunché da temere. Questo dice l’Insegnante delle diecimila generazioni. E questo ripeteva mio padre nella mia gioventù, quando mi educava alla conoscenza del mondo e degli uomini all’ombra delle montagne dove mi sono forgiato. Orbene, io, in amore, non ho forse osservato alla lettera la prescrizione? Cosa potete rimproverarmi? Non ho forse solo la prima volta torturato mia moglie, e la seconda, invece, resa felice liberandola dagli affanni? Perché, dunque, mi trovo in questo carcere con l’accusa di omicidio?


"Svizzera" di Emanuele Diliberto


"Per liberare la città" di Francesco Gambaro

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lunedì 10 febbraio 2014

"Uno,due,uno" di Gaetano Altopiano

A chi soffre di sensi di colpa consiglio amichevolmente di leggere Ludwig Wittgenstein, Tractatus Logico-Philosophicus, proposizione n. I.2I: “Qualcosa può accadere o non accadere e tutto il resto rimanere eguale”. A chi non ne soffre, invece, ricordo che la concatenazione causa-effetto è così lunga da poter fare risalire la perdita di una corsa in autobus nientemeno che all’ultimo governo Crispi.


"Percepito" di Francesco Gambaro

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domenica 9 febbraio 2014

"I fiori blu" di Gaetano Altopiano

Il venticinque settembre milleduecentosessantaquattro il Duca d’Auge salì in cima al torrione del suo castello e considerò la situazione: Gli Unni cucinavano bistecche alla tartara, i Gaulois fumavano gitanes, i Romani disegnavano greche, i Franchi suonavano lire e i Normanni bevevan calvados. Tutta questa storia, disse, è una miseria. Si troverà mai via d’uscita? Settecentoquarantanove anni-mesi quattro-giorni quindici dopo, ossia, esattamente oggi, il sottoscritto ha lo stesso problema: apre il libro (I fiori blu), lo sfoglia, trascrive l’incipit, pensando di fare dedica al grande (Raymond Queneau). Poi pensa: tutta questa storia è una miseria, troveremo mai via d’uscita? E rinuncia.


"Spray al peperoncino" di Emanuele Diliberto


"Il papamostro" di Francesco Gambaro

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sabato 8 febbraio 2014

"Aperitivo" di Gaetano Altopiano


Persino Thomas Bernhard vi risulta tiepido. “Gelo”, un titolo che vi fa sbellicare per la sua tenerezza. Scherziamo? E’ entrando in luoghi come questo che si evolve il linguaggio, ossia, che si trovano le parole “appropriate”, e in passato, certamente, sarà andata così: al primo uomo che accese il fuoco, a quello che per primo volò su un pallone, o alla signora che, unica in tutto il mondo, pronunciò per la prima volta il termine “colf” per definire una cameriera. Mentre qualcuno vi parla all’orecchio (chi è?), appena dentro, pensate anche voi, come fecero quelli, alla sola parola che si adatti alla circostanza: glaciazione.  

"Nei lunghi tempi campagnoli" di Francesco Gambaro

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venerdì 7 febbraio 2014

"Sochi…forte" di Emanuele Diliberto


"Moltitudine 3" di Gaetano Altopiano

Tangenti nello spazio, indagato presidente Agenzia spaziale italiana. Appalti e corruzione in Calabria, truffe per oltre 40 milioni di euro. Bernie Ecclestone rinviato a giudizio per corruzione, si dimette dai vertici della formula 1. Tangente da 1 milioni ai compagni dell’Aquila, Cialente si dimette da sindaco. Le purghe del premier turco Erdogan, cacciati i giudici e i poliziotti che lo indagano. Arresti all’aeroporto di Punta Raisi, lavori truccati. Arresti a Livorno, maxi-sequestro di maglioni confezionati con peli di topo (Fonti: Sole24ore e Il Giornale del 7/2).


(Per chi non lo sappia il Topo è il primo segno dello zodiaco cinese: i “topi” sono passionali, leader e conquistatori. I nati sotto il segno del Topo hanno grande abilità e sono i più altamente organizzati. Leggo testualmente: “Il fascino naturale di un Topo e l’acuto comportamento esteriore lo rendono un amico attraente per quasi chiunque, ma essi sono solitamente altamente esclusivi e selettivi quando scelgono gli amici, e così spesso hanno solo pochi amici cari di cui si fidano.”)


"La moda delle carrozze in Palermo" di Francesco Gambaro

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giovedì 6 febbraio 2014

"Moltitudine 2" di Gaetano Altopiano

Hanoi (Chu Han), Vietnam, 3.500.000 abitanti. Frankfurt am Main, terza borsa al mondo per volume di scambi di azioni. Londra e Tokyo. La Cina è un mercato 30 volte quello italiano, soltanto di caramelle l’Italia, lì, vende 85.000.000 di euro (dato da aggiornare). Ogni secondo, nel mondo, 38.000 persone guardano siti porno. Xvideos ha più visualizzazioni della CNN. La nazione con la natalità più alta del mondo è la Repubblica del Congo. La Fiat ha 125.000 dipendenti. Il deficit italiano nel 2012 è stato: 2.300.039.452.055. I topi si riproducono 1,25 volte al mese (15 volte l’anno) partoriscono fino a 14 cuccioli. Popolazione mondiale stimata (fonte internet) 40.340.000.000.


"Moltitudine" di Gaetano Altopiano

Sarebbe sciocco pensare che il mio cane abbia dei sentimenti. Eppure, quando mi guarda, per come mi guarda, o quando addenta la mano senza mai affondare la presa, bè, quelle volte penso proprio ne abbia. Cioè, mi viene  il dubbio. Lo stesso mi succede quando guardo la moltitudine che mi viene incontro per strada: uomini? animali?  


"Staffetta" di Emanuele Diliberto


"Grasso che cola" di Emanuele Diliberto


"Degli uomini" di Francesco Gambaro

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martedì 4 febbraio 2014

"L'ultimo carnivoro (A Valery Larbaud) di Gaetano Altopiano

Nutrirsi di mollichine di pane. Bere sorsetti d’acqua. Fuggire le relazioni e liberarsi dei pensieri oppressivi. Fare che il proprio cuore batta non più di quaranta volte al minuto: sentendolo e regolandolo. Starsene immobili, vedersi smagrire (che si registri costantemente la perdita di peso). Niente farmaci, droghe. Astenersi da rapporti sessuali. Concentrarsi. La progressione (pressappoco venti minuti d’attesa), se rigida e bene applicata, vi condurrà verso lo stato estatico: non avrete più sofferenze, tutto vi sarà finalmente chiaro, e a quella cert’ora di quel certo giorno capirete che vi sta veramente accadendo. Sentirete distintamente il mondo che è dentro di voi: miliardi di colonie in guerra per la vita. Borborigmi. Sabato uno febbraio, alle 21 e 30, mentre attaccate (finalmente) una zuppa di interiora “alla palermitana”.


"Percezioni (Errate)" di Gaetano Altopiano


Nessuna soluzione è buona quanto un’ottima soluzione. Ma a dire il vero nemmeno se è ottima una soluzione può essere buona, proprio perché è qualcosa di più. Tra i due aggettivi c’è una bella differenza, eppure, nel quotidiano linguetico, il limite che li separa sembra essere tanto sottile (non lo è affatto) che quasi sempre vengono usati l’uno per l’altro. Cosa che accade per moltissimi altri aggettivi. Non più solo per un’errata valutazione in fatto di limiti, ma per approssimazione bella e buona. Anche in eccesso. A dirla meglio, per ignoranza conclamata. Diciamo buono ma intendiamo ottimo, carino ma intendiamo bello, e con i verbi, per esempio, diciamo “percepito” per sentito. Come la definizione data da Dambruoso dello schiaffo consegnato alla signora Lupo.    

"Se a Tusa non arriva neve" di Francesco Gambaro

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lunedì 3 febbraio 2014

"Zero" di Gaetano Altopiano


Dice Eduardo Zarelli sul Foglio (La dittatura unisex): “un tempo era la natura a decidere l’identità sessuale, oggi si ha facoltà di scelta”. Vero. Si decide di “essere” a dispetto dei cromosomi e, perlopiù, si decide di non essere proprio niente. La Mappatura genetica si impugna come un atto di tribunale. La soluzione alla grande crisi è veramente in atto: l’orientamento della civiltà occidentale è stabilito, zero nascite zero spese. Voilà.    

"Pennarelli" di Emanuele Diliberto

"The last day (nuvole carnivore)" di Francesco Gambaro

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"Salvata banconota da 50" di Francesco Gambaro

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