See-through, trasparente:
quello che vedi e che non vedi. Materia fatta per studiarci dentro, atomi
supervuoti, quattordici chilometri tra l’involucro e il primo elettrone, vetro,
sostanze gassose, acqua, distillati. Una mano attraverso la quale intravedi le
ossa. Una bara di cristallo, mettiamo, la teca di una reliquia. Mezza bottiglia
di Vermentino, le calze di Dita von Teese o l’orecchia con tutte le sue
venuzze. Vetrine di negozio, carta velina, cellofan. Onde televisive.
Elettricità. Radiazioni. L’impronta digitale (la mia) sulla parte interna di un
cristallo.
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