Nell’ora che precederà
l’assunzione del grande rimedio abbi cura di te e osserva alcune regole. Alzati
e lavati accuratamente, non tralasciando alcuna parte del corpo ma non
immergendoti del tutto, né in vasche da bagno né sotto getti caldi, di modo che
il purificarsi sia un’azione virile, non lasciva. Che non si confonda col
piacere: usa una spugna e un catino d’acqua tiepida come si usa fare con i
morti. Nient’altro. Mangia una colazione leggera fatta di pane scuro e un frutto, e astieniti dal
consumare latte o dal sorbire caffè, giacché la tua, per l’occasione, sarà solo
sussistenza, ed è solo dall’acqua che il nostro intestino trae giovamento e
pulizia e solo da questa traggono beneficio fegato, milza e tutti gli altri
organi che in te devono restare intatti, detersi e facilmente identificabili.
Muovi il tuo corpo simulando lo scontro
fisico e la battaglia marziale, intenzionalmente dunque ma in modo armonioso:
immagina la tigre e sii quella spaventevole in quell’ora, quando caccia e
s’insinua flessuosa tra i giunchi. Tieni i piedi uniti, poi, e imita la gru o
altro genere di animale molto ben equilibrato. Muoviti con pazienza e
liberati del fardello restando accovacciato: seme, feci, urina. Non fumare.
Quando dovrà accadere avrai già assunto la forma del pangolino, o formichiere squamoso - da questo lo capirai -
non sarai lungo più di trenta centimetri
e le tue scaglie adatte a combattere il fuoco. Avverrà tutto in un attimo: tieniti pronto, perché è molto veloce. Il grande
rimedio passerà come un lampo tra la porta della cucina e il soggiorno, e solo
per pochi secondi sarai illuminato dal suo splendore. Poniti sulla sua bisettrice
e lasciati attraversare dalle fiamme benigne. Al suo passaggio - concomitante
il tuo risveglio - vedrai solo il fumo che segue un bombardamento: avrai le
fauci asciutte, una grande sete, e squame sparse in ogni angolo
dell’impiantito. Ripeti l’abluzione del mattino e aspetta. Sii fiducioso.
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