martedì 14 novembre 2017

SE VI VOLETE LAVARE LE MANI di Francesco Gambaro




Se ti vuoi lavare le mani, usava dire una volta, il bagno è la seconda porta a sinistra. La tavola è apparecchiata, la zuppa di cipolle fuma al suo centro, il vino sta per essere stappato. L’ospite mi guarda risentito. Una convenzione di cortesia si è trasformata in un arrocco di offese. Con questo vuoi dirmi che ho le mani sporche? Che sono sporco, miserabile figlio di puttana? Sembrano parlare così i suoi occhi. Ma l’hai visto in che letamaio di cucina mi hai invitato, ma lo vedi come sei vestito, pezzente? non senti la tua puzza e stai dicendomi che puzzo? Non voleva essere un ordine, balbetto a mia volta con gli occhi. Ma oramai il danno è in atto. Lo vedo infilare la mano in tasca, rovistare nervoso il fondo. Cerco la più vicina arma di difesa, la soupière, la bottiglia di Amarone anche se mi duole il cuore sprecarla sulla sua testa. Intanto Robert De Niro mi ha dato le spalle e, con una mano in tasca, si è diretto verso la seconda porta a sinistra.

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