domenica 16 luglio 2017

A TAVOLA CON VAN EYCK di Francesco Gambaro



Oggi, soltanto i più piccoli editori curano stampa, carta, cucitura, rilegatura all'americana, fragranza olfattiva, riproduzione di immagini, refusi. Ritrovarsi in mano un libro Mondadori e sfogliarlo, oggi, è come aprire il proprio portafoglio, nemmeno personalizzato dal sudore. Piccoli editori come Skira, per esempio, di cui vò pasteggiando “Il mistero Arnolfini” di Jean-Philippe Postel, hanno in pancia molte di quelle qualità unite a una scelta di particolari della famosa tavola di Van Eyck. Certo ancora lontani dall'inarrivabile collana Astra Arengarium, della Electa degli anni Cinquanta. La patina argentata e fosforescente ce la sognamo però l'irraggiungimento tipografico è compensato dal racconto di un quadro del 1494 e di un pittore che, forse per la prima volta, dipinse la maternità sotto la specie di una donna col pancione.


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