martedì 25 luglio 2017

MESULID di Francesco Gambaro




Questo mio vicino di letto è rumeno, si chiama Vasyl Cosma. Tra catetere e intubazioni sparse sono sette le fuoriuscite artificiali del suo corpo. Mi è scoppiato lo stomaco, mi spiega in perfetto italiano. I medici, che hanno operato di ulcera il morituro, con quei sette tubi l’hanno tirato alla vita. Zoppicavo, non potevo andare a lavorare, il dolore al piede era insopportabile. Sul frigorifero una mattina di due mesi fa, ho visto la scatola di Mesulid di mia moglie. Ho provato con una pillola e dopo una mezz’ora il dolore è passato. Di nascosto, per due mesi, ne ho prese due o tre al giorno. Il dolore passava e io lavoravo. Poi il botto.

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