Avesse ragione Yeats, potrei spararmi. Confido
invece nell’errore, non che lussuria e furia, ma anni e leggerezza mi facciano
scorta nella vecchiaia. Leggere tutto il tempo della mia anzianità. Come potrei
sennò? E, ancor più, proprio quei libri che non ho mai voluto leggere, che
furono sconfinati per la mia poca pazienza e che da giovane non mi sembrarono tanto
assillanti: L’uomo senza qualità, L’Ulisse, Il ramo d’oro, Paideia, Il tramonto
dell’occidente. Nella campagna dove io mi ritirerò, nove filari di fave avrò, e
sentirò la quiete delle stagioni, mai come prima, nella profonda intimità del
cuore. Tutto questo mi resterà, allora, per spronarmi a cantare.
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