La sigaretta del signor ics è finta. Non è una sigaretta,
infatti, ma un cilindretto che manda vapore acqueo. La tiene dentro un astuccio
portato regolarmente al collo. Salva i polmoni, dice, le arterie e tutto quanto
e io posso godermi il vizio del fumo in santa pace. Vero. Dopo una cena con sola insalata romana,
posticcio della cotoletta, un bel bicchiere d’acqua al posto di un vinello e un
alka seltzer (non si sa mai) tira fuori quel cazzettino e aspira soddisfatto
grandi boccate di vuoto. Nulla di nuovo: il signor ics, come vedete, è abituato a nutrirsi di niente.
Anzi, piuttosto, direi che anela al niente, non al niente che pensiamo,
ovvio, ma a quello che sfacciatamente pretende di essere qualche cosa. Il suo
alimento preferito, nutriente, del resto,
facilissimo da trovare. Lo assume in dosi consistenti durante tutta la
giornata e anche se sembra un paradosso, ne è totalmente pieno. Ma lui non se
ne rende conto, questo è il bello. Pensa (ma non è vero) di avere un’opinione,
un’idea precisa delle cose, e soprattutto pensa di essere un elegante. La
tragedia si consuma quando tenta di insegnare la vita ai figli: dovreste
vederlo con quell’oggetto tra le labbra, gesticolare, sentenziare, sputare
milioni di inutili particelle d’acqua.
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