domenica 6 aprile 2014

"fino all'ultimo cent" di Gaetano Altopiano


Il crollo “definitivo” dell’economia italiana si origina dalla trasformazione del cosiddetto “fondo salva-Stati” in “fondo salva-banche” (quelle che sperperarono i capitali europei e dai quali rispettivi governi oggi ci sentiamo fare la morale, Germania in testa), solo da questo. E dove noi, per giusta informazione, recitammo ancora un ruolo marginale con un tetto di rischio del 5% contro, ad esempio, quello del 32% dei francesi o del 42% dei tedeschi. La BCE doveva vigilare sulla stabilità sistemica ma fu assente, generando le inevitabili conseguenze a cui stiamo assistendo: i governi furono costretti al salvataggio degli istituti coinvolti nel nome del rischio di un crac di portata stratosferica. Il nostro (Berlusconi) si rifiutò di sottoscrivere questo impegno, che rispondeva al 18% e che serviva praticamente a salvare solo banche non italiane, e per questo fu liquidato. Il 5 novembre 2011 si instaurò il governo Monti senza passare dal voto. E il resto è storia. Ma sapete quale fu il primo atto del suo esecutivo: sottoscrivere il fondo al 18% senza alcuna contropartita. Firmare quella cambiale ci costò miliardi di euro, miliardi che lo Stato non possedeva e che rastrellò tra i contribuenti fino all’ultimo cent. La fine.  

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