Bisogna ammettere che gli uomini hanno un vizio
bruttissimo (ma anche le donne non scherzano): recriminare. Piuttosto
che riconoscere i propri errori o conservare almeno un briciolo di
dignità si è sempre pronti a lamentarsi, a conteggiare i danni, a
denunciare ingiustizie magari inventate di sana pianta. Qualcosa di
ugualmente esasperante è la dietrologia, parente stretta, ma il
massimo è raggiunto da certi specialisti che hanno fatto di queste
naturali inclinazioni un vero e proprio mestiere: i politici degli
ultimi ventanni. Nel nome del “bene del Paese”, e soprattutto del
“trionfo della giustizia”, sommano recriminazione e dietrologia
praticando quanto ci possa essere di più odioso e indisponente.
L’astinenza dalla verità.
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