Cosa
potevo aspettarmi da simili latitudini? Niente. Niente che non fosse
come temevo. Staticità. Mai visto nulla di così immobile, di tanto
tragicamente indisposto alla partecipazione biologica: aria, terra,
acqua, non fanno alcun odore, alias, non partecipano più alla
creazione. Lì tutto è già accaduto e solo una sola volta,
all’inizio. Questo, volendo riconoscerlo, l’unico vanto delle
terre Scandinave: il fascino della primordialità. Per il resto c’è
poco di che sentirsi importanti. A un popolo che ci rimprovera
ignoranza nelle lingue (peraltro non proprie) ricordo il nostro
impegno in compiti superiori: ci si occupa di evoluzione qui, altro
che banalissima espressione. Qui, ogni cassonetto comprova lo sforzo
comune: produrre la vita. E’ tutto un fermento. Tutto pullula di
odore di materia che reagisce, tutto si trasforma e ancora sboccia in
qualcos’altro. Ancora. E siamo strafelici, arcicontenti. E ci
sentiamo un cazzoemezzo per le nostre puzze. Almeno io.
Nessun commento:
Posta un commento