Sentire
le “previsioni del tempo”, puntualmente, suscita in me un
nonsoché di voluttuoso. Niente che sia legato alla comodità
dell’informazione: se pioverà o ci sarà il sole, se farà freddo
o caldo o se la neve arriverà a bassa quota, che mi interessa poco.
E’ piuttosto a causa della loro natura divinatoria. A volte stento
a credere persino siano possibili: le considero uno dei traguardi
dell’umanità. Qualcosa come la scoperta del fuoco, l’invenzione
della ruota, la conquista della posizione eretta o il primo
allunaggio. Letteralmente è proprio “leggere il futuro”. In
proposito, potrebbe essere che gli oracoli della storia classica
avessero un fondo di verità. Non solo esistevano e venivano
consultati, ma la natura magica loro attribuita era in realtà
assolutamente scientifica. E’ possibile che i responsi richiesti
prima di intraprendere un viaggio fossero frutto di conoscenze
metereologiche, ma esoteriche, tali da permettere presagi
attendibili.
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