domenica 15 giugno 2014

"La tana del fenotipo" di Gaetano Altopiano


Già nel 1944 Gottfried Benn usò con orrore il termine “globalizzazione” per definire un aspetto che si imponeva sempre di più nella società che cambiava. Sul Romanzo del Fenotipo se ne trova conferma. La Natura non ispirava più stati d’animo, scrisse inoltre, ma igiene, lo sci, le radiazioni solari come colorante epidermico. Ciononostante il fenotipo ha paura di uscire di casa: “I guai dell’uomo hanno origine solo nel suo rifiuto di starsene chiuso nella propria camera”, “arrivano a un punto cruciale persino nel suo dover passare dall’uscio al giardino”. Di varcare il muro di cinta, dunque, non se ne parla. Ma il terrore del fenotipo è di origine vegetativa, non sembra essere frutto di speculazione, gli piaccia o no questo conserva il sé i genotipi del primigenio: gli esseri primordiali scavavano le loro tane sottoterra.    

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