ELOGIO DELLA
GIOVINEZZA MEDICA
di Gaetano
Altopiano
Una coppia di
giovani medici in vacanza. Penso che abbiano 32, 34. Non uno di più.
Fanno medicina d’urgenza al pronto soccorso di un ospedale di
fuori: una specializzazione come tutte le altre, ma meno redditizia
(impossibile avere uno studio privato). Stanno insieme, sono
fidanzati, e li penso come a un buon risultato. Li concepisco come
una coppia che non avrebbe senso se non fatta da quei due
componenti. Sono, l’uno all’altro, complementari, e non scherzo.
Non so se è una serata di grazia, ma mi appaiono così belli e
intelligenti da lasciarmi senza parole. Non solo conoscono le cose
del mestiere, e bene, ma ne parlano in un modo che non mi sarei
aspettato da chi è ancora “pieno” di università e di sapienza.
A sentirli, sembra di ascoltare medici di altri tempi in altri tempi.
Ogni aspetto del loro lavoro ricondurrebbe a un principio panico
tanto vicino alla natura e tanto lontano dalla scienza d’oggi da
sembrare quasi incredibile: il fatalismo. Ma in una nuova chiave di
lettura che assume sempre più consistenza scientifica ai fini delle
indagini, delle diagnosi e delle terapie mediche: l’assoluta
unicità di ogni essere umano.
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