domenica 16 aprile 2017

L’IMPREVISIONE SECONDA di Gaetano Altopiano






Ho cercato di essere il meno disonesto possibile. Dal balcone del mio appartamento - solo una finestrella, in verità - ho guardato passare la folla senza occuparmene, per esempio. Per esempio ho raccolto gli avanzi di quello di cui mi cibo con diligenza e in diverse ore del giorno ne ho addirittura ricavato altro cibo. Per esempio, per quanto mi è stato possibile ho mantenuto disposizione al mobilio voluto da lei. Tuttavia, nel corso degli anni, mi sono rammaricato con certa frequenza di un fatto contro il quale non è stato possibile porre rimedio: la mia tendenza a nascondermi in camera e a chiudermi a chiave. Penso più spesso che sia scorretto nei suoi confronti e il fatto che bussi ossessivamente, quando succede, mi regredisce ancor più agli anni in cui ero cocciuto e solitario e lei non ancora la mia donna. Anche se in verità, allora, nessuno avrebbe potuto rassicurarmi su cose come quale sarebbe stato il suo vero nome, quali parole avrebbe usato o quante volte avrebbe preteso di pulire un pavimento.  

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