nessuno
mi segue mentre con la padronanza dettatami da un’ esperienza
oramai ultratrentennale mi arrampico sulle maiuscole filiformi di un
neon pubblicitario che veleggia solitario sui chiaroscuri della
piazza un solo piccolo balzo dall’ultima lettera utile ed eccomi su
un terrazzo che in realtà non è un terrazzo ma l’inizio sprintoso
di una via che sale a spirale stretta fra edifici altissimi fino ad
un giardino rosseggiante di fichi maturi lo attraversa in tutta la
sua lunghezza tagliandolo in diagonale poi di punto in bianco
rallenta si blocca muore davanti a un muro gorgogliante
d’acqua dove sono conficcati questi pioli scivolosi su cui
mi avventuro riappaio nella piazza irregolare ora dominata dai
corpi di fabbrica speculari di un antico monastero occhiuto di
finestre dietro le quali di tanto in tanto risona uno scalpiccio un
brusio una cantilena infantile
Nessun commento:
Posta un commento