venerdì 21 aprile 2017

ZIVILISATION di Gaetano Altopiano







La morte lo colse in piena “Zivilisation”. Non fece in tempo a godersi il succo di pomodoro, né riuscì a spegnere la sigaretta che aveva appena arrotolato. Schiattò sul selciato del Cafè di Boubois, dove eleganti ragazze si baciavano tra di loro. Nel cadere investì sedie, bicchieri, disseminò monetine tutt’intorno e il tonfo ricordò il rumore di un sacco di spazzatura che precipita da una piccola altezza. La folla compose un semicerchio. La moglie fu rintracciata solo un paio d’ore dopo: usciva da una riunione, per tutto il tempo non era stata raggiungibile. Ora, ci sono tre modi di preparare un Bloody Mary e uno è senza la salsa Worcestershire. Il terzo è la variante analcolica Michelada, che prevede l’uso di birra messicana piuttosto che della vodka. Sul termine “Civilizzazione” invece non ci sono dubbi: decadenza, mantenimento in vita di modelli culturali già morti; termine usato da Oswald Spengler (1918) per definire il processo di disfacimento della civiltà occidentale; processo già iniziato nel XIX secolo e caratterizzato dallo strapotere della finanza e dell’informazione. In pieno svolgimento. 

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