Neanche l’ombra di un filo d’erba sulla spiaggia. Solo la donna e il bambino, distesi fianco a fianco sulla sabbia rossa, si abbandonano a questo sole implacabile. Ed io,che, con cocciutaggine, mi ostino a inseguire orme sognate e risognate, un tempo,forse, mie. Incrocio l’uomo poco prima di raggiungere la foce inguadabile del torrente le cui torbide acque rumoreggiano sotto le arcate di un ponte di pietra che naufraga tra i flutti, a largo. Si muove con naturalezza sulla battigia nonostante l’elegante, attillato vestito di un chiaro fresco, arioso. Mi guarda, mi sorride, senza fermarsi. Il suo volto mi è familiare e, strano a credersi, sulle sue scarpe lucidate a specchio non sbrilluccica un solo granello di sabbia. Torno indietro sui miei passi. Chiedo alla donna se ha riconosciuto quell’uomo che, di certo, poco fa, le è scivolato accanto. Sgrana gli occhi sbalordita: davanti a loro, giura, non è passata anima viva… Ora non sono più solo: il bambino mi tallona. Sento scoppiare la sua risata argentina ogni qualvolta finisco a gambe all’aria in acqua. e ciò accade, immancabilmente, tutte le volte che io, fermamente intenzionato a intrappolare negli occhi tutto il visibile e non solo che riesco a catturare con lo sguardo, me li tappo con entrambe le mani.
giovedì 20 aprile 2017
(L'OCCHIAIA. 30.) di Elio Coniglio
Neanche l’ombra di un filo d’erba sulla spiaggia. Solo la donna e il bambino, distesi fianco a fianco sulla sabbia rossa, si abbandonano a questo sole implacabile. Ed io,che, con cocciutaggine, mi ostino a inseguire orme sognate e risognate, un tempo,forse, mie. Incrocio l’uomo poco prima di raggiungere la foce inguadabile del torrente le cui torbide acque rumoreggiano sotto le arcate di un ponte di pietra che naufraga tra i flutti, a largo. Si muove con naturalezza sulla battigia nonostante l’elegante, attillato vestito di un chiaro fresco, arioso. Mi guarda, mi sorride, senza fermarsi. Il suo volto mi è familiare e, strano a credersi, sulle sue scarpe lucidate a specchio non sbrilluccica un solo granello di sabbia. Torno indietro sui miei passi. Chiedo alla donna se ha riconosciuto quell’uomo che, di certo, poco fa, le è scivolato accanto. Sgrana gli occhi sbalordita: davanti a loro, giura, non è passata anima viva… Ora non sono più solo: il bambino mi tallona. Sento scoppiare la sua risata argentina ogni qualvolta finisco a gambe all’aria in acqua. e ciò accade, immancabilmente, tutte le volte che io, fermamente intenzionato a intrappolare negli occhi tutto il visibile e non solo che riesco a catturare con lo sguardo, me li tappo con entrambe le mani.
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