Da
quando JFK passeggia trascinato del suo buffo alpaca, si sente un
ottantaquattrenne destinato a miglior vita. Non quella prescritta dai
codici cristiani, quella più avventurosa di un reviviscente. L'ha
ricevuto per fermo posta da uno sconosciuto amico australiano di
facebbok. Forse un disguido. Sono stati i vigili urbani a
recapitarlielo in campagna e volendo presto lavarsene le mani hanno
consegnato il batuffolo di lana senza punto approfondire.
L'alpachino, un maschio secondo il pedigree, è oggi più alto di JFK
di trenta centimetri. Gli ha imposto una corda al collo e lo
trasporta in giro intorno alla casa come il fiero servitore porta a
spasso il basset hound del padrone. A malincuore JFK si fa
rimorchiare ma, ogni volta che l'alpaca si volta per controllarlo,
sboccia in un sorriso di codarda sottomissione e le orecchie gli si
allungano sino alle zampe.
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