In
giovane età, 14 anni, JFK incrociò per la prima volta un topino
fulvo. Sino allora li aveva avvistati neri, tortora, grigiotopo come
la Giulia di papà. Mai poteva credere a un topino fulvo, fulvo come
uno scoiattolo. Eppure stava lì, acquattato sullo zerbino, quasi
volesse essere fotografato. Aveva occhietti vivaci e scuri, coda
lunga come la Duetto dello zio Agatino, denti allargati che
sembravano il frontale guerrafondaio delle Jeep mericane, zampe
fermento che sapevano arrampicarsi sul corncione della porta prima
che la sua mano riuscisse ad afferrarlo, denti che dall'alto se la
ridevano come ride fissa una dentiera. In tarda età, 84 anni, JFK è
costretto ad ammettere di avere incrociato solo scoiattoli, di
averli, scambiati tutta la vita per topini fulvi. Eppure, pensa JFK,
disperandosi e digrignando le gengive: esistono. Come gli anarchici,
cantava Léo Ferré.
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