JFK
crede che nella vita gli sia andato, gli vada tutto bene. Il fornello
della cucina si accende al primo scatto piezzoelettrico, uno sguardo
dalla finestra e il caffé è pronto, un giorno nuovo, plumbeo,
altrettanto bello come un fulmine d'estate, il telefono suona proprio
nel momento in cui sta per essere sopraffatto dalla solitudine, il
sedile dell'automobile che si siede sul suo deretano piuttosto che e
senza alcuno sforzo, il giornalaio gli dice grazie con imprevedibile
grazia, il ricordo di un cancro alla prostata pluridebellato, una
scarpinata nel bosco, l'incontro con il cinghiale amico che, però,
non lo riconosce e gli sfonda di precisione lo stomaco.
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