Un Bloody Mary con
succo di sanguinello. Un Daiquiri colorato melanzana. Un Negroni alle
gocce di nero di seppia. Un Frodalora Cooler in carbonella. Un
Kanguro Cocktail con Old Mr. Boston Vodka e Strega nostrana. Quanti
barman acrobati hanno visto le mie gole. Con acqua benedetta
spritzato il Kentucky Coloniel. Condito con peli d'orso il Tequila
Sour. Senza latte il Milk Punch. Con latte d'asina sarda il
Manhattan. Che compagnia mi fa stanotte la lavatrice dopo avere
spento Gracco e tutti i Masterchef televisivi, assassini che hanno
sepolto specchiate generazioni di cuochi, un piatto di spaghetti
freddi alla Gualtiero Marchesi, cavolo non ho il caviale, c'è pure
freddo, allora viva viva viva la pappa col pomodoro (oglio sale &
pepe + una mancia di pecorino) a forchetta e gambe alzate e posate
sul rumoroso travaglio della Ignis LTE 7155 prima che centrifughi. E
niente vino, alla faccia di Gracco o Cracco o come cazzo si chiama,
stanotte mi tratto bene perché dalla mia modesta cantina di Pepsi ho
sfilato una Coca del 1954 in vetroarmato.
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