Volle
scrivere alla fidanzata lontana. Si sedette allo strittoio. Inforcò
gli occhiali d'oro che furono del bisnonno del nonno della nonna del
babbo e, dopo la prematura, suoi. Ingroppò la penna e si accinse.
Aggettivi sostantivi particelle verbi e avverbi non accorsero in suo
aiuto. La Montblanc di porcellana targata prima comunione restava
sospesa, in stallo a dodici centimetri dalla pergamena di Acireale.
Ogni 23 secondi dolcemente iniziava a planare. A 3 centimetri da
terra, con brusco risveglio, JFK di scatto la riportava alla primeva.
Più volte e più volte il lettore debba immaginarsi il reiterarsi di
questa scena. Come di vecchio postprandiale che, ancora chetamente
assiso, per colpo o colpa di sonno, lasci ruzzolare la testa sulla
spalla e rimbalzi elettrico. Attiva come una pompa petrolifera, JFK
inconcludentemente intralciava la mano pizzicandola con esempi di
alta letteratura: dal legato Alfieri, al cecato Gabriele (che, per
Notturno, consumò dieci Km di striscioline di carta), all'Olesa di
Nessun giorno senza una riga. Niente. Su è giù sopra il deserto. La
fidanzata aspettava.
Nessun commento:
Posta un commento