Il grigio fucile
della mia ormai trentennale BMW, il giallo arancione della Amphicar
in stile nuotonchio, il vestito mimetico verde cartavetrata di certe
auto dell'esercito, il rosso sprint della Giulietta Sprint, il
celeste Consul, il doppio passo del tettuccio bianco o dello
pneumatico 1100 prima serie, la V bicolore del pulmino Wolkswagen, il
grigio topo della Giulia, il nero atavico delle Flaminie che non
faceva affatto pensare a funerali o a rappresentanze presidenziali,
certo a Napolitano sì, fa pensare, il bianco arrugginito delle 500
che aggrediva pure il paraurti cromato, il besg lussuoso della 1500
Fiat Nuovo Tipo, l'argento della Porsche che causò e consuma ancora
tante vite contro gli insopportabili alberi della strada, il
violarduino della Cocomobile a un solo sportello anteriore o il
giallouovopuzzopazzo della più piccola delle Honda sperimentali, e
il biancomarrone delle Simca, e il melange sconcio della nostra
memoria, fanno altresì pensare che l'evoluzione della specie passi
attraverso il deperimento creativo dei colori delle vecchie
automobili.
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