mercoledì 29 marzo 2017

IL DUBBIO DEL CANE di Gaetano Altopiano









Certe volte ho un bisogno di chiarezza innaturale. Più di quanto non mi capiti di solito quando non ho ben capito qualcosa: come se in una scrivania della quale ho visto con certezza di avere vuotato tutti i cassetti, cerchi inspiegabilmente di trovarne ancora uno da controllare convinto che ci sia a dispetto di una realtà incontrovertibile. O come se cercassi, ostinatamente, il civico 102 in una strada che si conclude, altrettanto ostinatamente e definitivamente, col numero civico 100. In quei giorni non mi basta rivedere la scena di un film, rileggere tre volte una pagina, farmi ripetere una frase o tentare di capire cosa stia succedendo riordinando le idee in continuazione. Mi devo spingere oltre. Oltre il registro dell’avvenuta comprensione, fino a un concetto che ha a che fare con l’idea di “felicità da sazietà assoluta” canina: non esiste.  

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