martedì 7 marzo 2017

LA PASSEGGIATA di Gaetano Altopiano






Sui tentativi di stare fermi facendo finta di passeggiare tre note importanti. Paul Valery, nel ‘34, scrisse La conquista dell’ubiquità sostenendo che un giorno ci saremmo approvvigionati di immagini e di sequenze di suoni con un semplice gesto della mano, che equivaleva a dire che si possono allevare indifferentemente sia un cane che un lombrico, dato che entrambi sono animali alla nostra portata, ma non si speri mai che il secondo partecipi attivamente alla nostra vita. Seppure l’unico erede delle acque minerali Vichy si era già spinto molto oltre, scrivendo poesie magnifiche e comprando abiti da mille dollari (erano i primi del ‘900) ma indossando ogni giorno la stessa tuta da meccanico. Ovverossia, tentando di star fermo facendosi chiamare Valery Larbaud, provando a camminare sotto lo pseudonimo di A.O. Barnabooth, e, in altre occasioni, di Tourmier de Zamble. La terza riguarda le parole indeclinabili, e in più gli opposti come invito e divieto, partenza e arrivo.




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