Quando
JFK si sveglia la mattina, si sveglia col pensiero. Si alza col pensiero e col
pensiero va a pisciare. Si lava, decide se farsi i denti o no, se lo stomaco ha
bisogno di liberarsi o no, se asciugarsi o lasciarsi bagnato che oggi fa già
caldo. Fa una corsetta in corridoio per sgranchirsi. Dondola la testa per
liberarla dal torcicollo. Del caffé o di un bel croissant caldo non ne ha mai
avuto bisogno. Dei francesi nemmeno. Si affaccia al balcone del suo
seminterrato e, con il braccio trigonometrico, fa il gestaccio di affanculo il
mondo. Un’altra corsetta e di nuovo a letto.
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