Aspetterà la bella stagione
per dichiararsi. Mancano pochi mesi e lui, veramente, non ha molta fretta,
anzi, gli piace l’attesa. Lo rinvigorisce. Del resto l’inverno ci rende cupi,
evvero? di malumore, magari anche indisponibili: non vuole rischiare. Intanto
studierà la sua faccia ogni volta che passa, con discrezione ovviamente (lei
lavora in un casalinghi e regali). Se guarda, se accenna un sorriso, dovesse
arrossire. Siamo d’accordo. Un pomeriggio di aprile, allora, forse anche
maggio, lei non starà dentro ma davanti al negozio (come lo sa? e come potrebbe
non farlo? da noi, tra le cinque e le sei, c’è una luce e un tepore che non vi
dico) e quello sarà il momento. Naturalmente con la massima delicatezza, nel
maggiore riserbo possibile, meglio se tra parentesi. Faremo così.
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