lunedì 7 settembre 2015

"Palori" di Francesco Gambaro

Aviri u marchisi. Significava che la ragazza, che corteggiavamo in tanti, aveva le mestruazioni. I più grandi di noi, i cchù sperti, ce lo facevano credere sostenendo di avere intravisto sotto la gonna l'inequivocabile fasciatura.
U ricuttaru. Il protettore di prostitute. Ogni notte che passavamo dalla sua putìa ci esortava a comprarne tutta chidda chi vuliti, frisca frisca.
U maniàcu. L'uomo che appena vedeva una donna se la doveva fare per forza. Gli amici ricordano che partiva con uno scatto da centometrista e poi tornava soddisfatto dicendo: non è oggi, domani è sicuro.

U gnuri. Guidava la carrozza e delle forestiere che portava in giro per Palermo, diceva: io tutti mi fici, cull'occhi e senza specchietto retrovisivo. U gnuri, l'unico mestiere ancora oggi senza quote rosa.

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