In
uno sputo di intervento, proustinamente ispirato, Francesco Merlo per
ricordare la sua città, Catania, abbellisce la sua relazione dei
seguenti paletti: Friedrich, Mimmo Jodice, Shelock Holmes, Le
Corbusier, Durer, Stevenson, Salgari, Braudel, Sartre, Melville,
Catone, Piero della Francesca, Lucien Freud, Talete, Stendhal, van
Gogh, Dumas, Vietnam, Brancati, Joseph Roth, Pernod, Manchester,
Engels, Las Vegas, Loreto, La Mecca, Gerusalemme, Calcutta, Berlino,
Aldo Rossi, Colonia, Petra, Palmira, Pompei, Hollywood, Milano, Italo
Calvino, Torino, Detroit, Montanelli, Gaber, Savinio, Monaco di
Baviera, Ferrara, Sebastiano Addamo. Ma ne ho saltato qualcuno?
Almeno bisogna riconoscere a Merlo che, rispetto ai francesi,
citazionisti integralisti - cui non è ancora permesso nominare un
autore, una città che non siano francesi - di avere offerto il culo
della sua Catania, democraticamente, all'aspersione multietnica.
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