La mancanza di alternative è una pessima condizione.
Una delle peggiori. Direi, anzi, “la condizione” per eccellenza,
tanto è determinante. Trovarsi in un cul de
sac e non aver via d’uscita è un fatto.
Terribile, ma fondamentale (salvo le dovute eccezioni).
L’impossibilità di operare una scelta, infatti, per quanto sia
vissuta come violenza e dopo lo choc iniziale, ha per la coscienza
effetti terapeutici: si accettano i cambiamenti senza il fastidio
degli accessori. Sensi di colpa, dolore, diarrea del viaggiatore.
Diciamolo pure: si diventa “radicali”.
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