sabato 9 gennaio 2016

CAVE CANEM di Gaetano Altopiano




Che i giovani cani piscino un po’ dappertutto è risaputo: spruzzi brevi e ripetuti che sgorgano non tanto per necessità fisiologica quanto per bisogno di marcare il territorio. Ci sono angoli delle città, la nostra ad esempio, impercorribili per il puzzo persistente. Nessuno mai, però, ha lamentato o lamenta una simile circostanza, ci mancherebbe. La si accetta e basta nel nome del “diritto biologico del cane”. Si aggiunga adesso un particolare curioso: in siciliano il termine usato per chiamare il cane “adolescente” è cagnulazzu, che in Sicilia è anche quello che definisce l’adolescente della razza umana. Il che, indubbiamente, certifica una relazione semantica tra le due specie animali (nella classe adolescenziale) scaturita inevitabilmente dall’osservazione di analogie nel comportamento. E da cosa se no? La scienza dei significati dunque sancisce l’analogia tra le due specie, giustificandola di conseguenza. E se se ne giustifica l’analogia deve giustificarsene la conseguenza. Non si capisce allora perché ci si lamenti del fatto che i ragazzi imbrattino costantemente le fermate dell’autobus e, ora, quelle del tram, se questo non è altro che un comportamento da cagnulazzi. Alias: diritto biologico dei ragazzi.

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