Ora
quando mi avvicino scappi. Non credere, succede anche a me. Il
materasso acquatico ha reso sguscianti i nostri corpi. Una scrollata
di libertà separare le nostre mani, scivolare agli angoli delle
coperte. Il matrimonio è perfetto. Sento i tuoi sogni rumorosi,
piccole pallottole di ceramica. Ti guardo ma non ti guardo. Appunto,
ti sento. Quanti anni su questo letto. Eppure in questo momento
nessun ricordo. Presenti e assenti. In qualche modo ammassati uno
sull'altro. Gli occhi tuoi ficcati nel cuscino, i miei a cercare le
stelline fluorescenti sul tetto della stanza delle bambine qualche
trentennio fa. Oppure i tuoi spalancati nel buio, luccicanti senza
luce riflessa. Lune senza sole. Dune palpebrali, Domani porterò il
portachiavi per cambiarlo. Domani mi dirai, oggi il caffé è proprio
brutto. Nell'armadio a muro gli stivali e gli impermeabili si
agitano: quanto devono ancora aspettare il cambio di stagione? In
effetti è freddo fuori. Un po' anche sotto queste coperte in cui
nascondiamo i nostri corpi. Desideri? Mi dici, che desideri? Il
traguardo è stato raggiunto. Premorire non ci affatica più di tanto
e scaccia la paura della morte. Il farmaco che avevi brevettato
funziona, amore amore lieto disonore. L'orizzonte è in
discesa. Tutto quello che può accaderci è esattamente tutto, il
mondo è tutto ciò che accade. Tu pensi con la testa, io con lo
stomàc. Vediamo che non siamo più tanto simili, però più uniti.
Oltretutto stiamo ancora bene in salute e la vista ci aiuta. Non è
una caduta libera, è una fuga. Obladì, obladà.
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