venerdì 18 novembre 2016

UN GELSOMINO di Gaetano Altopiano





Dire che un gelsomino profuma intenzionalmente ma senza intenzioni è corretto. Il fiore profuma perché l’odore è una sua proprietà e non perché lo abbia scelto personalmente per uno scopo preciso, come invece potrebbe fare una donna per andare a un appuntamento. Il fiore vive intenzionalmente secondo un “disegno” che definiamo tale solo perché non riusciamo a trovare termini più adeguati: non conosciamo il modo corretto per giustificare la natura. Ma in tutta la sua esistenza, il gelsomino, non mostrerà intenzioni. Non avrà programmi per il futuro, non progetterà di mettere su casa, e non pianificherà mai l’agenda della settimana. Non aspirerà alla libertà di movimento perché non sa cosa sia: “libertà” e “movimento” sono compresi solo dagli esseri ragionevoli. Un tribunale, per esempio, non è un essere ragionevole e in teoria non dovrebbe comprendere concetti del genere su cui è chiamato a esprimersi, perché vive secondo un “disegno” che non prevede che lo faccia. Ma il tribunale è un uomo. Un tribunale dovrebbe assolvere o condannare intenzionalmente, ma senza intenzioni.

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