domenica 6 novembre 2016

LUOGHI DI SERIE A (la Grecia) di Gaetano Altopiano








Paideia” è una parola intraducibile. Non ha, e non ha mai trovato corrispondenti in nessun’altra cultura che non sia stata quella della Grecia antica, da dove viene e dove significava molto. Tranne, forse, che nell’idea di “gentiluomo” espressa da Confucio nei suoi “Detti”. O, più tardi, nelle opere del Rinascimento italiano. Cercare di decifrarne il significato, o il background, come direbbero gli inglesi, oggi sarebbe un’operazione essenzialmente concettuale e senza risvolti pratici. Inutile, viste le nostre condizioni. “Paideia” - pressappoco - era la “via” attraverso la quale i greci apprendevano la bellezza (del mondo) e nel contempo la “via” attraverso la quale cercavano di esserne all’altezza realizzandola. La bellezza come scopo sociale. Impossibile pensare a un equivalente contemporaneo: non esiste. W.Jaeger riuscì a spiegarla compiutamente ma gli ci vollero tre volumi e quasi 2000 pagine. Ma era il 1934.




















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