giovedì 3 novembre 2016

STORIE DEL SIGNOR JFK (56) di Francesco Gambaro




JFK vede a vista d'occhio sbocciare e crescere i suoi capezzoli mammellari e panciari. Le sue bianche camicie di lino dell'Indostan ne accentuano plasticamente il sisma. JFK chiama questo suo stadio di vita, evoluzionismo. Il terremoto corporeo di un ottantaquattrenne, paragonabile soltanto alle tempeste di testosterone del fu diciassettenne. Le sue mani tremano d'elettricità futurista e volante. Moncherini, poi solo tronco, poi uno stupido sputo di sporco sul pavimento. Ma adesso arriva lo straccio. Per un po' di secoli JFK vagola nello spazio. Poi deve ammettere che spazio è una brutta parola, significa che devi buttare, che devi liberarti dagli ingombri accumulati nei secoli. Stacca la spina e ripiomba dentro la sua immacolata camicia.

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